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Fabio Liverani a bordo campo in Cagliari-Reggina | Foto Gianluca Zuddas

Cagliari, con il Pisa una svolta tattica per uscire dalla crisi?

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Prima il Sudtirol, poi il Pisa. Due partite consecutive contro due squadre che hanno cambiato guida tecnica in corso d’opera. Con risultati molto simili, perché sia Pierpaolo Bisoli che Luca D’Angelo hanno invertito la rotta in classifica. Fabio Liverani ha così un’altra occasione per evitare che il suo destino da allenatore del Cagliari possa prendere la strada dell’addio.

Svolta

Il pareggio nella trasferta di Bolzano ha confermato la crisi di risultati dei rossoblù. Ma ha anche confermato la sterzata netta data da Bisoli ai tirolesi che, da quando l’ex tecnico del Cosenza ha preso il posto di Leandro Greco, non sono mai incappati in una sconfitta. Cinque vittorie e quattro pareggi, media punti di 2,11 a gara dopo le tre sconfitte in altrettante partite nelle prime tre giornate del campionato cadetto con Greco in panchina. Situazione molto simile a quella che ha visto Luca D’Angelo prendere per mano il Pisa e riportarlo a una situazione di classifica decisamente migliore. Dopo l’esonero di Rolando Maran – due pareggi in sei partite alla guida dei nerazzurri, media punti di 0,33 – i toscani sono in serie positiva con tre vittorie e tre pareggi, media due a gara, da quando il tecnico pescarese ha rilevato l’ex allenatore proprio del Cagliari. Una squadra in forma, dunque, che non rappresenterà una passeggiata di salute per i rossoblù di Fabio Liverani, anzi. Una sola vittoria nelle ultime sette, quella contro il Brescia del 15 ottobre, e una crisi che dovrà essere interrotta fin dalla prossima giornata contro il Pisa sabato 12 novembre alle ore 14 alla Unipol Domus. Al contrario, a maggior ragione con la sosta subito dopo la sfida di fronte ai nerazzurri, il tecnico rossoblù potrebbe essere costretto a dire addio alla Sardegna.

Abito

Parola d’ordine cambio, non solo quando si parla di allenatore ma anche guardando alle possibili novità che Liverani potrebbe presentare nella prossima sfida contro il Pisa. Partendo da quanto di positivo visto nella prima mezz’ora della ripresa di fronte al Sudtirol e provando a seguire il solco tracciato da una modifica tattica sostanziale. La difesa a quattro resterà il punto di partenza inderogabile, ma è dalla mediana in su che i rossoblù potrebbero cambiare pelle. Non più il 4-3-3 quasi dogmatico del tecnico romano, ma un 4-3-2-1 flessibile che possa esaltare le qualità di alcuni singoli. Il tutto in attesa di capire se Marco Mancosu, tornato ad allenarsi in gruppo, sarà a disposizione per una maglia da titolare o piuttosto come arma da utilizzare in corsa. Il cambio tattico visto a Bolzano nella ripresa ha raccontato di un Cagliari più propositivo, con Lapadula meno isolato e con Nández libero di allargarsi senza incappare in un traffico eccessivo sulla corsia, infine con Rog maggiormente libero di inserirsi in verticale sia con che senza palla. Il recupero di Makoumbou e la buona prestazione di Viola contro il Sudtirol aprono una serie di dubbi. Liverani dovrà scegliere gli interpreti sia a centrocampo che nella trequarti, con alcune certezze inscalfibili. Lapadula, a prescindere dall’assenza di Pavoletti, sarà il centravanti designato, mentre alle sue spalle potrebbe vedersi un duo più centrale rispetto al tridente atipico utilizzato spesso e volentieri. Con il via libera alla titolarità di Mancosu, ecco che potrebbe essere Rog ad avanzare di fianco al numero cinque per supportare il nove italo-peruviano, con alle loro spalle il trio formato da Viola in cabina di regia più Nández e uno tra Makoumbou e Deiola ai suoi lati. In assenza di Mancosu, invece, potrebbe aprirsi il ballottaggio tra Pereiro e Luvumbo come trequartista più offensivo di fianco a Rog. L’altra alternativa potrebbe portare al Tonga o l’angolano comunque in corsa per una maglia di fianco al numero cinque rossoblù, con Rog che troverebbe posto come interno di sinistra e sia Deiola che Makoumbou in panchina. Diverse soluzioni che portano a una novità sostanziale per Nahitan Nández, prendendo spunto dal secondo tempo di Bolzano che ha evidenziato – se ancora ce ne fosse stato bisogno – la sua utilità quando liberato sulla corsia e non limitato alla zona centrale del campo.

Risposte cercasi

Avrebbe dovuto fare la differenza, ma del León tanto atteso in una Serie B da fuori categoria al momento non si sono avute notizie. Nessun assist, nessun gol, continuità di rendimento assente, la confusione tattica come costante delle sue prestazioni. Non solo per le sue colpe perché, pur non considerando i problemi fisici che ne hanno limitato l’efficacia atletica, anche dal punto di vista tattico la sua collocazione sembra averne enfatizzato i difetti senza esaltarne le qualità. Che Nández dia il suo meglio da cursore sulla fascia destra appare ormai un dato di fatto. L’alternativa, come nei primi mesi della sua esperienza in rossoblù, quella del ruolo da interno di destra nel centrocampo a tre. Ruolo che Liverani ha provato a dargli in diverse occasioni, ma con una differenza sostanziale rispetto ai tempi con Rolando Maran in panchina. Con il tridente, infatti, Nández trova la zona offensiva di destra occupata, non riuscendo ad esprimersi in quel ruolo mix tra mezz’ala ed esterno d’attacco che lo ha visto protagonista in passato. Con il doppio trequartista o con il rombo, al contrario, il centrocampista di Punta del Este può mettere a disposizione della squadra la sua corsa sull’esterno, quel caos tattico che da limite può diventare forza. Allo stesso modo la posizione di esterno d’attacco puro nel tridente, come accaduto in più di una partita, non appare il vestito giusto per le sue qualità. Poco lo spazio davanti a sé e, soprattutto, poco l’apporto in termini realizzativi per poter incidere nel tridente. Non si può poi non considerare l’importanza di dare un partner a Lapadula. Aumentare la presenza nella zona centrale, sia con un baricentro più alto che con un trequartista con compiti anche da seconda punta, ha permesso al centravanti di essere più presente nei sedici metri avversari. Il gol e il rigore guadagnato, soprattutto quest’ultimo, ne sono stati una logica conseguenza. Senza Filippo Falco, fermato da una lesione muscolare, più che gli interpreti sarà importante l’atteggiamento. Possesso palla sì, ma finalizzato a colpire e non solo a controllare sterilmente il match. D’altronde il secondo tempo di Bolzano, minuti finali inclusi, ha dimostrato che il Cagliari non può né speculare sul risultato e la sfida contro il Pisa non lascia spazio per ulteriori controprove. Senza i tre punti e una prestazione convincente Liverani difficilmente potrà allontanare ulteriormente i fantasmi.

Matteo Zizola

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