agenzia-garau-centotrentuno

Cagliari, ciambella (quasi) col buco

Scopri il nostro canale su Telegramle-notizie-di-centotrentuno-su-telegram
sardares
sardares

Il capolavoro tattico di Maran organizzato per Cagliari–Napoli non si è compiuto a causa della punizione con cui Milik ha trafitto i rossoblù al novantesimo minuto. Organizzazione, densità, sincronismi perfetti non sono bastati per portare a casa un punto, nonostante la positività di aver cancellato la storia recente delle imbarcate contro i partenopei.

Alla lettura delle formazioni non era mancato lo stupore: scelte rivelatesi poi funzionali ad un solido 442 con cui il Cagliari ha chiuso le traiettorie al Napoli, senza però abbassarsi troppo al cospetto di avversari più quotati.

www.centotrentuno.com
www.centotrentuno.com

Le due linee di difesa e centrocampo, strettissime, hanno permesso di imbrigliare gli uomini di Ancelotti, costretti a un giro palla più lento del solito, e che con fatica riuscivano a verticalizzare o a spingere sugli esterni. Non solo, ma al primo errore del centrocampo i rossoblù erano subito pronti a ripartire grazie alla velocità di Farias e Joao Pedro, e alla corsa di un mai domo Faragò: un copione previsto da Maran che ne giustifica le scelte iniziali.

www.centotrentuno.com
www.centotrentuno.com

Un 442 compatto, ma mai passivo: Bradaric e soprattutto Barella hanno operato da muro davanti alla difesa, ma appena possibile si alzavano a turno accorciando sul regista avversario Diawara.

www.centotrentuno.com
www.centotrentuno.com

Il lavoro dei due centrali veniva automaticamente assecondato dalla linea difensiva, pronta a mantenere le distanze con la mediana grazie all’intelligenza del duo Klavan-Romagna: il Napoli così finiva per cadere nella trappola del fuorigioco quando provava il piano B della verticalizzazione diretta al posto del giro palla.

www.centotrentuno.com

Importantissimo in questo senso anche il lavoro delle catene esterne rossoblù in fase di non possesso. Ionita e Faragò pronti a salire sui terzini, ma altrettanto pronti a prendere il posto dei compagni alle loro spalle (Padoin e Pisacane) quando questi venivano chiamati alla pressione alta e lasciavano così spazio libero alle sovrapposizioni.

www.centotrentuno.com

La preparazione a monte della gara da parte di Maran è risultata evidente in apertura di ripresa quando il Napoli ha iniziato a rendersi maggiormente pericoloso fra le linee e i reparti rossoblù hanno iniziato a essere più lunghi.

www.centotrentuno.com

Automaticamente il Cagliari è passato dopo dieci minuti del secondo tempo al 532, sfruttando così la duttilità dei giocatori messi in campo. Di necessità si è fatta virtù e nonostante le assenze Maran ha trovato accorgimenti per ovviare alle situazioni di gioco.

www.centotrentuno.com

Una linea a 5 che con l’ingresso di Mertens e Insigne si è fatta sempre più evidente, chiudendo le fasce e creando maggiore densità al centro con i tre davanti alla difesa: Ionita era passato a destra, Barella a sinistra e Bradaric in mezzo ai due. Purtroppo però non è bastato per portare a casa il risultato. Gli infortuni di Romagna prima e Pisacane poi hanno costretto Maran a cambi di uomini che hanno scombussolato i piani: con la squadra che teneva tatticamente il tecnico non se l’è sentita di modificare lo spartito e così Andreolli e Cigarini sono entrati nella mischia rendendosi involontari protagonisti dell’occasione che ha portato al gol.

La dinamica del gol decisivo: saltato Cigarini, Andreolli prova ad accorciare pagando la differenza di passo con Mertens, per poi intervenire in scivolata con la difesa comunque schierata ottimamente a protezione di Cragno. Milik inventa una parabola imprendibile, ma – con i particolari che possono fare la differenza – sono stati proprio i differenti elementi in panchina a determinare il risultato. Resta la soddisfazione di un Cagliari che ha venduto cara la pelle e di un Maran che si è finalmente convinto a cambiare ricetta utilizzando gli ingredienti presenti in dispensa al meglio: l’abbandono del rombo contro squadre più quotate era scelta necessaria. I punti non sono arrivati, ma la fiducia è aumentata e le ultime tre gare prima della sosta possono essere affrontate con lo spirito più giusto.

Matteo Zizola