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Christos Kourfalidis in azione contro il Parma | Foto Luigi Canu

Cagliari | Alla ricerca della svolta: Kourfalidis e la sfida chiamata Serie A

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Dalla periferia di Salonicco, al palcoscenico più importante del calcio italiano con il Cagliari. Non senza tappe intermedie, non senza ostacoli da superare. Quella di Christos Kourfalidis potrebbe essere una piccola favola all’interno di una carriera ancora agli inizi, ma che ora, dopo la stagione in Serie B, sembra essere arrivata al primo possibile punto di svolta.

Testa

L’annata non si era aperta probabilmente come lo stesso centrocampista greco avrebbe voluto. Dopo l’esordio in Serie A con Walter Mazzarri, ma soprattutto la stagione da protagonista e capitano con la maglia della Primavera, in tanti si aspettavano che il classe 2002 avesse più spazio sin dalle prime giornate di campionato. Un reparto ricco di qualità, rinforzato ulteriormente – almeno sulla carta – prima dell’inizio dell’annata, aveva però chiuso le porte a un giocatore che invece di intravedere il proprio trampolino di lancio è sembrato prendere l’ascensore per ritornare al piano di sotto. In una Primavera diversa, senza più quell’Alessandro Agostini fondamentale per la propria crescita, in cui però le prove hanno subito evidenziato come il livello non fosse più quello adatto. Trecentoquarantasette minuti in campo, cinque partite e due gol, entrambi decisivi per regalare le prime due vittorie della giovane squadra guidata allora da Michele Filippi. La sensazione che la maglia dell’Under 19 fosse stretta si è fatta largo in un ambiente che si è chiesto spesso il perché della scelta di Fabio Liverani. Fino almeno alla quattordicesima giornata, quando Kourfalidis è sceso in campo per la prima volta in Serie B contro il Frosinone, in una gara terminata poi 2-2. Una partita che ha dato il vero e proprio via alla stagione del numero 39. Prima finto trequartista, poi mezzala, ma anche largo nel centrocampo a quattro quando necessario, soprattutto dall’arrivo di Claudio Ranieri, che al greco ha sempre guardato con attenzione, fino anche a sbilanciarsi. “È il nipotino di Barella” aveva detto il tecnico romano dopo la gara contro il Cittadella. Un paragone che sapeva di stimolo ma anche da banco di prova, con il giovane greco chiamato a confermare quanto il proprio allenatore aveva intravisto in lui.

Continuità e nuove sfide

Dalla gara in Veneto, Kourfalidis ha giocato da titolare otto partite sulle sedici a disposizione prima dell’inizio dei playoff. Un periodo in cui il greco ha dovuto fare i conti anche con qualche guaio fisico e adattarsi al nuovo spartito della squadra a livello tattico, con il 4-3-1-2 che è tornato in auge con Ranieri nell’ultima fase del campionato prima del ritorno al 4-4-2. Con pazienza però il nativo di Salonicco è riuscito a recuperare spazio, trovando anche il primo gol tra i professionisti nella larga vittoria per 0-5 contro il Perugia. Confermando così le potenzialità anche negli ultimi venti metri del campo, in un Cagliari che spesso aveva faticato a trovare alternativa in zona gol. Una crescita e una prontezza confermata poi dall’aver portato il proprio contributo anche nei playoff. Perché se è vero che nella finale con il Bari il greco non è sceso mai in campo, nelle sfide con Venezia e Parma ha dimostrato di poter sopportare il carico di tensione di una partita delicata. Un segnale positivo che Kourfalidis dovrà ora cercare di confermare in una Serie A solo assaggiata poco più di due anni fa. Una nuova sfida, che sarà resa ancora più ardua da un centrocampo che andrà sicuramente a rinforzarsi per affrontare al meglio il massimo campionato con un probabile mix di gioventù ed esperienza. Un connubio in cui però fame e determinazione potrebbero inserirsi ed essere ancora le carte giuste da giocarsi per arrivare a convincere Ranieri che quelle prime impressioni non erano sbagliate. Per continuare così a scrivere una piccola favola che ora sembra essere arrivata al bivio giusto per trasformarsi definitivamente in realtà.

Matteo Cardia

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