Uno (il più giovane) è il presente e soprattutto il futuro del Cagliari. L’altro (il più anziano) è parte della storia recente rossoblù, dopo aver attraversato momenti di esaltazione totale e fitta disperazione, sempre con il mercato al centro del mirino. Un compleanno con vista Empoli per Matteo Prati e Nahitan Nández, entrambi nati il 28 dicembre – del 2003 l’ex Spal, nel 1995 el León – rappresentano due pedine fondamentali per il Cagliari di Claudio Ranieri. Soprattutto l’uruguaiano è un elemento imprescindibile, qualunque sia il sistema di gioco scelto dal tecnico romano: un vero e proprio jolly, che fin qui ha giocato in tutti i ruoli della fascia destra (terzino, esterno a 4, quinto ed esterno alto d’attacco), oltre al classico spot da mezzala e persino da esterno alto a sinistra. Eppure, il destino di mercato dei due è agli antipodi: Prati è il simbolo dell’investimento verso il futuro fatto dal Cagliari in estate, insieme agli arrivi di Sulemana e Oristanio, Nández è il nome più prezioso (e potenzialmente richiesto) tra i giocatori in scadenza di contratto a giugno 2024. Ed è sulla situazione del Leon che ci concentreremo.
Imprescindibile
“Franza o Spagna, purché se magna”, diceva Guicciardini nel Cinquecento, un motto che per Nández potrebbe trasformarsi “Terzino o ala, purché giochi”, visto che se può Ranieri non ci rinuncia mai. Troppo importante per il suo Cagliari il contributo dell’ex Boca Juniors, soprattutto a livello di grinta ed esperienza. Certo, la precisione davanti alla porta avversaria non è esattamente il suo forte, dato che su 16 occasioni da gol guadagnate – lo stesso numero di Viola e Luvumbo – il gol è arrivato soltanto su calcio di rigore, l’inutile rete della bandiera nell’1-4 interno contro la Roma. “Possiamo dire che non è un goleador”, ha detto di lui Ranieri in conferenza stampa. “Penso che abbia fatto proprio pochi gol in carriera. Lui è un giocatore generoso, dà tutto, non è assolutamente in crisi, speriamo ci si ritrovi altre volte davanti alla porta ma riesca a far gol”. Pochi gol magari fin qui, eppure in nessuna delle 145 volte in cui Nández ha indossato la maglia rossoblù il suo impegno è mancato. Un atteggiamento da professionista che lo ha fatto entrare nei cuori dei tifosi di un Cagliari alla ricerca di bandiere e beniamini da coccolare, specialmente in anni sportivamente difficili come quelli recenti. Nel suo quasi quinquennio nell’Isola El León ha vissuto picchi emozionali da non sottovalutare. Arrivato nell’estate 2019 come l’acquisto più oneroso della storia del club, Nández per i primi sei mesi è stato un ingranaggio di quel meccanismo semiperfetto che era il Cagliari di Maran issatosi fino a un clamoroso quarto posto in classifica. Nández-Cigarini-Rog e Nainggolan sulla trequarti: una mediana capace per mesi di far entusiasmare i tifosi, fino a quando si ruppe il giocattolo nei primi mesi del 2020, autentico annus horribilis per i rossoblù e non solo. Prima i problemi legati ai diritti di immagine, poi le voci di trasferimento che – come ogni estate – lo hanno visto sul punto di lasciare Cagliari ma senza che i tanti ammiratori trovassero l’accordo con Giulini.
Sempre lì, lì nel mezzo
Da allora è passata tanta acqua sotto Ponte Vittorio: nell’estate 2020 il Cagliari ha provato a rilanciarsi con Di Francesco in panchina, dopo l’interregno in epoca Covid di Walter Zenga. Un flop con il rischio di una retrocessione sfiorata a lungo, prima dell’arrivo del “normalizzatore” Semplici a calmare le acque e ridare serenità a un ambiente avvelenato. Una discesa tra i cadetti che si è poi materializzata un anno dopo, con la nefasta esperienza rossoblù di Mazzarri, che ha sbriciolato uno spogliatoio in forte crisi di identità. Nahitan Nández ha attraversato tutte queste fasi, mettendoci la faccia nel momento più nero con la decisione di restare a Cagliari nonostante la Serie B. Una scelta che lo ha consacrato ulteriormente come beniamino nel cuore dei sostenitori rossoblù. La Sardegna lo ha adottato e lui, con quello sguardo da ragazzino curioso, si è ambientato benissimo, ritrovandovi tanti aspetti in comune con il suo Uruguay. Una situazione familiare a lungo tutt’altro che serena, che ha trovato pace soltanto negli ultimi mesi (insieme alla ritrovata convocazione con la Celeste), certamente grazie anche all’amore per Sara, immancabile compagna di avventure nelle tantissime gite alla scoperta di nuovi angoli di paradiso in giro per l’Isola.
