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Luca Gagliano, ha sfiorato il gol nel finale con la Pro Patria | Foto Sandro Giordano

Olbia: conviene davvero avere tanti giovani dal Cagliari?

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Cagliari, abbiamo un problema. Nel silenzio del Nespoli dopo la batosta contro la Pergolettese, con Max Canzi e giocatori dell’Olbia che da scelta societaria non sono andati davanti ai microfoni della stampa, a fare rumore sono state le parole del presidente della squadra gallurese Alessandro Marino.

Mentalità

C’è un passaggio in particolare nelle parole del patron dei bianchi che sa di messaggio diretto al gruppo, o ancora più nello specifico a una parte del gruppo a disposizione di Canzi: “Qualcuno è arrivato a Olbia con la mentalità sbagliata. Vedo troppa superficialità e invece serve umiltà. Inutile dire di essere forti se poi non lo si dimostra in campo. Altrimenti parliamo di fantacalcio o e-Sports. Se si continua così a gennaio dovrò prendere delle decisioni. Non faccio nomi ma fate voi (riferito ai giornalisti ndr) le vostre considerazioni”.

Giovani

Un attacco abbastanza diretto che pur non facendo nomi avrà sicuramente centrato il bersaglio all’interno dello spogliatoio dei bianchi. Ma a chi si rivolge il numero uno dell’Olbia nel recente sfogo? Guardando al momento iniziale della squadra pare chiaro che il riferimento sia ad alcuni tra i giovani arrivati nell’ultima estate via Cagliari. Molti stanno rendendo sotto le aspettative e sotto le loro potenziali capacità. In maniera particolare stanno faticando l’attaccante Luca Gagliano e il trequartista Federico Marigosu. Entrambi protagonisti nell’ultimo scorcio della scorsa Serie A con Walter Zenga e Max Canzi in rossoblù. Non solo l’esordio ma per Gagliano anche un gol e un assist contro la Juventus alla Sardegna Arena. Insomma, le premesse (specie dopo l’ottima stagione anche in Primavera 1) c’erano e le attese per un’annata da protagonisti in Serie C non mancavano.

Che succede?

Partiamo dalle premesse: con un attacco che stenta è normale che quelli a finire nell’occhio del ciclone siano soprattutto i giocatori offensivi. Marino però parla soprattutto di mentalità più che di errori in campo. E allora viene da chiedersi: questi ragazzi erano davvero convinti di sposare il progetto Olbia? Perché tutto sta un po’ lì. Alcuni hanno vissuto il passaggio a Olbia come una sorta di retrocessione dopo una stagione da protagonisti tra la Primavera e gli esordi in Serie A. Pensiamo per esempio anche al braccio di ferro fatto dal play Ladinetti prima di arrivare a Olbia, con le sirene di mercato che suonavano verso Milano. Una situazione paradossale perché viene difficile credere che un giocatore giovane possa non prendere con piacere l’opportunità di andare a giocare una prima stagione da titolare tra i professionisti.

Comunicazione

E allora pare evidente che qualcosa non stia funzionando a livello comunicativo, all’interno, nel progetto Cagliari e Olbia. Non tra le pagine dei giornali ma tra le stanze di Asseminello pare che il passaggio a Olbia, prima di diventare importante per Cagliari, non sia vissuto bene. I motivi possono essere molteplici. Ma sicuramente il fatto che in questi lunghi anni di collaborazione tra i due club nessuno dei giocatori prestati sia poi tornato per essere titolare con i rossoblù ha il suo peso specifico. Non ci sono esempi veri da seguire. E l’Olbia da questa partnership cosa ha ricavato in campo? Nonostante una Primavera rossoblù descritta come sempre più forte i giocatori arrivati al Nespoli hanno faticato sempre di più se guardiamo alle ultime stagioni. A livello economico e di immagine il rapporto Cagliari-Olbia ha sicuramente senso. Ma se per una volta guardiamo al campo: ai bianchi conviene davvero avere tutti questi giovani da Cagliari? La speranza è che dopo questi schiaffi di inizio stagione la risposta, per una volta, diventi affermativa.

Roberto Pinna

TAG:  Serie C
 
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