Dopo 4 stagioni Roberto Ogunseye saluta Olbia. A trasformazione in attaccante totale avvenuta. A trasformazione, a detta sua, da ragazzo a uomo completata.
Il saluto di Ogunseye
Saluta con una conferenza stampa. Di solito si lascia parlare un post sui social con i ringraziamenti, i numeri, i traguardi raggiunti. Qui a parlare è la sua viva voce. Una voce che ringrazia Olbia e i suoi tifosi a meno di 48 ore dalla partita più incredibile della sua storia in Gallura. Lui si è presentato segnando nel 2017, all’esordio contro il Pontedera, e se ne va con il gol (il 31º tra coppa e campionato in quasi 100 presenze in maglia bianca) più importante e pesante di tutti, poi racconta: “chiunque si sarebbe arreso. Abbiamo continuato a spingere e restare in gara, hanno avuto occasioni ma non abbiamo mai mollato e i sacrifici ci hanno ripagato”.
Una partita da gigante, la sua, a prendere botte e impaurire gli avversari (ne aveva tre addosso, in certi momenti), stravolto ma continuando a correre e crederci, anche quando sul fondo è andato a conquistarsi il corner decisivo. Miceli in battuta, Pennington a prolungare sorprendendo tutti ma non lui, che trova le forze, salta e schiaccia quella palla pesante come un macigno dietro le spalle di Acerbis.
Le parole del centravanti dei bianchi
Segna e si ferma. “Ero sulle ginocchia per riprendere fiato, ho visto la palla arrivare e l’ho presa. Dopo di che non sapevo cosa fare, sono rimasto fermo, non mi sono messo a correre perché non avevo le gambe per farlo”. Ride mentre lo dice, ma poi torna serio: “Sapevo che ce l’avremmo fatta. Non potevo chiedere finale migliore”. Ora si apre un nuovo capitolo con una importante maturità raggiunta perché, dice: “sono cresciuto tanto e ho capito molte cose anche di me”. Il Cittadella è una piazza importante che sta facendo un campionato di B davvero sorprendente, tanto che ancora non si sa in quale categoria giocherà. “Sono carico, sono sicuro di me, so cosa posso dare, l’importante sarà ambientarsi prima possibile”. Ora qualche giorno di vacanza nella sua Sardegna e poi via dritto verso un futuro, che si spera, luminosissimo.
Roberta Marongiu