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Paulo Azzi durante Cagliari-Spal | Foto Luigi Canu

Cagliari | Compattezza ed equilibrio: perché Ranieri sta rinunciando a Paulo Azzi?

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Nonostante le difficoltà incontrate nei primi mesi di campionato, nel mercato di riparazione il Cagliari ha aggiunto solo due pezzi alla propria rosa: Paulo Azzi e Nik Prelec. Se l’acquisto dello sloveno è sembrato fin da subito un’aggiunta per dare più profondità al reparto d’attacco, specialmente in seguito all’infortunio di Pavoletti, il brasiliano invece è arrivato per prendersi da subito una maglia da titolare sulla sinistra sfruttando alcune sue caratteristiche non presenti in rosa: corsa, qualità tecniche e capacità nel saltare l’uomo.

Non è un caso, infatti, che Ranieri l’abbia buttato nella mischia da subito alla prima giornata disponibile contro il Como, in cui l’ex Modena è anche riuscito a trovare – fortunosamente – la rete. Nelle sue prime cinque gare sulla panchina del Cagliari, l’allenatore testaccino ha proposto sempre il 3-5-2, modulo sulla carta perfetto per sfruttare la propensione offensiva di Azzi e per celare i suoi limiti difensivi. A sorpresa, nella partita di Bari il Cagliari si è schierato con un 4-4-2 con Azzi in panchina e Lella sulla sinistra, scelta poi replicata a Venezia. L’ex centrocampista dell’Olbia non è tra i convocati per la partita contro il Genoa a causa di un problema rimediato nella gara contro i Lagunari, ma le parole di Ranieri nell’ultima conferenza stampa (qui per leggere tutte le dichiarazioni) fanno presagire un’altra panchina per il brasiliano.

Rischio
Paulo è un ottimo giocatore, ma ancora non è pronto per i movimenti che voglio io. Ora ci sono giocatori più pronti, giocano loro”. L’ex allenatore del Leicester ha fatto così implicitamente riferimento alla fase difensiva, specialmente nella prima pressione. Nel 4-4-2 schierato contro Bari e Venezia, il Cagliari ha proposto una fase difensiva contraddistinta da dei riferimenti a uomo a centrocampo, con le due punte impegnate a stare strette per togliere eventuali linee di passaggio verso il regista avversario. Un sistema di questo tipo forza gli avversari a giocare sugli esterni, zona di campo in cui si decide tanto della partita. Diventa perciò fondamentale l’apporto del centrocampista esterno, che deve essere bravo nel fare la spola tra la chiusura dei corridoi centrali e le uscite in pressing sull’esterno avversario quando questo riceve. Da questo punto di vista, Nunzio Lella ha dato dimostrazione di grande applicazione, spirito di sacrificio e tempismo nelle pressioni.

Azzi è un elemento unico per caratteristiche nel Cagliari, potenzialmente fondamentale per la buona efficacia della fase offensiva rossoblù. Tuttavia, difensivamente è un giocatore che lascia a desiderare, spesso deconcentrato e non precisissimo nelle uscite in pressing. Ragioni che hanno spinto Ranieri a preferirgli un giocatore più diligente – seppur molto meno creativo e impattante in attacco – come Lella. Perché le lacune difensive di Azzi da questo punto di vista potrebbero creare degli squilibri importanti nella compattezza della squadra. I riferimenti a uomo in mediana comportano la presenza di uno spazio considerevole tra le linee di difesa e centrocampo, alla luce del fatto che i centrali in una linea a 4 sono meno propensi a rompere la linea rispetto a quelli di uno schieramento a 5. Di conseguenza, un’eventuale uscita in pressing con i tempi sbagliati di Azzi potrebbe spaccare in due la squadra e lasciare troppo spazio agli avversari.

Possibilità
Se già la presenza di Luvumbo sulla destra potrebbe essere pericolosa per la struttura difensiva, far giocare contemporaneamente due calciatori che non fanno della difesa il loro punto di forza appare al momento come un rischio troppo grande per Ranieri. Con il ritorno di Nandez – giocatore unico per impegno e applicazione – e un suo eventuale schieramento da esterno destro, il rientro da titolare di Azzi sulla fascia opposta non sarebbe però un’utopia perché permetterebbe di trovare il giusto equilibrio nelle due fasi. Nelle ultime settimane ha poi ritrovato continuità anche Adam Obert, prima da braccetto sinistro nel 3-5-2 e poi da terzino sinistro nel 4-4-2. La più grande capacità dello slovacco consiste nella sua proprietà tecnica insolita per un giocatore della sua posizione e che non incide nella fase difensiva, in cui si fa notare per proattività e atletismo. Per caratteristiche, Azzi e Obert sembrano due calciatori complementari, adatti a giocare insieme grazie a una versatilità che permetterebbe di cambiare in maniera fluida il modulo (da 4-4-2 a 3-5-2 o viceversa) a partita in corso a seconda delle necessità.

D’altra parte, nelle ultime settimane il Cagliari ha dimostrato che la sua più grande forza è la compattezza difensiva, mentre il suo più grande limite sembra essere l’efficacia offensiva. In questo senso, considerando anche il ritmo con cui vanno le dirette concorrenti e il diminuire dei punti disponibili, non è escluso che Ranieri possa pensare a scelte più audaci in senso tattico. La partita contro il Genoa (al secondo posto a +9) segnerà uno spartiacque importante per il prosieguo della stagione degli isolani: la vittoria è l’unico risultato che permetterebbe di non vedersi ulteriormente allontanare la possibilità di una promozione diretta. E per vincere, a volte, bisogna avere il coraggio di rischiare.

Marco Lai

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