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Eusebio Di Francesco | Foto Cagliari Calcio

Cagliari, come gioca Di Francesco: il 4-2-3-1

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Prosegue la nostra analisi dei possibili temi tattici del Cagliari di Di Francesco alla luce di quanto ha lasciato in dote il mercato. Dopo aver passato in rassegna lo schema principale dell’allenatore abruzzese, quel 4-3-3 vero e proprio marchio di fabbrica, andiamo ad approfondire un’altra delle soluzioni in mano a al tecnico rossoblù per la stagione in corso.

Se nella gara contro il Sassuolo prima e in quella con la Lazio poi il Cagliari ha provato a mettere in campo il tridente tipico del suo allenatore, pur se di fronte ai biancocelesti si sono visti anche sprazzi di 4-3-1-2, nel terzo impegno in quel di Bergamo contro l’Atalanta Di Francesco ha cambiato approccio. Due i motivi principali della modifica contro la squadra di Gasperini, il primo la necessità di bloccare gli esterni nerazzurri e i loro famosi triangoli, il secondo le difficoltà proprie del Cagliari per la mancanza di esterni offensivi in rosa. Nonostante l’arrivo successivo di Ounas, i rossoblù potrebbero comunque all’occorrenza ripetere quanto messo in campo dal punto di vista tattico contro l’Atalanta.

Interessante l’aspetto difensivo, Di Francesco ha messo in mostra un 4-4-2 che ha previsto il sacrificio costante in copertura dei due esterni di centrocampo. Come si può notare dalla prima immagine, infatti, da un lato Sottil accorciava su Zappa per evitare gli uno-due tipici di Gasperini, dall’altro Nández scalava quasi come quinto di difesa per controllare l’esterno opposto sempre pronto a chiudere la manovra offensiva dei nerazzurri.

La criticità maggiore del 4-4-2 visto a Bergamo è stata la difesa tra le linee. Con i due centrali di centrocampo in linea, infatti, Gomez e Pasalic si sono mossi a fisarmonica con l’argentino spesso in posizione di play basso e il croato come regista avanzato tra mediana e difesa rossoblù. Non statici, ma alternati e pronti ad attaccare lo spazio alle spalle di Rog e Marin, con la conseguenza che se da un lato il Cagliari ha protetto bene le fasce, dall’altro ha lasciato il fianco alle combinazioni centrali. Immaginando Ounas in luogo di Sottil e tenendo presente le difficoltà in copertura dell’algerino segnalate nell’analisi di FooturLab, il 4-4-2 potrebbe sì essere una soluzione anche se con criticità non da poco.

Per quel che riguarda la fase offensiva è interessante quanto accaduto sul gol di Joao Pedro a inizio ripresa. Nández porta palla centralmente, chiamando la sovrapposizione di Lykogiannis a sinistra e assecondandone la corsa con il filtrante. Dal lato opposto Sottil chiude verso i sedici metri, permettendo così la presenza di ben quattro elementi dentro o in prossimità dell’area avversaria. Il gioco di spinta sulle fasce con un terzino che sale coperto dall’esterno di centrocampo e l’altro che resta in copertura lasciando spazio all’esterno sullo stesso lato è un’arma del 4-4-2 che può tornare utile contro avversari meno pimpanti dell’Atalanta. Da non sottovalutare poi la maggiore vicinanza alla porta di Joao Pedro che si divide l’area con Simeone – uno sul primo palo e uno sul secondo – e la presenza di Rog in appoggio, con un mediano che spinge e l’altro che bilancia in copertura.

Nel 4-4-2 che diventa 4-2-3-1 potrebbe tornare al centro del gioco d’attacco il numero 10 brasiliano. Il ruolo di trequartista che diventa seconda – o prima – punta sembra essere cucito perfettamente sulle sue caratteristiche, lasciando così da parte il sacrificio sull’esterno ed entrando più nel vivo della manovra d’attacco. A quel punto anche Marin, in difficoltà finora nel ruolo di regista-mediano basso davanti alla difesa, troverebbe uno scudiero in Rog, mentre Nández sull’esterno darebbe manforte al terzino da una parte, con Ounas dall’altra libero di attaccare senza troppi compiti di ripiegamento.

Matteo Zizola

 
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