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Il Cagliari saluta i propri tifosi dopo la sfida con il Genoa | Foto Luigi Canu

Cagliari | Chimera e realismo, dall’addio ai primi posti all’obiettivo playoff

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Quattordici punti nelle prime nove giornate del girone di andata, quattordici punti nelle prime giornate del girone di ritorno. Dal Como al Brescia cambiando l’ordine degli addendi il risultato non è cambiato. Da Fabio Liverani a Claudio Ranieri, seguendo il concetto della matematica che non è un opinione, il Cagliari ha di fatto ottenuto esattamente lo stesso bottino nelle stesse gare. Un confronto che però si ferma ai punti, perché in fondo le differenze sono tante e sostanziali.

Obiettivo playoff

Il passato insegna che l’obiettivo secondo posto può essere considerato una chimera. I rossoblù, dopo 28 gare, sono infatti all’ottavo posto a quota 39 punti e guardando alle ultime due stagioni della Serie B – quelle del ritorno del formato a 20 squadre – la quota per la promozione diretta in entrambi i casi è stata di 69 punti, quelli raggiunti dalla Salernitana nel 2020-21 e dalla Cremonese nel 2021-22. Tradotto, il Cagliari dovrebbe fare 30 punti nelle ultime dieci giornate per arrivare alle fatidiche 69 lunghezze, ovvero vincere tutte le partite da qui alla fine del campionato. Abbandonati dunque i sogni di promozione diretta, il mirino non può che essere puntato sul miglior piazzamento possibile, anche se il terzo e il quarto posto che garantirebbero l’accesso diretto alle semifinali playoff – senza il primo turno preliminare a gara secca – appaiono se non utopici quantomeno complicati. Pisa e Monza la passata stagione arrivarono appaiate a 67 punti occupando le posizioni immediatamente sotto quelle valide per la promozione diretta, mentre in quella precedente i brianzoli arrivarono terzi con 64 punti seguiti dal Lecce quarto con 62. In sostanza il Cagliari per raggiungere la quota minima dovrebbe mettere in cascina dai 23 ai 28 punti da qui alla chiusura del torneo e se nel caso più ottimistico la speranza è lecita, in quello più pessimistico si tratterebbe di una vera e propria impresa che avrebbe poco a che vedere con il rendimento attuale. Discorso differente se si analizza la possibilità di accedere ai playoff anche con il minimo sindacale dell’ottavo posto in classifica. Nel 2020-21 a occupare l’ultima piazza utile per gli spareggi promozione fu il Chievo Verona con 56 punti, nel 2021-22 fu il Perugia con 58, rispettivamente 17 e 19 punti in più di quelli raccolti dal Cagliari in questo momento. Con sei gare da disputare in casa e quattro in trasferta i rossoblù possono certamente ambire a questo traguardo, per poi giocarsi il tutto per tutto nella coda del campionato.

Gemelli diversi

Passando ai confronti interni, quindi tra il passato targato Liverani e quello più recente con alla guida Ranieri, è il futuro che potrà segnare il solco al momento rimasto nel mondo delle idee. Perché se dopo nove giornate la situazione di classifica è pressoché identica, dalla decima fino alla diciannovesima il Cagliari rallentò in maniera tanto pericolosa quanto la vicinanza alla zona playout che ne conseguì. Undici i punti raccolti dai rossoblù nelle dieci gare tra la decima e l’ultima di andata, otto in nove partite se si esclude la sfida contro il Cosenza con Pisacane in panchina in seguito all’esonero di Liverani. Un bottino ridotto che apre la porta a un miglioramento sostanziale, punto di partenza per arrivare con il giusto abbrivio alla parte cruciale della stagione rappresentata dai possibili playoff. Andando poi ad analizzare i 14 punti ottenuti sia da Ranieri che dal suo predecessore nelle prime nove giornate, non si può dimenticare che nel primo caso il Cagliari ha affrontato cinque trasferte contro quattro incontri casalinghi, mentre nel secondo esattamente l’opposto. La sfida con l’Ascoli riequilibrerà la statistica e potrebbe dare a Ranieri un vantaggio rispetto a Liverani e la spinta per superare i problemi nati dagli ultimi quattro pareggi. Nel girone di andata, a questo punto del campionato, Lapadula e compagni misero a segno nove reti, subendone altrettante, mentre nel ritorno sono sette quelle all’attivo contro le cinque al passivo. Una differenza reti positiva, ma soprattutto una differenza alla voce gol realizzati che è inferiore rispetto a quella dei gol incassati, dimostrazione del buon lavoro fatto da Ranieri nella solidità difensiva che, però, non è stato compensato da quello nella pericolosità offensiva. Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno i margini di miglioramento sono tanti, perché riuscendo ad aumentare anche di poco la capacità realizzativa ecco che i risultati migliorerebbero di conseguenza.

Matteo Zizola

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