E se le quattro partite per accedere ai play-off fossero esse stesse i play-off? Benvenuti ad Olbia, dove a fine marzo fa si facevano calcoli astronomici per capire come evitare i play-out e a metà aprile si guardano con occhi famelici i play-off, distanti appena 1 punto e con una partita in più da giocare rispetto alle dirette concorrenti.
Una situazione resa possibile dai play-off a 10 squadre, senza dubbio, ma altrettanto indubbiamente anche da uno stato di forma straordinario dei bianchi, che nonostante il tour de force a cui sono sottoposti (5 partite in 16 giorni giocate, 4 da giocare nei prossimi 15) hanno totalizzato 13 punti su 15 nelle ultime 5 uscite, per inciso: solo l’Alessandria ha fatto meglio. Per ulteriori informazioni chiedere al Como capolista, spazzato via al Nespoli e travolto dall’entusiasmo di una squadra che vola sulle ali dell’entusiasmo verso un sogno che appariva impensabile fino a poche settimane fa.
Stanchi chi? Dopo il pareggio a reti bianche con la Giana in molti hanno iniziato a bisbigliare “squadra stanca”. Verosimilmente sono gli stessi ad aver strabuzzato gli occhi quando hanno letto il risultato di 3-0 ai danni del Como capolista, annichilito da una ripresa a tutta birra dei bianchi. “Non sembravamo stanchi, ma lo siamo”, chiosa mister Canzi commentando una partita giocata a ritmi vertiginosi dai suoi, con un vero manifesto di calcio applicato: fase difensiva intensa con pressing alto e fase di possesso incisiva alla ricerca della profondità, con Udoh letale in ripartenza (un gol strappapplausi e uno sfiorato) e Lella letale nei 16 metri lombardi, ma mai come in questa occasione limitarsi ai nomi dei marcatori è davvero ingiusto. L’Olbia è un gruppo giocano accanto un classe ’88 come La Rosa o un 01’ come Occhioni e il risultato non cambia: chiunque venga presentato in campo sa perfettamente cosa fare in campo.
Ragazzi terribili. Quindi bene accendere i riflettori sui Occhioni, Demarcus, Secci, Belloni, Barone, i figli del vivaio olbiese che si sono ritagliati i loro spazi in prima squadra amalgamandosi perfettamente coi giovani proveniente dal Cagliari: Biancu, Ladinetti, Lella, Cadili, Gagliano, Marigosu. Non vi venga in mente di controllare le date di nascita, i più “anziani” sono del 2000, ovvero under21. Un risultato che – probabilmente – meriterebbe d’essere evidenziato ben di più, visto che da questo elenco si ottiene quasi sempre metà della formazione titolare, a cui aggiungiamo i ’98 Altare e Pennington (che gioca titolare ad Olbia da talmente tanto che ormai passa quasi inosservato da veterano) e i ’97 Arboleda e Udoh, pietre angolari della creatura gallurese.
A questo mix di giovinezza ed entusiasmo aggiungete quel pizzico di esperienza e voglia di far sentire ancora la propria voce dei vari Ragatzu e Giandonato (classe ’91), Tornaghi (’88) e Cocco (’86) e concludete con l’olbiesità di La Rosa (’88) e l’inesauribile voglia di calcio del Puma Emerson (’80 ma solo sulla carta d’identità) ed ecco a voi la macchina perfetta di mister Canzi. Unica precauzione: toccare delicatamente perché altamente esplosiva.
E ormai se ne sono accorti tutti nel girone A, dove si è passati dai complimenti del girone d’andata – in cui il ritornello era “Giocano bene, peccato non segnino” – alla marcia in quello di ritorno, dove anche il Como primo modifica la difesa sui calci da fermo per provare a contrastare l’efficacia degli schemi galluresi.
Rush finale. E ora arriva il bello, come ben riassume Max Canzi: “Possiamo scegliere, o andiamo al mare o continuiamo così”, allora per i bianchi quattro partite per sognare uno storico accesso ai play-off sono una chiamata alla storia. E se da un lato la bellezza della Gallura a maggio è rinomata e potrebbe far girare la testa a molti, c’è da scommettere che lo staff bianco ha come unico obiettivo quello di preparare al meglio le prossime 4 partite per scrivere nuove pagine di storia.
Si inizia domenica in trasferta a Lecco (quarta in classifica), si prosegue giovedì 22 ad Alessandria contro la Juventus u23 (sesta), domenica 25 ultima in casa contro il Novara e ultima di campionato il 2 maggio contro il Grosseto. Non è questo il tempo per tabelle di marcia, che tra l’altro piacciono poco al mister dei bianchi che ha sempre preferito lo sguardo sulla partita successiva senza calcoli, ma col sogno ad un passo sarebbe veramente un peccato non spingere fino in fondo sull’acceleratore.
Claudio Inconis