Una contestazione inattesa soprattutto perché arrivata da settori della Unipol Domus solitamente controllati. Dichiarazioni post partita che hanno alimentato ulteriori polemiche, certificando una spaccatura importante tra squadra – nello specifico il capitano Leonardo Pavoletti – e ambiente. Situazioni che hanno messo in secondo piano la vittoria del Cagliari contro il Perugia, tre punti arrivati con fatica ma che restano importanti sia per la classifica sia per provare a superare il momento negativo.
Boccata d’ossigeno
La gara degli uomini di Fabio Liverani era apparsa in discesa dopo il doppio vantaggio firmato da Pavoletti e Lapadula. L’errore di Capradossi, però, ha fatto riapparire i fantasmi, il rigore causato da Zappa ha fatto il resto. Il 3 a 2 finale resta comunque un risultato fondamentale nonostante sia frutto di una prestazione in chiaroscuro contro l’ultima della classe. Il rischio di buttare via il bambino con tutta l’acqua sporca, figlio di un periodo con due sole vittorie in dodici gare e i tre punti che mancavano da quasi due mesi, deve lasciare il passo a un’analisi a freddo sia dell’operato di Liverani sia della nuova situazione di classifica. Tre punti dalla zona playout spostano di poco la distanza da chi segue i rossoblù, ma d’altra parte i risultati di chi precede Pavoletti e compagni hanno aiutato a limare i punti di distacco con la zona playoff ora distanti soltanto una lunghezza. Pisa e Parma (una partita in meno), rispettivamente settima e ottava in classifica, a quota 23, assieme a loro il Sudtirol nono che ha fermato sul pareggio la Ternana. Classifica che dunque resta abbastanza corta e che rende ancora più importante la vittoria contro il Perugia, nonostante il cielo resti nuvoloso e le critiche non manchino. “Arrivare al risultato a tutti i costi” aveva detto Liverani alla vigilia della gara contro gli uomini di Castori e, per certi versi, la missione può dirsi compiuta.
Segni più
Non solo i tre punti che muovono finalmente la graduatoria, ma anche alcuni aspetti positivi che non possono passare in secondo piano nonostante le difficoltà. In primis la fase offensiva con l’intesa crescente tra Pavoletti e Lapadula – due gol il primo, uno il secondo – non solo in termini realizzativi ma anche nella divisione degli spazi. Dietro di loro la prestazione di Falco nella posizione di trequartista, capace di sessanta minuti di ottima fattura e vero e proprio regista avanzato dal quale sono partite tutte le occasioni del Cagliari. Una ventata di qualità estremamente necessaria per una squadra che ha spesso pagato l’assenza di fantasia negli ultimi trenta metri. A centrocampo ha proseguito il trend di crescita Nahitan Nández, non solo per l’assist per il gol del vantaggio, ma soprattutto per la presenza costante sia mentale che atletica. I cambi di Liverani in corso d’opera hanno fatto storcere il naso, ma guardando agli eventi successivi non si può negare che siano state scelte che hanno portato i loro dividendi. Luvumbo ha messo la solita freschezza e imprevedibilità sulla destra, alzando anche il livello di uno Zappa fino a quel momento estremamente negativo. Proprio l’ex Pescara è rimasto in campo nonostante la possibilità di spostare Nández come esterno basso e ha ripagato la scelta con il cross che ha portato al definitivo vantaggio siglato da Pavoletti. Viola, pur se ancora compassato, ha alzato il livello qualitativo della mediana, Kourfalidis ha messo quella gamba necessaria negli ultimi minuti per portare a casa i tre punti. Unica nota dolente Carboni, che ha sì eseguito alcune giocate interessanti, ma ha soprattutto messo in mostra difficoltà difensive che per poco non venivano pagate a caro prezzo. Infine Altare ha ridato serenità a una retroguardia nella quale Obert era in sofferenza in marcatura e Capradossi ancora vittima dell’errore che aveva portato al gol di Strizzolo per il momentaneo 2 a 1.
L’altra faccia
Se il risultato resta l’aspetto più importante, non si possono negare alcune criticità che andranno corrette per poter confermare l’uscita dal tunnel. La difesa è stata ancora una volta la nota dolente, non solo a causa degli errori individuali, ma per una disposizione tattica che sembra mettere in difficoltà gli interpreti. Makoumbou non ha deluso in generale, ma ancora non sembra essersi calato pienamente nello spirito battagliero che impone la cadetteria. Gli esterni di difesa hanno spinto poco e male, difettando nelle scelte e nelle giocate tecniche. Deiola, limitato da un problema alla caviglia, ha provato a dare il proprio contributo di inserimenti senza palla ed equilibrio, non trovando come spesso capita il classico centesimo per arrivare all’euro. E proprio il sangavinese e la sua condizione fisica aprono dubbi sulle scelte iniziali di Liverani, che ha sì trovato in Falco la chiave di volta offensiva, ma scegliendo di rinunciare a un Kourfalidis che aveva mostrato nelle precedenti due gare di poter dire la propria. Il greco al posto di Deiola, e non per un discorso da senno del poi, avrebbe probabilmente dato maggiore freschezza e qualità alla mediana, le tre partite in nove giorni una possibile discriminante che non può valere per un ragazzo di vent’anni. Discorso, quello delle gare ravvicinate, che non è però valso per Barreca, ancora alla ricerca della condizione migliore e apparso in debito d’ossigeno fin dai primi minuti. L’assenza di Di Pardo ha portato alla scelta di Zappa come alternativa automatica, ma non sarebbe lesa maestà provare – in casa contro l’ultima in classifica – la soluzione Nández esterno basso, ruolo già svolto sia in nazionale che in alcuni spezzoni durante questa stagione in rossoblù. Dal punto di vista del gioco, al netto di alcune trame interessanti, ancora una volta è mancata la continuità con lo sviluppo della manovra affidato alle fiammate dei singoli e senza dare quasi mai la sensazione di un dominio costante e consapevole.
In discesa
I tre punti restano comunque una risposta la cui importanza è data dai numeri del recente passato. L’ultima vittoria era datata 15 ottobre contro il Brescia, quella contro il Perugia diventa così la seconda nelle ultime dodici giornate. Un passo avanti che diventerebbe inutile senza dare continuità partendo dalla gara di Palermo di domenica 18 dicembre alle ore 18 al Barbera. Il Cagliari non vince due partite di fila dal 10 settembre, il 2 a 0 di Benevento che diede seguito all’1 a 0 casalingo contro il Modena. Dimostrare che i tre punti con il Perugia non sono un segnale estemporaneo, pur se figli di una gara non trascendentale, diventa l’obiettivo unico di Liverani. Il calendario, inoltre, offre un’occasione da non perdere, perché partendo dal Derby delle Isole i rossoblù nelle prossime sette giornate affronteranno soltanto squadre che al momento sono dietro in classifica. Cosenza prima della sosta e poi, a seguire, Como, Cittadella, Spal, Modena e Benevento. Difficile chiedere di meglio, impossibile fallire se si vuole coltivare la speranza chiamata Serie A.
Matteo Zizola