Al di là del risultato del Tour of Colombia la stagione 2020 di Fabio Aru sembra essere iniziata con un piglio diverso rispetto al passato.
Quello raccolto dal villacidrese é un dodicesimo posto da soppesare; il risultato di per sé non è di quelli che fanno saltare sulla sedia (3’29” di ritardo dal vincitore Higuita), ma nel contesto può essere un buon viatico per questa annata cruciale del sardo in scadenza di contratto con la UAE. Il Cavaliere dei Quattro Mori è risultato il secondo tra i ciclisti europei (alle spalle solo del sorprendente giovane norvegese Traen) in una corsa che raramente è scesa sotto i 2500 metri di altitudine e corsa a ritmi intensi dai padroni di casa, abituati a queste strade e alture.
Ma soprattutto questi venti giorni trascorsi nel paese sudamericano sono stati caratterizzati da sorrisi, incontri e abbracci con gli appassionati e calorosi tifosi colombiani. Tante le foto scattate e postate sui social dal villacidrese (da segnalare quella col colombiano Chaves, ciclista altrettanto sfortunato nelle scorse stagioni) segno di una serenità ritrovata in cui sicuramente anche la paternità ha svolto un ruolo fondamentale. Segnali più che positivi anche per quanto riguarda tutto il Team UAE Emirates: con le 3 conquistate in Colombia con le volate dell‘enfant du pays Molano, la squadra emiratina è fin qui la più vincente del World Tour con 10 successi. Chissà che anche Fabio Aru non contribuisca nel prossimo futuro a rimpolpare il bottino della UAE nelle prime gare europee.
Matteo Porcu