Il punto sul mercato in uscita in casa Cagliari, con il discorso cessioni che condiziona tutte le decisioni di Giulini e Carli.
Gli acquisti in chiusura e le suggestioni di ritorni eccellenti – Nández fra i primi, Nainggolan fra i secondi – portano a galla il problema della lista da 25 che, assieme alla necessità economica di rientrare delle spese, costringeranno Giulini e Carli a lavorare sulle cessioni. Difficile trovare giocatori nella rosa a disposizione di Maran che abbiano tutte le caratteristiche per soddisfare società e tifosi in caso di partenza: richieste di altre società, prezzo adeguato alla volontà del Cagliari, gradimento dell’ambiente nel veder lasciare la maglia rossoblù il giocatore. Sono due i reparti dove sicuramente si riscontra un eccessivo traffico: centrocampo e attacco sono senza dubbio sovradimensionati e saranno probabilmente i settori dove arriveranno la maggior parte delle cessioni. Andando però per ordine, considerando come arrivi prossimi Nández (si attende solo l’ufficialità deifinitiva), Nainggolan (ben più di una semplice suggestione) e la seconda punta (con una frenata riguardante l’affare Defrel), sono tre i posti da liberare nella lista escludendo Diego Farias che, calcoli alla mano, risulta già di troppo non solo idealmente, ma anche numericamente.
DIFESA – Una delle soluzioni potrebbe essere la rinuncia a Rafael, al momento secondo portiere, con la promozione di Aresti nel ruolo di rincalzo di Cragno e di un Primavera come terzo: possibilità più che remota, ma che non si può scartare soprattutto qualora la colonia brasiliana perdesse, oltre a Farias, anche Joao Pedro. In difesa, dopo aver spesso provato il 3-5-2 durante il ritiro di Pejo, appare difficile la rinuncia a uno dei cinque centrali e, peraltro, sia Romagna che Walukiewicz non libererebbero alcun posto in lista essendo nati dopo l’1 gennaio 1997. Sugli esterni bassi, lasciando da parte Pinna (classe 1997), l’unico papabile è Pajac, richiesto secondo radiomercato dall’Empoli e che, sempre secondo le voci, potrebbe far recuperare un posto se sostituito dal rientro di Luca Pellegrini (1999) via Juventus.
CENTROCAMPO – È pero in mezzo al campo che si assiste alla maggior parte dei movimenti: dando per scontate le conferme di Cigarini causa rinnovo appena siglato e Deiola in quanto prodotto del vivaio, restano come possibili uscite Christian Oliva (1996) che, con i nuovi arrivi, potrebbe essere girato in prestito, Filip Bradaric voglioso di accettare la corte greca del Paok e Artur Ionita, uno dei più positivi negli ultimi mesi, ritiro compreso, ma anche uno dei pochi ad avere mercato e, inoltre. seguito da quell’Alessandro Beltrami agente di Barella e Nainggolan e ultimamente spesso a contatto con il Cagliari. Paolo Faragò sarebbe anche lui uno dei papabili, ma l’infortunio e il conseguente rientro fra ottobre e novembre lo mette fuori dai giochi.
ATTACCO – In attacco si attendono alcune uscite come d’altronde dichiarato dal presidente Giulini dopo l’amichevole di Pejo contro la Feralpi Salò e, detto di Farias, per liberare uno o più posti in lista gli occhi cadono su Joao Pedro, Cerri e Despodov visto che Han (1998) e Ragatzu (vivaio) non aprirebbero spazi fra i 25 concessi dal regolamento: ciò non toglie che non potranno ugualmente accasarsi altrove, ma non risolverebbero il problema. Despodov ha stupito in ritiro, un prestito non è fantacalcio, ma sembrerebbe intenzione sia della società che soprattutto del giocatore proseguire insieme. Cerri, pupillo del presidente, è il vice Pavoletti e aprirebbe un altro problema alla voce rincalzi, non lasciando spazio per caratteristiche alla seconda punta. Joao Pedro è stato confermato dal presidente, sembra inserito nel gruppo, pronto a rilanciarsi e inoltre non appare avere un mercato che ne rispetti la valutazione economica societaria.
Tanti dubbi che porteranno a tante valutazioni da fare, con la certezza che l’abbondanza attuale sia comunque meglio dei buchi nella rosa del recente passato: la palla passa a Giulini e soprattutto a Carli, le porte in casa Cagliari sono tutt’altro che chiuse sia in entrata che in uscita.
Matteo Zizola