Fortemente voluto da Claudio Ranieri, quello stesso allenatore che in quel di Genova, sponda Sampdoria nelle stagioni 2019/20 e 2020/21, lo ha allenato e ha visto in lui la duttilità , la qualità e l’esperienza tali da richiederlo in sede di mercato estivo al diesse del Cagliari Nereo Bonato. L’avventura di Jakub Jankto in Sardegna però non è andata come tutti, ma in particolare il tecnico di Testaccio, si aspettavano. Dai problemi fisici avuti, sia a inizio stagione che durante il campionato stesso, alla prestazione contro la Salernitana che ha messo in mostra ciò che l’esterno può dare alla causa rossoblù, fino alla chance sprecata a San Siro in Coppa Italia contro il Milan.
DifficoltÃ
Che Ranieri sia un maestro nella gestione degli elementi a disposizione nella sua rosa non lo si scopre di certo ora. Basti vedere quanto fatto durante la sua esperienza a Cagliari con i vari Dossena o Prati. Attesa, pazienza e fiducia, tutti segnali che all’esterno dei rossoblù Jankto non sono mai mancati, ma che per demerito dell’ex Udinese e Getafe non sono bastati per ritagliarsi uno spazio all’interno degli undici titolari della formazione isolana. Da un lato il ricordo di quanto fatto in Friuli e in Liguria con i bianconeri e i blucerchiati, dall’altra i primi mesi a Cagliari con i fantasmi delle esperienze negative con Slavia Praga e Getafe che sembrano non voler andar via. Certo la fortuna non è mai stata dalla parte del ceco, con gli infortuni che sono stati una costante da quando è approdato in Sardegna. A partire dal problema muscolare accusato nel pre-campionato contro l’Olbia, passando per quello che lo ha lasciato ai box nelle sfide contro Atalanta, Milan e Fiorentina. Un credito con la dea bendata che però non è stato colmato dalle prestazioni in campo in termini di incisività e atteggiamento.
Delusione
“Da Jankto mi aspettavo di più, è vero“, parole importanti quelle dette da mister Ranieri in occasione della conferenza stampa che ha anticipato la sfida contro il Lecce. Un passaggio dalla carota al bastone che mira a dare la scossa a un calciatore che in quel di Cagliari ha ritrovato non solo un’occasione per rinascere, ma soprattutto la grande possibilità di non diventare definitivamente una meteora del calcio europeo. In stagione, tra campionato e coppa, sono solamente 12 le presenze di Jankto per un totale di 580 minuti. Un percorso deludente: con pochissime luci, come con la Salernitana sia per l’assist per Luvumbo che per il gran filtrante per Shomurodov che ha dato il La alla rete dell’1-2 di Viola, e tantissime ombre. Il punto più basso toccato nella sfida di San Siro contro il Milan, quando Ranieri ha deciso di mandarlo in campo dal primo minuto per testare il suo reale grado di affidabilità in vista della seconda parte di stagione. Una prova deludente e opaca, tante giocate sbagliate e quella responsabilità sul secondo gol realizzato dai rossoneri che hanno bollato la sua stagione – finora – come una grande bocciatura. Nel futuro c’è comunque ancora il Cagliari, con la sua permanenza in Sardegna che appare certa. Un capitolo 2 della stagione 2023/24 ancora da scrivere per scacciare via i fantasmi di due anni e mezzo difficili, con l’obbligo – più che l’obiettivo – di ritrovare la tenuta fisica e mentale adatta per contribuire attivamente alla corsa salvezza dei rossoblù. Da un lato l’attacco febbrile che lo ha lasciato ai box nella seduta odierna (4 gennaio) di allenamento e che mette in dubbio la sua presenza in quel di Lecce. Dall’altro la necessità di riscattarsi, per mettere una pietra sopra a quanto di negativo fatto finora e ripagare la fiducia di chi ha creduto e puntato su di lui. Al centro il destino, un futuro ormai tracciato con una strada e un percorso ancora da scegliere: essere l’ennesimo rimpianto di un mercato estivo rivelatosi sottotono, oppure trasformarsi in uomo della provvidenza nel cammino verso la salvezza.
Andrea Olmeo














