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Cagliari: con Bonato due visioni diverse, ma all’ex ds va detto grazie

Nereo Bonato, direttore sportivo del Cagliari | Foto Luigi Canu
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Ogni cosa ha un inizio e una fine. Frase usata ormai con maggiore frequenza, specie in un mondo sempre più bulimico e in uno sport, come il calcio, in cui i progetti sono spesso a breve termine, e non a caso si fa fatica a trovare società da definire davvero come modello e che riescano nel tempo a tracciare una strada stabile e duratura. Ed ecco che in questi giorni di una calda estate a tinte rossoblù il Cagliari, con poche righe, si è separato dal proprio direttore sportivo Nereo Bonato, che in Sardegna verrà sostituito da Guido Angelozzi in arrivo dal Frosinone. Non una risoluzione tra le parti ma un addio in attesa che poi anche Bonato, come successo per Davide Nicola, trovi un altro progetto dal quale ripartire.

Scelta
Non lo si può definire salto nel vuoto perché a Cagliari arriva un maestro del mestiere del diesse come Angelozzi. Sicuramente però il club rossoblù e il presidente Tommaso Giulini in queste settimane hanno optato per un cambio di pagina radicale per quella che dovrà essere la programmazione futura dei rossoblù. Un Bonato che a questo punto è stato l’anello di congiunzione utile a trasportare la squadra dalle sabbie mobili della Serie B fino a un tentativo di consolidamento in Serie A. Ora al duo Angelozzi-Pisacane spetterà l’arduo compito di provare a regalare qualcosa in più a tifosi e società di una sofferta salvezza e allo stesso tempo avranno l’obbligo di valorizzare al meglio giovani e calciatori in rosa per rendere virtuoso il progetto tecnico e il bilancio del club a lungo termine. Aspetto che si fa presto a dire a parole ma non facile nei fatti.

Lavoro
Pare evidente che la linea Bonato per la stagione 2025-26 sarebbe stata diversa da quella che ha preso il club con la scommessa calcolata Pisacane in panchina, con qualcosa che probabilmente si era incrinato già durante l’ultimo campionato sulla visione futura della rosa con la proprietà. E allora era giusto dirsi addio ora, specie se la stessa corda tirava su due punti opposti e soprattutto prima che la stessa si rompesse definitivamente. Come accaduto in passato in un contesto che non ha mai portato a positività e risultati. A Bonato però vanno dati dei meriti. Innanzitutto il Cagliari ha ricostruito un certo tipo di rapporto con diversi club, come lo scambio proficuo fatto con Atalanta e Napoli nelle ultime sessioni di calciomercato. A Bonato va dato il merito di aver individuato dei profili che ora sono futuribili per la società, come Zortea o Felici, oppure delle certezze portate a casa senza particolari sforzi, come Mina o Luperto. Qualche chiamata sbagliata c’è stata indubbiamente e forse il cruccio principale dell’ultima stagione è stato quello di aver puntato forte sulla trequarti, con la conferma di Nicolas Viola e l’acquisto definitivo di Gianluca Gaetano, senza accorgersi però che Nicola spingeva a livello tattico verso altri lidi. E proprio dalla gestione autunnale della rosa e poi dal lavoro in sede di mercato invernale, vedasi soprattutto Coman, ci si è accorti a posteriori che qualcosa nel lavoro del diesse non stava funzionando, non solo per colpe sue, come in passato. Se però il Cagliari ha ritrovato la massima serie e se in massima serie ha provato a costruire un futuro basandosi su alcuni profili parte del merito va data anche all’ormai ex direttore sportivo. Uno che nel bene o nel male ci ha sempre messo la faccia anche davanti ai microfoni e che con garbo ha ridato programmazione a un club che dopo la retrocessione di Venezia aveva bisogno di qualcuno con la bussola ben salda in tasca. Con la speranza che l’indicazione data alla barca ora sia utile a chi viene dopo di lui per navigare senza ulteriori rivoluzioni ma nel segno di una certa continuità che è possibile.

Roberto Pinna

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