Poco filtro, eccessiva esposizione alle ripartenze avversarie e difficoltà di manovra. Il 3-0 subito dal Cagliari contro la Lazio alla Unipol Domus ha messo in evidenza alcune problematiche del centrocampo rossoblù, forse il reparto in cui Walter Mazzarri dovrà mettere più mano, tra allenamenti e cambi di giocatori, in vista del delicatissimo scontro salvezza nel prossimo turno di Serie A in casa dello Spezia.
Scelte
Bellanova, Marin, Grassi, Deiola, Dalbert. Una linea a cinque ben rodata da Mazzarri negli ultimi turni e grazie alla quale il Cagliari ha ritrovato equilibrio. Ma il tris biancoceleste ha anche evidenziato come a volte servano delle soluzioni tattiche alternative. O con dei cambi tra chi è in panchina o con dei compiti diversi in campo. Partiamo da Razvan Marin, il duttile centrocampista rumeno sembra essere l’ago della bilancia di questa ultima parte di stagione dei rossoblù. Se lui va in apnea il Cagliari o non riesce a bloccare il portatore di palla avversario, e quindi si espone al contropiede, oppure non riesce a costruire transizioni rapide con continuità, e non trova la via del gol. Uno e trino nell’ultimo periodo Marin, che ha ricoperto praticamente ogni zolla della mediana: dalla mezzala classica, che sembra esaltarlo maggiormente, al filtro in mezzo e anche il trequartista “pendolo” che va in pressing alto per poi abbassarsi in costruzione a favore. Con la Lazio ha giocato proprio in questa soluzione tattica, che però lo ha visto faticare a entrare con costanza nella partita (anche se quando si è acceso è andato un paio di volte al tiro) e soprattutto ha esposto il Cagliari a subire la densità della Lazio a centrocampo, con Milinkovic, Anderson, Zaccagni e Luis Alberto che hanno potuto fare il bello e il cattivo tempo. Il risultato è stato un Marin che ha trovato due volte lo specchio (il totale per i rossoblù è stato appena di tre dalle parti di Strakosha in 90′) ma che ha anche fatto 35 passaggi positivi, 9 duelli e 4 lanci positivi. Serve più specializzazione, altrimenti per Marin cantare e portare la croce sempre e costantemente al top sarà ed è impossibile.
Filtro
Sabato sera alla Unipol Domus Mazzarri ha affidato completamente il suo filtro in mediana al duo Deiola e Grassi, ma entrambi dopo aver fatto molto bene e sicuramente sopra le aspettative, sembrano avere la necessità di tirare un attimo il fiato. Lo spiegano bene i numeri: Grassi e Deiola hanno faticato a giocare e fare filtro, entrambi hanno sbagliato 7 passaggi e hanno perso 8 palloni il primo e 10 il secondo. In fase difensiva non va meglio con 1 solo contrasto vinto per tutti e due e con 3 duelli (aerei e in marcatura) vinti da Deiola e 2 dall’ex Parma Grassi. Ecco che in questo scenario potrebbe rientrare Daniele Baselli. L’ex Torino, nonostante un recente problema alla caviglia, è entrato con grinta e voglia contro la Lazio e le sue geometrie palla al piede sono forse la chiave per aprire le porte di uno Spezia non in formissima ma comunque capace ogni volta di restare in partita fino alla fine e di chiudersi con attenzione anche contro le grandi.
Le fasce
Tatticamente Mazzarri dovrà mettere a lucido in questa settimana vista Spezia anche le fasce. Dalbert e Bellanova sono l’arma in più dei rossoblù con i loro strappi in avanti. Contro la Lazio, per esempio, il Cagliari ha fatto 13 cross (gli ospiti solo 7), e l’ex Bordeaux con tre traversoni positivi è stato il migliore in campo in questo fondamentale, ma quasi nessuno dei palloni in area di rigore è stato sfruttato. L’attacco leggero e mobile con Pereiro e Joao Pedro (troppo lontano dalla porta avversaria negli ultimi turni) sembra convincere meno. E forse contro lo Spezia per sfruttare le fasce e i cross, e per mettere in difficoltà una difesa statica ma atleticamente pronta come quella dei liguri, servirà proprio rispolverare l’arma “esterna”, magari alzando il raggio d’azione di JP10 oppure schierando Pavoletti dall’inizio per raccogliere con maggiore precisione cross e palloni dalle fasce.
Roberto Pinna