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Stadio, Angius: “Da dicembre progetto definitivo Cagliari Calcio”

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Si avvicina il momento dell’approvazione del Piano Guida del quartiere Sant’Elia che ospiterà anche lo stadio definitivo del Cagliari Calcio: insieme al vice-sindaco della città Giorgio Angius abbiamo fatto il punto su tempistiche e progetti che riguardano l’intera zona.

Vice-sindaco, abbiamo delle tempistiche sull’approvazione del Piano per Sant’Elia? 

“Il progetto definitivo del Cagliari Calcio dovrà essere coerente col progetto guida per il quartiere Sant’Elia: stiamo approvando uno strumento urbanistico di cui dovrà tenere conto anche il Cagliari Calcio. Oggi è avvenuta la seconda presentazione nella commissione urbanistica del Comune di Cagliari con l’obiettivo di avere la delibera pronta all’approvazione della commissione per lunedì prossimo 30 settembre e avere la delibera in Consiglio Comunale per il 1° di ottobre”.

Di conseguenza, quando contate che il Cagliari possa realmente presentare un progetto definitivo?

“Immagino che il Cagliari avrà molta fretta: prenderanno meno tempo di quanto sarebbe concesso. Spero che da dicembre possa essere presentato il progetto definitivo”. 

Come procede il dialogo con il Cagliari Calcio? C’è sempre quella sintonia sbandierata dai rossoblù e dalla precedente Giunta?

“Come tutti i progetti di partenariato pubblico-privato c’è necessità di raggiungere un obiettivo comune con una fase contrattuale: sia chi ci ha preceduto come amministrazione che noi stiamo dialogando con la massima trasparenza e serenità, sapendo bene che l’interesse collettivo è quello di avere un impianto funzionante in un’area viva e con la necessità di ricucire, soprattutto per noi, col quartiere Sant’Elia che è rimasto un ghetto per decenni. Vogliamo riallacciarlo alla città con una serie di servizi che sono sempre stati sottratti a questa zona”. 

Quanto il progetto originario dello studio di fattibilità deve essere modificato per rispettare il piano guida che sta venendo fuori e di cui avete già parlato?

“Se verrà approvato il piano guida in questa forma, la parte dell’impianto sportivo e quella che riguarda la struttura ricettiva non subiranno modifiche, a meno di richieste da parte del Cagliari Calcio. Cambia radicalmente la struttura dello spazio commerciale che era prima un segmento del grande volume affiancato allo stadio: nella nostra proposta si stacca completamente dall’impianto sportivo, con una nuova piazza urbana e uno spazio con un tessuto di servizio non solo commerciale, che possono collegare il canale di Terramaini col Borgo Nuovo di Sant’Elia. Sostanzialmente si verrebbe a creare una nuova piccola città di servizi, non solo commerciali, che sono gli stessi già stati approvati dal Cagliari Calcio; non c’è un metro quadro in più commerciale e questi servizi verranno offerti al quartiere di Sant’Elia e a quello di San Bartolomeo, per creare un nuovo spazio urbano connesso con una nuova viabilità che consenta di non avere più steccati e barriere. In questo modo rivitalizzeremo queste due zone della città”.

Si parla di due hotel: un secondo hotel non gestito dal club può di fatto danneggiare l’hotel che il Cagliari Calcio gestirà?

“No, sappiamo che a Cagliari ci sono circa 6000 posti letto, di cui solo 2000 alberghiere e le restanti in altre strutture: noi crediamo che una città come Cagliari debba avere entrambe le gamme ricettive, ma le strutture alberghiere sono sottodimensionate. Quindi in città ce ne vorrebbero di più e una zona turistica come quella che si sta creando abbia bisogno di tante attività gemelle per potersi sviluppare: quindi c’è assolutamente spazio per un secondo albergo, ma ipoteticamente ce ne sarebbe spazio anche per altri, ma non è questo il caso perché non c’è lo spazio per realizzarlo. Avere hotel nelle zone pregiate della città non può che essere positivo”. 

Nel progetto e nelle varie parole espresse di questi tempi non si parla mai dei cavalcavia che ormai sono obsoleti e non più proponibili: ci sarà un intervento anche su quelli?

In sé il cavalcavia non è un elemento negativo, perché ci sono delle zone della città in cui sono necessari. In questo caso, però non lo sono: perché il cavalcavia che da Viale Ferrara arriva a separare il quartiere Sant’Elia dallo Stadio Sant’Elia è stato, di fatto, la barriera del cosiddetto ghetto. Sant’Elia è isolato dalla città da questo viadotto, dallo stadio col parcheggio e dal canale di Terramaini. Noi dobbiamo abbattere queste due grandi barriere: senza più il cavalcavia si crea una viabilità importante a raso e permeabile, poi abbiamo intenzione di fare una serie di ponti e ponticelli sul canale, in modo che si possa attraversare più volte in più parti con qualunque mezzo, auto, bici e piedi. Vogliamo che il canale sia una risorsa fruibile e realizzare una serie di servizi come bar, ristoranti e attività sportive in maniera tale che si possa usufruire del canale sino ad arrivare a Pirri”.

Matteo Porcu