Il tempo è un concetto maledettamente centrale della nostra esistenza. Ha unito, diviso e fatto penare fisici e filosofi. Si è preso l’animo razionale e quello umorale della mente umana. Scandisce le nostre vite ed è considerato il bene più prezioso da poter tenere. Tutti sappiamo cosa è il tempo fino a quando non ci chiedono di definirlo precisamente, come diceva Sant’Agostino. E chissà che nelle lunghe giornate durante la sosta della Serie A per le nazionali anche il direttore sportivo Nereo Bonato e il tecnico Claudio Ranieri sotto il cielo stellato di Asseminello non si fermino a ragionare sul tempo del loro Cagliari, in un campionato che vede i rossoblù in ritardo dentro una classifica che non sembra aspettare nessuno.
Attesa
D’altronde il tema del tempo è tornato centrale sia nella conferenza stampa di Bonato che in quella di Ranieri al termine della pesante sconfitta interna per 4-1 contro la Roma nell’ottava giornata di Serie A. Il diesse rossoblù ha cristallizzato qualsiasi tipo di dubbio sul futuro della panchina del Cagliari – “Ranieri non è assolutamente in discussione” – e ha giocato sull’attesa: “Abbiamo costruito una squadra con tanti giovani e i giovani vanno aspettati. Nel calcio quando getti le basi di un progetto devi darti il giusto tempo. Noi siamo certi delle qualità della rosa a disposizione. Non puoi pensare che a dei profili meno esperti non serva del tempo per ambientarsi alla nuova categoria. Speravamo di avere qualche punticino in più, ma sapevamo che l’impatto con la Serie A, dato anche un calendario così complesso, sarebbe stato difficile”. A questo punto la domanda da porsi sorge spontanea: ma il Cagliari è la squadra più giovane del campionato? Considerando l’età media a partita i sardi hanno una formazione di 25,4 anni (dato Transfermarkt). Torino, Udinese, Frosinone, Bologna e Lecce (i salentini con 24,3 sono la squadra per ora “meno vecchia” a partita della A) hanno di base delle formazioni più giovani dei rossoblù. E se guardiamo alla classifica di tutte, Udinese esclusa e in parte Torino, per ora la gioventù non sembra essere un fattore negativo, anzi. Più che altro, per motivi diversi, il Cagliari sembra avere dei calciatori al momento ancora non pronti per la Serie A. Ma il discorso esula dalla data di nascita presente nella carta d’identità. E in questa ottica la curiosità è capire quanto abbia inciso un mercato fatto di attese fino all’ultimo giorno o quasi, come nei casi di Petagna e soprattutto di Hatzidiakos. Ma su questo tema ai nostri microfoni il direttore Bonato ha lanciato palla lunga nel post Roma: “Non siamo pentiti di aver aspettato alcuni profili fino all’ultimo, il tempo (eccolo che torna, ndr) sarà il nostro alleato per la crescita dei singoli e della squadra”.
Punti di vista
Ranieri il tempo al contrario, dopo il netto 4-1 con la Roma, ha provato a tirarlo e allungarlo per farlo scorrere più veloce. Un lasciarsi alle spalle un impatto con la A complicato e quella frase – “Ora inizia il nostro vero campionato” – che porta il suo Cagliari direttamente alla gara di Salerno, vero e proprio primo bivio stagionale per la salvezza. Un carico di responsabilità non da poco per una rosa che fin qui alle prime difficoltà si è sciolta contro le cosiddette big, specie con tanti errori individuali. E l’effetto boomerang di caricare di troppa attesa le sfide contro le dirette avversarie, considerando scontate quelle contro squadre di alta classifica, è un errore che i rossoblù hanno già commesso appena due stagioni fa. Concetti simili, ma punti di vista diversi per Ranieri e Bonato, come due filosofi che dialogano sul tempo. E le sfumature diverse tra allenatore e direttore sportivo sono chiare nel discorso sulle attese di inizio stagione. Da una parte il tecnico romano che dice: “Mi aspettavo di avere 0 punti, quando ho visto il calendario credevo che questa rosa non facesse nemmeno i due punti fatti fin qui. Per questo ho parlato di libecciate all’inizio della stagione”. Dall’altra parte invece il diesse che si lascia andare a un: “Speravamo di fare qualche punto in più. Sapevamo che l’impatto sarebbe stato duro, ma non così duro”. Cercare la quadra per la risalita del Cagliari, dopo il peggior inizio in Serie A del club, solo analizzando le parole dei protagonisti però è un complesso esercizio di stile da lunedì mattina dopo un 4-1 subito in casa. L’impressione netta è che questa squadra abbia sì bisogno di tempo, ma che abbia anche la necessità di iniziare a pensare che il tempo a disposizione sia scaduto e nessuno aspetterà nessuno. Sarebbe anche il giusto atteggiamento nei confronti di una piazza che sta attendendo compatta un moto di orgoglio in salsa rossoblù.
Roberto Pinna














