Nello sport, e più precisamente nel calcio, anche il giocatore più importante nell’economia del gioco di una squadra può cadere in un momento negativo. E proprio questo è stato il copione che ha visto come protagonista il centrocampista del Cagliari, Antoine Makoumbou, apparso in netta difficoltà nell’ultimo turno di campionato pre pausa nazionali contro il Monza.
Importanza
Fin dal suo arrivo in Sardegna nella scorsa annata in cadetteria, sotto le gestioni tecniche di Liverani prima e Ranieri poi, l’ex centrocampista del Maribor è stato un punto di riferimento nel cuore del centrocampo rossoblù. Non solo le prestazioni e la tecnica (anche se caratterizzata spesso da un eccessivo innamoramento del pallone) hanno caratterizzato la prima stagione italiana del 25enne nato a Parigi ma con passaporto congolese, culminata poi con la promozione del Cagliari in Serie A con la storica doppia finale contro il Bari. A testimoniare l’importanza avuta da Makoumbou sul mondo Cagliari ci sono anche le 41 presenze ufficiali complessive, di cui 37 in campionato (dov’è partito 33 volte dal primo minuto, mentre a completare il bilancio ci sono 3 subentri e 1 panchina). Lo scenario, dal punto di vista dell’utilizzo nello scacchiere cagliaritano, si è confermato anche in questa stagione di Serie A: nello specifico per il congolese 27 convocazioni in rosa per altrettante volte dal primo minuto e solamente due assenze – per squalifica contro Sassuolo ed Empoli – sulle 29 gare disputate fin qui dal Cagliari in questo campionato.
Frenata
Durante il corso della stagione sono cambiati i moduli o i compagni di reparto nel cuore nevralgico del campo (da Nández a Prati passando per Sulemana e Deiola), ma la certezza nella mediana del Cagliari di Ranieri è rimasta comunque quella rappresentata da Makoumbou. Tuttavia è stata la prestazione fornita contro il Monza dall’ex prodotto del settore giovanile del Monaco a destare qualche perplessità . Per il numero 29 rossoblù un approccio troppo morbido alla gara contro una squadra, come quella brianzola di Palladino, che fa dell’intensità una delle sue caratteristiche principali da diverso tempo a questa parte. Proprio nel momento più delicato della stagione dei sardi, ancora invischiati nella corsa salvezza, è arrivato il primo vero passaggio a vuoto di Makoumbou, testimoniato anche dalla prima sostituzione dopo un solo tempo disputato. Anche i numeri nella sfida del Brianteo lo hanno visto meno al centro della manovra cagliaritana. Secondo le statistiche fornite dalla Lega di Serie A, infatti, il mediano di Ranieri ha collezionato 25 palloni totali giocati, 17 passaggi riusciti, 4 palloni giocati in avanti e 1 recupero. Un apporto al ribasso rispetto alle attese per un giocatore che comunque, in più di una circostanza, ha dimostrato di saper dare del ‘tu’ al pallone.
Rivalsa
La frenata può rappresentare per un atleta, a qualunque livello, un incidente di percorso ma il primo obiettivo, dopo uno stop, resta comunque quello di ripartire immediatamente e con maggiore convinzione. E in tal senso, la ripartenza per Makoumbou fa rima con senso di rivalsa. Non soltanto la voglia di riprendersi il centrocampo del Cagliari dopo la convocazione con il suo Congo ma anche di confrontarsi per la seconda volta in campionato con l’Hellas Verona. Nella gara d’andata, il numero 29 rossoblù giocò solamente 51′, con la sua espulsione – la seconda della sua annata dopo quella (con annesse polemiche) contro la Lazio nel duello con il biancoceleste Guendouzi – che mise in difficoltà i sardi nella sfida del Bentegodi, persa poi per 2-0. Makoumbou sa di avere la fiducia dell’ambiente e sopratutto di mister Ranieri, come confessato in un’intervista rilasciata lo scorso gennaio dalle colonne del Corriere Dello Sport, in cui l’ex Maribor riconobbe nel tecnico romano un punto di riferimento importante per la sua crescita, specialmente dal punto di vista tecnico. “Ranieri mi ha insegnato a giocare più rapidamente, a dare la palla in avanti anche se a volte non è facile, a giocare di più per la squadra e anche a tirare con frequenza. Tutto quello che mi dice è importante è io cerco di metterlo in pratica. Di lui ammiro la calma e la capacità di saper essere un papà per tutti”, dichiarò in quell’occasione il buon Antoine, che ora vuole tornare a essere determinante per il Cagliari nel rush finale di campionato, quello a cui rossoblù puntano per arrivare alla salvezza.
Fabio Loi














