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Nahitan Nandez durante Cagliari-Ascoli | Foto Luigi Canu

Cagliari | Con Ranieri il ritorno al passato di Nandez: per ruolo e rendimento

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La missione di valorizzare, far crescere chi è già parte del gruppo e migliorare come collettivo e come singoli. “Dobbiamo conquistare ogni singolo centimetro“, citazione di Al Pacino in Ogni Maledetta Domenica. Sia come squadra che come individualità, questa la via tracciata da Claudio Ranieri fin dal suo arrivo a inizio 2023. Nel suo Cagliari è il miglioramento dei singoli a dare risposte positive, da una parte sorprese come Dossena o Lella, dall’altra chi era atteso nel ruolo di leader e ora è pronto ad assolvere il compito.

Ritorno al passato

Il cartellino del prezzo sull’abito da acquisto più costoso della storia del club, la cifra sbarrata più volte saldi dopo saldi, l’etichetta da fuori categoria dopo la decisione di restare in Sardegna. Nahitan Nández ha vissuto un 2022 complicato, un inizio di 2023 che non sembrava essere da meno e, infine, una crescita sostanziale che lascia ben sperare per il futuro. Gli infortuni che lo hanno accompagnato nella prima parte dell’anno, sia lo scorso che l’attuale, la maglia della Celeste persa con l’addio di Tabarez e il Mondiale in Qatar da spettatore dopo aver disputato quasi tutte le qualificazioni. In mezzo la retrocessione in Serie B con il Cagliari, prima di un’estate con il mercato protagonista e il classico finale che lo ha visto rimanere in rossoblù. La cadetteria non è stata inizialmente una passeggiata di salute, anzi, e tra cambi di ruolo, problemi fisici e una squadra che non girava anche Nández è salito sul banco degli imputati. Più che altro per il rapporto tra investimento fatto dal club e resa sul campo. Poi, però, con l’arrivo di Ranieri il León è cresciuto esponenzialmente, partendo prima largo a destra nel centrocampo a cinque e poi riportato tra i tre della mediana come interno di destra. Questa la posizione del numero 8 nelle ultime due vittorie del Cagliari, con il tentativo estemporaneo da centrale davanti alla difesa nel 4-4-1-1 del primo tempo contro l’Ascoli non andato a buon fine. Un ritorno ai primi mesi in Sardegna, quando da mezzala destra nel 4-3-1-2 di Maran aveva mostrato le cose migliori.

Rilancio

Il quinto a tutta fascia, su è giù per la corsia, un ruolo che lo ha visto protagonista con Semplici in panchina prima e con Mazzarri poi. Mentre sia con Di Francesco che con Liverani una posizione più offensiva, coperto da un terzino alle proprie spalle. L’errore di Nández contro la Spal – una diagonale imperfetta – ha dato così a Ranieri il primo segnale, il problema al ginocchio ha rimandato però la gestione del León di un mese. Al rientro bene contro il Genoa, male a Brescia. Dopo il pareggio contro le Rondinelle, il centrocampista di Punta del Este e il suo “dobbiamo migliorare” un segnale che ha dato i frutti nel secondo tempo contro l’Ascoli e nella trasferta di Reggio. Di fronte alla squadra di Inzaghi, Nández ha messo in mostra una crescita importante nella qualità della sua corsa, sempre tanta ma altrettante volte eccessiva. Ovvero, essere uomo ovunque ma difficilmente al posto giusto al momento giusto. Il lavoro di Ranieri e l’evidente crescita dal punto di vista fisico hanno restituito un giocatore che, per quanto ancora lontano dai 18 milioni spesi per prelevarlo dal Boca Juniors, potrà essere fondamentale nel finale di stagione. Provando assieme al Cagliari a riconquistare la Serie A, fosse anche attraverso i playoff, e poi pensare al futuro chiamato contratto dal quale dipenderà anche la crescita della valutazione.

Pazienza

Un ribaltamento rispetto alle logiche classiche, quelle che vogliono i calciatori doversi guadagnare il rinnovo sul campo. Nel caso di Nández e dell’accordo in scadenza a giugno 2024 non è solo il giocatore a essere chiamato a dimostrare di valere un nuovo contratto, ma soprattutto il Cagliari a doverlo fare. L’obiettivo comune è chiamato Serie A, dettaglio decisivo per potersi sedere al tavolo delle trattative. Che l’uruguaiano stia bene in Sardegna è cosa nota, che stia bene nel gruppo pure, che però il rapporto con il club non sia dei migliori lo è altrettanto. Ragione della volontà di rimandare qualsiasi discorso a fine stagione, non per prendere tempo ma piuttosto per concentrarsi sul campo. Nández, d’altronde, al netto di prestazioni al di sotto delle aspettative – non senza alibi – non ha mai lesinato impegno a prescindere da ogni discussione sul proprio futuro. E lo aveva dimostrato anche con la maglia del Boca Juniors, quando ormai pronto a vestire la maglia rossoblù, giocò da protagonista l’ottavo di finale di Copa Libertadores contro i brasiliani dell’Atletico Paranaense. Per questo il León non chiude la porta al rinnovo, ma non prima di aver cercato di riscattare la retrocessione. E rientrare così nel discorso della valorizzazione, in quella che sarebbe una vittoria per tutti. Ha migliorato grazie a Ranieri alcuni aspetti del suo gioco, ma ancora deve ritrovarne altri, come la capacità di trovare quel gol che ormai manca dal maggio del 2021 a Napoli, o come l’assist assente dalla sfida contro il Perugia dello scorso dicembre. Per farlo ha otto partite da leader più la probabile coda dei playoff, in vista di un’estate che potrebbe essere meno calda delle precedenti. Sempre che arrivi una firma al momento secondaria rispetto agli obiettivi.

Matteo Zizola

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