Fare di necessità virtù fino a far diventare ciò che sembrava prioritario un lusso quasi accessorio. I giorni caldi fuori stagione di inizio ottobre sembrano lontani mesi, un tira e molla che non portò al lieto fine, anzi, piuttosto a una delusione cocente che appariva l’inizio di problemi dalla difficile soluzione. Eppure sono passate solo tre settimane da quel cinque ottobre fatto di tentativi fino all’ultimo e il no come risposta definitiva. Radja Nainggolan ha accompagnato il mercato del Cagliari per tanto, forse troppo tempo, da un lato Giulini che non voleva – e non poteva – investire cifre esorbitanti per il Ninja, dall’altro l’Inter che non ha abbassato la guardia nel più classico prendere o lasciare che ha avuto come risultato la fumata nera.
Due partite, due vittorie, una nuova disposizione in campo. Di Francesco ha ovviato alla mancanza di chi era stato da lui richiesto come obiettivo principale, non più 4-3-3 ma 4-2-3-1, non più Joao Pedro largo nel tridente, ma al centro nella sua zona di campo preferita. Nández esterno alto a destra, Sottil e Ounas a contendersi una maglia, Rog e Marin davanti alla difesa. Marin, in un primo momento l’elemento definito debole, il giocatore da contrapporre a Nainggolan per costo e beneficio, e ora dopo due gare in crescita la sfida a distanza tra chi c’è e chi invece è rimasto lontano appare ogni giorno meno necessaria. Certo, è rischioso mettere il carro davanti ai buoi dopo due vittorie, il Cagliari del passato ha insegnato che le stagioni vivono di alti e bassi ed è necessario avere equilibrio.
Resta però sospesa una domanda, forse la domanda per eccellenza. Davvero Nainggolan in questo Cagliari è ancora una priorità? Certo è importante sgombrare il campo da facili risposte, i grandi giocatori – e il Ninja fa parte di questa schiera – sono sempre utili e necessari. Il campionato è lungo, le rotazioni diventeranno presto un’arma importante, Nainggolan nello scorso campionato ha avuto i suoi problemi fisici che ne hanno minato la presenza in campo, avere un calciatore del suo calibro in una squadra come il Cagliari farebbe sempre e comunque la differenza. Eppure pensare a una compagine come quella vista contro Torino e Crotone che rinunci a Joao Pedro nel ruolo di appoggio a Simeone o nella quale Marin o Rog facciano spazio al centrocampista belga diventa difficile, anche se appare ovvio che Nainggolan abbia tutte la carte in regola per essere un perno del Cagliari attuale.
Resta aperto il dubbio su un investimento per un giocatore di 32 anni, dall’ingaggio importante e dal ritorno economico futuro praticamente nullo. Per questo quando tra due mesi si riapriranno le danze del calcio calciomercato tutte le valutazioni fatte dalla società a inizio ottobre torneranno con la stessa forza, senza che cambi una virgola sull’opportunità dell’investimento. Prima che arrivi gennaio però passerà tanta acqua sotto i ponti sia a Cagliari che a Milano, i tasselli si sposteranno in un senso o nell’altro e altre domande avranno altrettante risposte. Quanto verrà impiegato Nainggolan da Conte con la maglia nerazzurra? In che posizione di classifica sarà il Cagliari? Quali saranno gli obiettivi stagionali a quel punto del campionato? Arriveranno offerte per uno dei gioielli che apriranno le porte a una sostituzione con il Ninja? E soprattutto, quanto chiederà l’Inter per il cartellino del giocatore, quali saranno le condizioni, quanto sarà disposto a mettere sul piatto Giulini?
La notizia però a prescindere da tutti questi fattori è che il Cagliari orfano di Nainggolan ha dimenticato per qualche giorno proprio Nainggolan, anche se quest’ultimo non sembra affatto aver dimenticato il Cagliari. Soprattutto sui social, nei quali non manca mai di congratularsi o scherzare con gli ex compagni e uno di loro, Nahitan Nández, ha risposto con un rumoroso “ti aspettiamo” dopo la vittoria di ieri sul Crotone. Di Francesco lo accoglierebbe a braccia aperte, l’abbondanza è sempre meglio del contrario, intanto il tecnico abruzzese si gode sprazzi di quella che diventa ogni giorno di più la sua creatura e che, incredibilmente, può fare a meno di un giocatore che da priorità assoluta è diventato improvvisamente un lusso.
Matteo Zizola