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Il Cagliari sceso in campo con la Lazio

Il ring di Centotrentuno: Cagliari, fiducia al 4-2-3-1 o al 4-3-3?

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Essere o non essere, boxer o slip, ma soprattutto 4-2-3-1 o 4-3-3 per Di Francesco? Sono questi i veri dubbi che hanno afflitto i tifosi del Cagliari in queste settimane di pausa per le nazionali. Dopo giornate di chiacchiere contro il Torino, domani alle 15, tornerà a parlare il campo. Ma per il futuro quale sarà la veste tattica più adatta ai rossoblù?

Il nostro ring

Giusto continuare con l’ibrido 4-2-3-1 o andare avanti con il 4-3-3 provato per tutta la prima parte di precampionato e nelle prime due gare di Serie A? I risultati e la necessità di avvicinare Joao Pedro alla porta hanno convinto Di Francesco a dare fiducia al 4-2-3-1 visto a Bergamo. Ma sarà la soluzione temporanea in attesa di trovare l’equilibrio giusto con il tridente o la scelta definitiva?

Zizola e il 4-2-3-1

Adattare i giocatori allo schema o lo schema ai giocatori? Il 4-2-3-1 sarebbe la soluzione per la seconda opzione soprattutto per tre elementi dell’undici titolare. Al centro di tutto Joao Pedro, non solo metaforicamente ma come posizione in attacco. Il miglior marcatore rossoblù della passata stagione verrebbe avvicinato alla porta in una zona più consona alle sue caratteristiche unendo i due ruoli che lo hanno visto protagonista nella sua esperienza a Cagliari. Un po’ trequartista un po’ partner di Simeone, con licenza di svariare tra le linee e attaccare l’area avversaria. Non solo Joao Pedro, ma anche Razvan Marin che ha sì nelle corde le caratteristiche del regista, ma che ha dimostrato di soffrire come vertice basso del triangolo di centrocampo. Al contrario come play in una mediana a due avrebbe maggiore libertà di impostare con l’aiuto di Rog come secondo regista occulto. Nahitan Nández dal canto suo, spostato in posizione più esterna, tornerebbe in quel ruolo nel quale bene ha fatto sia in nazionale che al Boca. Giostrando sulla fascia inoltre limiterebbe alcuni problemi tattici nella gestione delle distanze e allo stesso tempo darebbe sfogo alle sue due principali caratteristiche, la corsa e l’abilità nei cross. Grazie a quest’ultimo aspetto ne trarrebbe giovamento anche Pavoletti, il 4-3-3 alla Di Francesco non lo aiuta, mentre il ruolo di ariete lo renderebbe un’arma più utile anche a partita in corso.

Pinna e il 4-3-3

Un mercato fatto con un modulo chiaramente in testa: il 4-3-3. A Cagliari sono arrivati tantissimi esterni offensivi, da Sottil a Ounas, passando per Tramoni (poi provato con più continuità da mezzala) e il giovane angolano 2002 Luvumbo. Ma anche Pereiro, già presente in rosa. Inoltre un play di prospettiva, Marin, preso per agire in mezzo protetto da due mezzali di qualità come Rog e Nandez. Un passaggio in pianta stabile al 4-2-3-1 troppo presto potrebbe essere una bocciatura ingiusta per un progetto che stava faticando a dare frutti con il 4-3-3 ma che comunque aveva tracciato un solco dove piantare dei semi di gioco. Certo, pare evidente che Joao vada avvicinato di più alla porta perché da esterno mancino la sua pericolosità in avanti è minore. Però l’impressione è che con un Cagliari più rodato nel lavoro di ripartenza dal basso, sui triangoli di gioco tra play e mezzala e soprattutto con un’identità più forte sui movimenti degli esterni d’attacco Joao Pedro possa fare la differenza anche agendo più largo. Un po’ come fatto vedere nel secondo tempo contro il Sassuolo.

 
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