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Cagliari, attacco in panne: per l’impresa non basta solo Joao Pedro

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Quattro punti nelle ultime dieci partite con venti gol subiti e sei realizzati, due lunghezze di ritardo dalla Salernitana a una giornata dal termine come risultato del filotto negativo. I dati non mentono e fotografano le cause della crisi del Cagliari, fino all’avvicendamento tra Mazzarri e Agostini e agli ultimi novanta minuti di passione da vivere senza essere arbitri del proprio destino.

Rivoluzione a metà

Nel mercato di gennaio la rivoluzione aveva visto come protagonista il reparto difensivo. Via Godín e Caceres, dentro Lovato e Goldaniga oltre all’improvvisa esplosione di Giorgio Altare. I risultati sembravano aver dato ragione alla società rossoblù e all’allora tecnico Walter Mazzarri, poi le sconfitte hanno riportato il Cagliari sulla terra fino al terzultimo posto e alla bagarre salvezza. Se da una parte la difesa ha continuato a subire almeno un gol a partita – esclusa la vittoria contro il Sassuolo – dall’altra l’attacco non ha compensato. Tanto che solo in 7 occasioni su 37 i rossoblù hanno bucato per due volte il portiere avversario e solo in una hanno realizzato tre reti. Il solo Joao Pedro nelle ultime dieci gare ha messo la sua firma con i gol contro Udinese, Juventus e Verona, ma senza che le sue reti abbiano portato punti. Accanto al capitano rossoblù il vuoto e bisogna tornare alla gara contro il Napoli, tre mesi fa, per trovare un altro attaccante a tabellino. Dodici partite dall’ultimo gol di Gastón Pereiro contro il Napoli, tredici da quello di Leonardo Pavoletti a Empoli, addirittura 25 dall’ultima marcatura di Keita Baldé ormai datata 21 novembre 2021, sei mesi fa.

Polveri bagnate

I quattro punti raccolti dal Cagliari nelle ultime dieci gare sono arrivati grazie ai gol di Alessandro Deiola e di Giorgio Altare. Tolto Joao Pedro, dopo il pareggio interno contro il Napoli del 21 febbraio, sono arrivate solo le due reti del centrocampista di San Gavino contro Sassuolo e Torino, una del difensore ex Olbia contro la Salernitana e ancora quella di Raoul Bellanova sempre di fronte al Torino e di Lykogiannis nell’ultima sconfitta contro l’Inter. Un apporto deficitario del reparto offensivo che non si spiega solo con le prestazioni dei singoli, anzi. Il Cagliari ha mostrato difficoltà evidenti nella costruzione della manovra d’attacco lungo tutto l’arco della stagione – 34 i gol totali, meno di uno a partita di media – risultando dopo il Genoa la squadra che ha tirato di meno in porta con 117 conclusioni nello specchio, sette in più del Grifone e due in meno del Venezia. I dati individuali danno poi indicazioni ancora più pesanti.

I dati

Joao Pedro resta senza dubbio il fulcro dell’attacco rossoblù, nonostante la continuità in zona gol non sia stata negli ultimi mesi la stessa della prima parte di stagione. Le 13 realizzazioni totali del brasiliano sono arrivate attraverso 62 tiri totali, dei quali 37 nello specchio, con una percentuale realizzativa del 21%. Guardando sempre ai dati Opta, è indicativo quello relativo a Leonardo Pavoletti. Il centravanti livornese, infatti, ha prodotto 27 conclusioni in tutto il campionato in 32 presenze – meno di una a partita di media – delle quali solo 10 nello specchio, e con un totale di 5 reti ha una percentuale realizzativa del 19%. Inferiori a quelli del numero 30 i dati relativi a Keita Baldé, non solo per i soli 3 gol segnati, ma anche per i 18 tiri totali dei quali 11 nello specchio, con una percentuale realizzativa del 17% nelle 25 partite disputate. In controtendenza Gastón Pereiro, almeno per quel che riguarda quest’ultimo dato. In 28 presenze – ben 19 da subentrato – il Tonga ha messo a segno 4 gol attraverso 11 tiri totali dei quali 7 nello specchio, con una percentuale realizzativa nettamente superiore a quella dei compagni e pari al 36%. Per dare un’idea delle difficoltà degli attaccanti rossoblù basta analizzare il dato relativo ad Alessandro Deiola. Quattro gol, uno in più di Keita, gli stessi di Pereiro e solo uno in meno di Pavoletti, ma soprattutto 23 tiri totali dei quali 13 nello specchio e una percentuale realizzativa del 17%.

All’attacco?

Contro il Venezia Agostini potrebbe dunque giocarsi la carta di un Cagliari a trazione anteriore, anche per riuscire a regalare maggiori opportunità di colpire ai suoi attaccanti. La staffetta tra Pavoletti e Keita non ha prodotto nessun miglioramento, così come l’utilizzo con il contagocce di Pereiro non ha aiutato una maggiore produzione offensiva. I rossoblù non solo segnano poco, ma concludono altrettanto poco. La possibilità di vedere contemporaneamente il centravanti livornese e il compagno senegalese insieme a Joao Pedro non è dunque remota, anche grazie al recupero di Nández che garantirebbe maggiore gamba in mezzo al campo per compensare lo schieramento più sbilanciato. In ogni caso gli attaccanti rossoblù dovranno dare un apporto maggiore in zona gol per poter superare il Venezia, prima condizione per sperare nella salvezza. Quanto accadrà a Salerno sarà altrettanto decisivo, ma senza segnare e vincere al Penzo ogni discorso sulla sfida dell’Arechi sarebbe inutile.

Matteo Zizola

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