Ultima chiamata, l’ennesima. Per Gastón Pereiro la sfida di Coppa Italia tra Cagliari e Bologna, oggi 20 ottobre ore 21 al Dall’Ara, rappresenta un nuova ultima spiaggia. Quella che sarebbe dovuta essere la stagione del rilancio, con la Serie B come palcoscenico da fuori categoria, si è trasformata finora in una delusione cocente. Quattro presenze, 141 minuti, due sole volte da titolare, un gol decisivo per il pareggio di Como.
Via Emilia
Il Bologna riporta a galla ricordi felici. Assist e gol, entrato a cambiare le sorti di una partita con il Cagliari sotto di una rete in casa e una vittoria figlia del suo ingresso in campo. Era l’11 gennaio 2022, i rossoblù pronti a rilanciarsi nella corsa salvezza grazie all’uno-due firmato Tonga. Così come contro il Parma il 17 aprile del 2021 – gol e assist decisivi per la futura permanenza in Serie A – le emiliane sono sinonimo di rinascita per Pereiro. Ma anche una semplice illusione per il fantasista di Montevideo, mai davvero continuo non solo per sue colpe. E così la gara di Coppa Italia contro gli uomini di Thiago Motta non è solo da dentro-fuori per i rossoblù di Liverani, ma anche per lo stesso Pereiro. Novanta minuti per riconquistare il Cagliari, novanta minuti per dimostrare di poter essere importante anche in campionato. Colpe non sue, si è detto. D’altronde Pereiro ha sì avuto numerose occasioni, ma mai con la dovuta e necessaria continuità. Vietato fallire pena il ritorno in panchina, questo dice la sua storia con la maglia del Cagliari. Nonostante le statistiche parlino di un calciatore che, guardando al rapporto minuti giocati-contributo al gol, qualcosa nella sua esperienza in Sardegna l’ha fatta. Solo in campionato tra Serie A e Serie B ha messo il suo zampino una volta ogni 156 minuti, con sette gol e tre assist totali in 54 presenze, delle quali però tante a gara in corso.
Solo Mazzarri
Cinquantotto volte in campo tra A e B con il Cagliari, sessantatré considerando la Coppa Italia. Con una costante, quella di non aver mai giocato due volte di fila dal primo minuto. Tranne tra il 16 gennaio e il 5 marzo del 2022, quando Pereiro – anche grazie agli infortuni in serie dei compagni di reparto – era entrato nelle grazie di Mazzarri. Sette gare consecutive dall’inizio, tre gol e un assist e una maglia conquistata proprio grazie alla prestazione nel finale della sfida casalinga contro il Bologna. La dimostrazione che, al netto di tutti i limiti mentali e di intensità mostrati in Sardegna, quando il Tonga ha ricevuto continuità ha risposto presente. Tolto il periodo d’oro, a ogni lampo è seguita una sola occasione, più come chance senza appello che come reale voglia di puntare su di lui. Eppure dentro quelle sette partite da protagonista Pereiro mostrò di poter essere utile alla causa con i suoi colpi e nonostante le sue pause. La doppietta di Bergamo – da attaccante centrale – il punto più alto della sua carriera in rossoblù, ma anche l’assist per il vantaggio contro la Fiorentina e il gol che sembrava poter dare i tre punti contro il Napoli, prima del pareggio nel finale siglato da Osimhen. Dopo quel filotto di partite da titolare il Tonga è entrato nell’undici iniziale soltanto tre volte, la prima a Udine – disfatta per cinque a uno al Friuli – e poi in questa stagione contro Cittadella e Venezia. Un po’ poco per buttare la croce su un giocatore che ha sì rispettato poco le aspettative, ma che ha anche avuto poca fiducia e sempre a intermittenza.
Un talento sprecato, vittima dei suoi stessi demoni e di un calcio che richiede velocità, intensità e voglia di sacrificarsi. Pereiro ha ora l’ennesima, ultima occasione per far ricredere Liverani e riconquistare il Cagliari. Giustificare un ingaggio elevato per la categoria e l’attesa per un’esplosione che tarda ad arrivare. Il profumo di Serie A del Dall’Ara potrebbe essere la chiave, tocca al Tonga approfittare dell’occasione. Sperando che, qualora fosse colta, non resti l’unica. Perché a Pereiro dev’essere concesso sbagliare, solo con la continuità si potranno avere risposte sulla sua utilità o meno.
Matteo Zizola