Disponibilità nel momento del bisogno da mettere al servizio della squadra e portatore sano di aggressività in mezzo al campo. Non è uno slogan pubblicitario d’altri tempi ma è uno dei principi con cui Michel Adopo si era presentato poco più di tre mesi fa ai canali ufficiali del Cagliari nei suoi primi giorni di ritiro agli ordini di Davide Nicola. Forse è arrivato un po’ in sordina agli occhi degli addetti ai lavori e non nella maxi operazione che ha portato dalla Bergamo nerazzurra i vari Zortea, Piccoli e, con il percorso inverso, il ghanese Sulemana, di cui lo stesso Adopo ha di fatto preso il posto nella mediana rossoblù. In Sardegna, però, il numero 8 francese ha portato il suo modo di interpretare il ruolo di centrocampista, con aggressività e fisicità ma anche mettendo in campo quel giusto mix di quantità e qualità che nel calcio non guasta mai.
Voilà
“Questa che mi ha dato il direttore Bonato è una grande opportunità, devo trovare continuità e serenità per diventare un giocatore di calcio. Il direttore e mister Nicola mi hanno dato subito fiducia, hanno progetti per me e quindi per questo ho scelto Cagliari”, aveva spiegato Adopo nel motivare la scelta Cagliari dopo le esperienze in massima serie con le maglie di Atalanta e Torino. Un’entrata in scena decisa e di grande impatto in maglia isolana per il 24enne centrocampista originario di Villeneuve-Saint-Georges che, dopo tre subentri nelle prime cinque giornate di campionato contro Roma, Como e Napoli (tutti arrivati in gare casalinghe), è arrivata alla prima da titolare nella prima gara vinta dal Cagliari in Serie A a Parma nella giornata di ieri, lunedì 30 settembre. Proprio nella serata in cui Nicola, ritiro prolungato a parte, ha deciso di cambiare le carte in tavola dal punto di vista tecnico-tattico, ci voleva qualcuno che potesse essere complementare a Makoumbou per caratteristiche in mezzo al campo, così da bloccare le fonti di gioco emiliane. E la scelta, che alla fine dei conti si è rivelata essere particolarmente azzeccata, è ricaduta proprio su Adopo. La serata del Tardini ha visto l’ex Torino assolutamente sul pezzo e la sua prestazione nel cuore nevralgico del campo ha rasentato la perfezione. Non è comparso nel tabellino dei marcatori, è vero, ma Adopo è stato determinante in più di un’occasione per corsa e intensità nel corso della gara contro Bernabé e soci. E l’assist per il provvisorio 2-1 firmato da Marin – il suo primo stagionale, non ne faceva uno dalla prima dello scorso campionato contro il Sassuolo ma con la maglia dell’Atalanta – e anche quello che poteva portare al primo match point fallito da Gaetano sono soltanto la punta dell’iceberg di una prova da autentico dominatore incontrastato del centrocampo. Nello specifico, secondo i numeri forniti dalla Opta, oltre ad aver messo tanta aggressività e corsa al servizio del collettivo, Adopo si è anche guadagnato sul campo il titolo di “recuperatore seriale di palloni” a quota 8, più di ogni altro giocatore del Cagliari impiegato da Nicola nel corso della gara. Come 8 sono anche i duelli totali effettuati, mentre sono 46 i palloni giocati, terzo con Zappa alle spalle di Luperto primo con 59 e Viola, secondo con 48. Qualcosina da registrare c’è, se si vede alla voce 6 palle perse, ma il fattore tempo è dalla parte di Adopo, la cui crescita può andare di pari passo con quella di un Cagliari che ha finalmente trovato un po’ di serenità dopo un avvio turbolento di campionato.
Fiducia e continuità
Adopo ci ha messo relativamente poco ad ambientarsi nel mondo Cagliari, dentro e fuori dal campo. “Adesso sono al Cagliari, che ha una tifoseria con una storia alle spalle e quindi mi sento fortunato”. Così parlò il mediano francese dei suoi primi giorni in rossoblù e del calore dei tifosi di fede cagliaritana nei suoi confronti dopo aver lasciato Bergamo. Rapporto di reciproca fiducia ricambiata? A giudicare dalla prima da titolare, sembrerebbe proprio di sì. E a tal proposito Davide Nicola si è dimostrato soddisfatto dell’apporto e della crescita del suo numero 8, al di là della sfida vinta a Parma. “Adopo sta bene fisicamente, stiamo lavorando su di lui”, ha affermato il mister rossoblù in conferenza stampa post partita. Messaggio chiaro e senza troppi fronzoli quello dell’allenatore piemontese, abituato da sempre a monitorare con grande attenzione e con una particolare cura del dettaglio i progressi di ogni suo singolo giocatore. E Adopo può rappresentare la carta ideale per la mediana in questo inizio di stagione del Cagliari, facendo però attenzione al più classico degli effetti deleteri nella crescita di un calciatore: l’effetto autocompiacimento. Ecco perché sarà importante per il francese classe 2000, in un campionato complesso e insidioso come la Serie A, mantenere un certo tipo di costanza e di rendimento. I presupposti per fare bene, viste anche le statistiche, ci sono tutte e di sicuro la fiducia da parte della dirigenza e dello staff tecnico non mancano. E alle porte c’è un primo test non di poco conto per testare i progressi di Adopo e del Cagliari. All’orizzonte, infatti, c’è la sfida dello Stadium contro la Juventus nel primo lunch match dei rossoblù in stagione. Ma come dice il famoso detto: chi ben comincia, è a metà dell’opera.
Fabio Loi