Seconda sconfitta consecutiva per il Cagliari di Fabio Pisacane che, dopo la sfida in Austria contro il Galatasaray, ha affrontato in Germania l’Hannover 96 uscendo dall’Heinz Von Heiden-Arena con uno 0-2 senza appello. Novanta minuti nei quali i rossoblù hanno subito per gran parte della gara gli avversari, cercando di andare oltre le difficoltà , ma senza riuscire se non in rare occasioni a cambiare il corso degli eventi. Una prestazione che sarebbe preoccupante, non fosse per i numerosi alibi che giustificano Deiola e compagni.
Passaggio
“Oggi ci sono state poche cose positive, abbiamo fatto un buon allenamento, abbiamo corso tanto, attraverso le partite puoi capire tante cose”. Intervenuto ai nostri microfoni nel post partita di Hannover, Pisacane non ha nascosto le difficoltà del pomeriggio tedesco. Pochi i sorrisi, ma allo stesso tempo la consapevolezza di quanto alcuni fattori abbiano inciso sulla prestazione della squadra. Evidente la differenza di freschezza tra i rossoblù e una squadra, l’Hannover, che tra sette giorni (domenica 3 agosto) scenderà in campo per la prima giornata del Serie B tedesca. Una differenza di condizione che è apparsa chiara fin dai primi minuti e che ha portato, quasi inevitabilmente, ai tanti cartellini gialli. L’esempio quello arrivato dopo pochi minuti per Adopo, un controllo imperfetto, la testa che fa pensare alla possibilità di raggiungere il pallone prima dell’avversario e le gambe che non rispondono. Discorso simile per l’ammonizione ricevuta da Borrelli poco dopo in una situazione pressoché identica, ma è in tutti i 90 minuti che il Cagliari ha inseguito senza riuscirci il possesso palla dell’Hannover e subito senza possibilità di contrastare la freschezza atletica dei tedeschi. Gambe pesanti, pallone che sembrava di conseguenza altrettanto pesante ed errori tecnici che sono arrivati sistematicamente. Eppure, tra tante note negative e tanti alibi non sono mancati gli aspetti dai quali ripartire con fiducia. Non tanto per i singoli che, a parte alcuni giovani vogliosi di dimostrare di poter essere parte del gruppo, hanno pagato chi può chi meno il pomeriggio complesso generale. Quanto per la sensazione che, comunque, l’idea di gioco da perseguire sia una stella polare che si cerca di non perdere mai di vista. Così come la voglia di andare in avanti nonostante tutto, sottolineata anche da Pisacane nel post partita.
Indicazioni
Meglio prima che quando potrebbe essere troppo tardi. Questo il succo del pomeriggio di Hannover. Prima si capiscono i limiti della rosa, prima si risponde agli interrogativi posti dalle amichevoli e prima si può correggere e segnare la strada da seguire. Pisacane ha scelto di partire con le cosiddette seconde linee, in alcuni casi anche terze se si vuole. Per poi inserire, a gara in corso, i titolari disponibili. E ciò che si è visto ad Hannover potrebbe aver sciolto alcuni nodi sui quali la società dovrà lavorare nelle prossime settimane. Intanto la necessità di alternative in difesa. Le assenze di Mina e Luperto, il sacrificio di Deiola schierato come centrale davanti a Caprile, l’addio di Wieteska di fatto sancito durante i novanta minuti di Hannover: tutti elementi che portano giocoforza al dover intervenire sul mercato per dare a Pisacane almeno un nuovo difensore. In mezzo al campo, come per il polacco, anche Rog è ormai ai saluti. E le cessioni di Makoumbou e Marin non possono essere compensate dal solo Folorunsho, altro assente da tenere in conto. Se Liteta ancora una volta ha provato (con successo) a mettere la pulce nell’orecchio dell’allenatore per garantirsi un posto come alternativa in mediana, Cavuoti ha faticato in cabina di regia e i pochi minuti di Sulev non possono essere indicativi. Certo, Deiola tornerà a far parte delle rotazioni a centrocampo, ma appare doveroso portare in Sardegna un vice Prati – a proposito, il ravennate è apparso ancora timido al netto degli alibi. Se tra attacco ed esterni i vari Piccoli, Zortea, Luvumbo e Borrelli devono ancora trovare la condizione, ma sono una garanzia per il prossimo futuro (sempre tenendo a mente il mercato), è apparso volenteroso Felici, si attende Gaetano e sarà da capire cosa ne sarà di Vinciguerra. Il tentativo di pallonetto dalla distanza potrebbe essere stato la classica sliding door del 2005: la riuscita avrebbe fatto nascere una nuova storia rossoblù, al contrario l’ipotesi di un passaggio in B è più che reale.
Tempo al tempo
Tatticamente il Cagliari ha dato indicazioni dalle quali il mercato dovrà prendere nota. Costruzione dal basso con verticalità rapida, movimenti verso il pallone del centravanti e attacco della profondità degli esterni d’attacco o trequartisti che siano, con anche i centrocampisti che a turno vanno nello spazio. I sincronismi ancora da trovare tra esterni, come nel caso di Idrissi e Felici nella prima frazione sui quali Pisacane ha spinto particolarmente dalla panchina. Un 5-4-1 in fase di non possesso pronto a trasformarsi in un 4-3-2-1 in fase di possesso, con – proprio guardando alle corsie – il lavoro sulla sinistra che ha visto l’attaccante diventare interno di centrocampo e il quinto diventare attaccante e viceversa, un movimento e interscambio continuo che al netto della condizione da trovare è apparso una delle idee da guardare con maggiore attenzione del Cagliari in costruzione. Piccoli dettagli in mezzo alla costante apnea, ma che se curati e portati al livello successivo potrebbero rappresentare un cambio di passo sostanziale nel gioco dei rossoblù di Pisacane. La prossima amichevole contro il Saint-Etienne – il trofeo Gigi Riva – dovrà necessariamente portare a passi avanti, gli alibi legittimi da mettere da parte con una maggiore freschezza atletica che potrebbe permettere uno sviluppo migliore di strategie e idee. Senza fasciarsi la testa, ma senza nemmeno nascondere la polvere sotto il tappeto. Essere al massimo oggi sarebbe un errore in vista della stagione ufficiale, ma dimenticarsi di quanto lavoro ci sia da compiere dentro e fuori dal campo dando peso eccessivo alle giustificazioni un errore ancora maggiore.
Matteo Zizola














