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L'esultanza della Torres

AMARCORD | Torres vs Turris, 6 anni dopo

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Nel 2013 il duello tra Torres e Turris vide il trionfo sassarese e il ritorno tra i professionisti dei rossoblù, adesso si ripropone in vetta alla Serie D.

La volata sotto il fascione del 2019 ha detto che la Torres ha la gamba migliore, a oggi. I rossoblù di Marco Mariotti hanno cambiato passo, e così quello che sembrava impossibile si è materializzato a due settimane dall’attesissimo derby di Sassari: i campani col fiatone, annunciati come corazzata e ad un certo punto in grado di fare il vuoto, ma alle loro spalle chi si fa sotto sono i rossoblù, con Ostiamare e Latte Dolce a inseguire. Manciate di punti, tutto in ballo quando c’è da correre ancora metà torneo, eppure vedere in vetta quei due nomi quasi identici riporta alla stagione 2012/2013.

UNO 0-2 DA RICORDARE – Turris (allora denominata Torre Neapolis) e Torres si giocarono il salto in Serie C. Lo fecero i sardi, grazie al colpaccio a domicilio realizzato il 14 aprile 2013. Un 2-0 firmato da due sardi del Nord (Pulina sassarese, Idda algherese), bucanieri di un gruppo quasi del tutto autoctono e che nelle disastrose stagioni successive avrebbe generato lacrimoni e rimpianti nella piazza rossoblù. Epica quella sfida di Torre del Greco (dove quest’anno la Torres ha sfiorato l’impresa, perdendo 3-2 dopo il doppio vantaggio), in un catino bollente dal punto di vista atmosferico e non solo, con cinquemila tifosi e una nutrita rappresentanza sarda. Fu l’epilogo, il culmine di un testa a testa entusiasmante, che animò quella stagione.

GRUPPO MADE IN SARDINIA – La squadra guidata da Guglielmo Bacci era imperniata sulla giovane forza di Riccardo Idda (oggi protagonista in Serie B con il Cosenza) e la personalità di capitan Vittorio De Carlo, la quantità di Joseph Manzini e il talento made in Sardinia di Nuvoli, Lisai e Meloni, tra gli altri. Di fatto, cronache alla mano, furono quelli gli ultimi giorni di puro entusiasmo della piazza torresina. Dopo la sbornia, che coronava l’impervia risalita dalla Promozione, si sarebbe aperta l’estate del balletto Lorenzoni sì-Lorenzoni no, l’avvento di Capitani e Patalano, lo smembramento silenzioso del gruppo sardofono per costruirne uno senza arte né parte che avrebbe cancellato in fretta l’entusiasmo, emblema di una gestione che avrebbe generato astio e guai negli anni a venire.

ORA IL DERBY – Ne è passata di acqua, sotto il ponte di quel Torres vs Turris, e i sedimenti ancora si notano dopo sei anni e mezzo. Al Vanni Sanna, da qualche mese, si vedono di nuovo calcio e una squadra (molto sarda, sarà un caso?) che lo gioca, gol e risultati. Per i pienoni c’è da attendere, anche se il richiamo di un derby – sentito in primis per la classifica e poi (e anche) per tutto ciò che lo circonda fuori dal campo – promette di rivedere gli spalti vestiti in modo simile a quel playoff contro l’Olbia della primavera 2016, l’ultima vera giornata di esplosione di tifo torresino. Corsi e ricorsi storici, didascalia di una Torres che, lentamente ma con costanza, sta risvegliandosi dal torpore.

Matteo Porcu

TAG:  Serie D Torres
 
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