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Cagliari, a Brest una reazione che regala un sorriso in attesa del mercato

Zito Luvumbo durante Brest-Cagliari | Foto Valerio Spano
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Chiusa la prefazione, ora è il tempo di scrivere il libro vero e proprio. A Brest il Cagliari di Claudio Ranieri ha chiuso il suo precampionato con una “partita vera” per utilizzare le parole di Nunzio Lella al termine della gara (qui le parole). Una sfida in cui luci e ombre si sono mescolate, fino a un 1-1 che ha dato più di una indicazione.

Amalgama

Ho trovato una rosa compatta e con un bel clima nello spogliatoio. Anche i nuovi si sono ben amalgamati. E questo nei momenti di difficoltà ci aiuterà, servirà avere nervi saldi”, aveva detto Ranieri nella conferenza stampa di giovedì 3 agosto, un giorno prima del termine del ritiro di Chatillon-Saint Vincent. In Bretagna è arrivata una prima conferma, quella necessaria per dare ulteriore valore alle parole del tecnico romano. Perché dopo il gol subito da Satriano, per alcuni istanti il Cagliari è sembrato potesse subire il colpo, lasciandosi definitivamente andare. La respinta di Scuffet sul tentativo di raddoppio del numero 7 del Brest pochi minuti dopo è stato invece il primo sintomo di come la testa si stesse lentamente rialzando. Con i rossoblù che hanno capito di dover badare più alla concretezza che alla forma, trovando nell’unione di intenti la forza per reagire allo svantaggio. Da una parte l’estremo difensore e Augello, dall’altra soprattutto Luvumbo e Pavoletti. Confermare l’identità costruita che ha portato fino alla Serie A, trasmetterla a chi in Sardegna è arrivato per provare a mantenere quanto conquistato, era il primo obiettivo del periodo vissuto tra Asseminello e la Val d’Aosta. Scrivere sulla carta quel trait d’union tra passato e presente era necessario per andare oltre i problemi che la stagione ha già presentato tra infortuni e imprevisti. Il gol di Pavoletti sul traversone dell’ex Sampdoria ha così un gusto diverso rispetto a quello di un mero gol estivo. Diventa un passo importante verso quelle qualità che nei momenti di burrasca possono rappresentare uno scoglio a cui aggrapparsi.

Aggiustamenti

Sulla gara hanno pesato i carichi di lavoro delle ultime settimane, ma è chiaro però che lo spirito non basti. Ne è conscio lo spogliatoio e ne è conscio Claudio Ranieri, che nella partita Oltralpe ha provato il 4-2-3-1 visto spesso in Val d’Aosta, con Sulemana in fase di possesso a fare l’elastico tra mediana e trequarti e Di Pardo alto sulla destra. Equilibri e spaziature sono sembrati ancora da sistemare, con qualche problema sulle uscite degli esterni richieste dalla pressione voluta dal tecnico rossoblù che si è evidenziato con il passare dei primi 45’. E che ha complicato ulteriormente il lavoro di una mediana che ha fatto fatica a fare filtro davanti alla difesa, soffrendo le folate avversarie negli ultimi venticinque metri. Aspetti da curare, così come una prima fase di costruzione che ha vissuto più bassi che alti e che, specialmente a cavallo tra primo e secondo tempo, non è riuscita a far alzare il baricentro dei rossoblù. Aspetto che è stato determinante nel gol avversario, con la palla persa in uscita dalla propria retroguardia. L’impressione è che velocità di pensiero e di palleggio debbano ancora trovare la formula per arrivare al livello desiderato dal tecnico dei rossoblù. A tratti però il Cagliari ha comunque saputo dimostrare di poter essere concreto come Ranieri vorrebbe, di ricercare pulizia nella risalita del campo con il pallone attraverso la verticalità, trovando soprattutto sull’out sinistro gli spunti più positivi tra la spinta di Augello e l’attacco dello spazio di Luvumbo. Tentativi che hanno fatto da semina per un pari che può essere un punto da cui partire alla squadra e non solo. Perché la partita in Francia è stata un antipasto di quella che potrà essere l’intensità già dalla sfida di Coppa Italia con il Palermo, ma soprattutto all’esordio in campionato di lunedì 21 agosto con il Torino. Dall’altra la gara con il Brest è stata anche un segnale per chi lavora dietro le scrivanie di Sa Ruina. Il mercato dovrà dare risposte soprattutto in avanti, dove Pavoletti al momento sostiene il peso di un reparto giovane e che dovrà attendere ancora per avere uno Shomurodov in grado di sostenere il ritmo gara.

Matteo Cardia

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