Contratto
Eppure, in questi quasi cinque anni di esperienza cagliaritana di Nández sono spesso riecheggiate le parole di Pablo Bentancur, da sempre suo agente e rappresentante, che fin dal primo giorno mise in chiaro un concetto: “Nahitan è un professionista, Cagliari è solo una tappa della sua carriera”. Ora quel contratto – quinquennale, per l’appunto, firmato nell’agosto 2019 nella splendida cornice del ristorante Libarium a Castello – è prossimo alla scadenza. Dal 1° gennaio 2024 El León sarà libero di firmarne uno nuovo da svincolato, a meno che non arrivi entro il 30 giugno il rinnovo con il club di Tommaso Giulini. Un’ipotesi che negli ultimi mesi è stata spesso vagheggiata anche dal direttore sportivo rossoblù Nereo Bonato (“C’è volontà di trovare soluzione che accontenti tutti, vedremo se saremo bravi a trovare una soluzione positiva”, disse lo scorso settembre nell’intervista ai canali ufficiali del club), ma che al momento sembra ben lontana dalla realtà dei fatti. Nández piace a tanti: anche se forse non più come nei primi anni di esperienza cagliaritana, l’idea di portarlo a casa a parametro zero stuzzica più di un club di Serie A, anche tra quelle che stazionano nei piani alti della classifica. Si è parlato di Inter nelle scorse settimane, ma le parole di Marotta hanno chiuso la questione nonostante l’infortunio di Cuadrado: dichiarazioni che hanno raffreddato anche la voglia dell’agente di portarlo sotto la Madonnina nerazzurra. Anche la Juventus di Cristiano Giuntoli sarebbe vigile sulla questione soprattutto in vista di giugno, con il direttore sportivo bianconero che già lo avrebbe voluto portare a Napoli in passato. “Nández ha il procuratore che sa far bene il suo mestiere”, ha detto ancora un sorridente Ranieri nella conferenza stampa pre Empoli. “È concentrato su quello che deve fare, entra su tutti i palloni, voi lo conoscete forse meglio di me. Io lo vedo durante tutti gli allenamenti, non mi lascia mai nessun dubbio. È concentrato sulla salvezza e va benissimo così”. E se lo dice Ranieri, che gli ha dato la fascia da capitano in più di una circostanza, c’è da credergli. Eppure, il futuro resta in bilico.
Futuro
Per Nández il ventottesimo compleanno potrebbe dunque essere l’ultimo festeggiato da calciatore del Cagliari. A meno che non si realizzi quello che sperano e sognano tanti tifosi: un rinnovo di contratto, magari a vita, così da lasciare definitivamente il segno nella storia del club. Lui sarebbe ben felice di restare in Sardegna, sul solco tracciato da tanti altri connazionali, da Diego Lopez a Nelson Abeijon, passando per Pepe Herrera e Fabian O’Neill. Per ora il Leone di Punta del Este è il quarto uruguaiano per presenze con la maglia del Cagliari: chissà che questa esperienza non sia destinata a durare ancora anche dopo la stagione in corso. Serve solo trovare la quadra tra richiesta e offerta: qualche sforzo da una parte, qualche rinuncia dall’altra e il gioco è fatto. Facile a dirsi, però, molto meno a farsi. In ogni caso, però, prima c’è da pensare alla salvezza del Cagliari, soltanto dopo ci sarà spazio per altri ragionamenti. Come sempre, con tutti i ben noti pregi e difetti, ma senza lesinare impegno e sudore, da autentico professionista del fútbol qual è Nahitan Nández.
Francesco Aresu














