Le crisi storicamente portano a delle rivoluzioni, piccole o grandi che siano,e anche nel mondo del calcio si potrebbe assistere a una Serie C diversa a partire dal prossimo anno.
La terza categoria italiana potrebbe essere quella più investita dall’emergenza coronavirus per una serie di motivi: gli incassi dal botteghino rimangono il principale introito delle società della Lega Pro con molte di queste che potrebbero anche alzare bandiera bianca. Una situazione che già si era ripetuta in passato con varie squadre sparite dal panorama (clamoroso il caso del Pro Piacenza a campionato in corso, ma anche di tante altre realtà) e che potrebbe essere amplificata dalla crisi. Ecco che quindi si potrebbe aprire a una rivoluzione della Serie C per come la conosciamo oggi, andando verso una divisione dei campionati: un po’ quello che si verificava fino alla stagione 2014-2015, l’ultima in cui Lega Pro era divisa in Prima e Seconda Divisione, ma con una diversa ripartizione delle squadre.
Il possibile cambio di scenario è stato anticipato dal presidente della FIGC Gabriele Gravina: “Bisogna tornare a un’eccellenza della Serie C a 20 squadre e poi le altre 40 in un’altra serie semi-professionistiche- le parole del numero 1 del calcio italiano a Radio Cusano-. Individueremo le 20 squadre del girone élite in base alle classifiche attuali dei gironi; il presidente Ghirelli conosce già questa proposta e si è detto favorevole, dipenderà ora dalle società”. Secondo quanto raccolto da Tuttosport, già il 3 aprile vi sarà un’assemblea della Lega Pro; emergenza sanitaria permettendo, sarà però tra il 15 e il 20 aprile che si stabiliranno le eventuali riforme sul campionato e dei piani anti-crisi per ripartire.
Matteo Porcu