Un successo netto, senza discussioni per quanto visto in campo: cinque gol, un palo, diverse occasioni da gol non concretizzate ma, soprattutto, una superiorità tecnica e mentale fin qui vista soltanto in rare occasioni.
Il Cagliari torna da Perugia con un bagaglio oversize rispetto al viaggio d’andata e non soltanto per il quarto posto momentaneo in classifica e i cinque gol rifilati alla squadra di Castori. Claudio Ranieri nel postpartita è stato chiaro: “L’abbiamo preparata bene, avevamo grande rispetto del Perugia e siamo riusciti a non farli giocare”, a dimostrazione di quanto il tecnico romano fosse consapevole della pericolosità del match del Curi. Dominato e controllato, senza grossi patemi, da Deiola e compagni per tutti e 90 i minuti della contesa. Qualche detrattore potrà dire: va bene esultare per i cinque gol, ma di fronte c’era un Perugia in netta difficoltà e incapace di fare davvero paura alla difesa rossoblù. Vero, ma soltanto perché il Cagliari ha aggredito da subito gli avversari, sfruttando ogni loro difficoltà e punendoli alla prima occasione al 5′ con il solito Lapadula, pronto a stoppare e ribattere in porta il cross di Mancosu “lisciato” da Furlan e Rosi. Il tutto con una naturalezza disarmante, come se il 9 avesse letto in anticipo tutta l’evoluzione della giocata, frame per frame. Da là in avanti la partita è andata in discesa senza ostacoli, a differenza della sfida contro la Ternana: anche in quel caso Deiola ha rotto l’equilibrio dopo soli 4 minuti, ma allora qualcosa nei meccanismi tattici rossoblù si è ingolfato con tanto di pareggio di Partipilo e primo tempo irto di difficoltà, prima della riscossa arrivata nella ripresa. Repetita non semper iuvant, insomma: Ranieri ha battuto molto in settimana sulla necessità di superare i blackout a livello di concentrazione durante le gare e i suoi uomini ieri lo hanno fatto alla perfezione. Di fronte a un avversario non eccelso tecnicamente, ma capace di far giocare male chiunque. Ebbene, il Cagliari è riuscito a indirizzare da subito la gara sui binari preferiti, andando a colpire – senza pietà, finalmente – gli avversari nei propri limiti.
Conferme di peso
Ecco perché è maturato questo 0-5, terza vittoria in trasferta della stagione e terza gara con almeno quattro reti segnate nell’era Ranieri. Cinque gol in trasferta il Cagliari non li segnava dalla stagione 1992-93, quando grazie a un super Enzo Francescoli i rossoblù di Mazzone il 16 maggio 1993 espugnarono il Delle Alpi rifilando un pokerissimo al Torino di Mondonico, fondamentale nella corsa alla qualificazione in Coppa Uefa. In Serie B il precedente è addirittura risalente al 1963-64, annata che portò alla prima, storica promozione nell’olimpo del calcio italiano, con lo 0-5 del 15 marzo 1964 contro il Monza. Al di là del dato statistico, come detto quel che resta impresso della sfida del Curi è la superiorità mostrata da Deiola e compagni sotto tutti i punti di vista. Eppure erano diverse le incognite alla vigilia: la conferma del sangavinese al centro della difesa, in una posizione à-la De Rossi, era una possibilità che sembrava lontana, grazie anche alla grande pretattica di Ranieri nella conferenza stampa dell’antivigilia: “Esperimento da ripetere? Devo valutarlo”, le sue parole. Invece largo al sistema che ha atterrato la Ternana nella ripresa, grazie a un Azzi tornato a essere goleador fortunato (ma aiuta avere il piede educato) e, soprattutto, a un Mancosu con mantello, scettro e corona in testa. Si badi bene, non solo per aver segnato il gol dell’anno con inaudita facilità grazie a un destro liftato da vedere e rivedere, ma per tutto il resto: due assist, una presenza costante nella manovra offensiva rossoblù, insieme a Lapadula vero insostituibile di questo Cagliari. A posteriori, diventa ancora più semplice capire perché Ranieri lo abbia rischiato dall’inizio dopo le due gare e mezzo di stop per l’infortunio patito contro il Frosinone.
Singoli
Il titolo scelto per questa nostra ripresa su Perugia-Cagliari parla di gol e certezze, che però non si chiamano solo Lapadula e Mancosu. Facile indicare loro, ma Ranieri sa bene di aver ricevuto risposte positive anche da altri singoli, su tutti Makoumbou, Kourfalidis e Prelec. L’ex Maribor è costantemente tra i migliori nelle nostre pagelle, mostrando di aver ritrovato geometrie e quel ruolo di dominatore della mediana a prescindere dal sistema di gioco, da play nel 4-3-1-2 o da interno nel 3-4-1-2. Al suo fianco il 2002 di Salonicco è stato bravo a sfruttare la chance fornitagli dall’infortunio di Nández, che ha lasciato il campo dopo neanche 20 minuti. Una prestazione di sostanza, condita dal primo gol in Serie B dopo tre gare passate in panchina. Infine Prelec, che ha dimostrato di essere funzionale a Lapadula, che con lo sloveno al suo fianco ha segnato 9 gol in altrettante partite. All’ex Samp manca ancora il gol per uscire definitivamente dal guscio, ma il palo e l’assist messi insieme ieri fanno ben sperare in vista delle ultime gare e, soprattutto, dei playoff.
Tutte indicazioni positive per Ranieri, dunque, che con il successo di Perugia ha apposto un’altra medaglia alla sua giacca (mai prima il Cagliari aveva vinto in campionato al Curi, solo due volte in Coppa Italia ai tempi di Gigi Riva) e può preparare al meglio la sfida interna di sabato 13 maggio contro il Palermo. In attesa, ovviamente, di conoscere le condizioni di Nández, uscito anzitempo dal campo, con la speranza che il problema al ginocchio destro del León sia di poco conto. L’unico piccolo neo di una serata che ha mandato l’ennesimo segnale alla Serie B: il Cagliari c’è e non ha alcuna intenzione di farsi da parte da qui alla fine.
Francesco Aresu