Si scrive Pavoletti, si legge rinascita. Perché il bomber rossoblù “si era rotto per 7 mesi, e adesso chi lo ferma più?”, come cantava Zeep già nell’ottobre scorso. Quando le presenze in campionato per il bomber livornese scarseggiavano e i pochi minuti collezionati con Eusebio Di Francesco in panchina sembravano soltanto il triste preludio al suo inevitabile e doloroso addio.
Tornare
Un solo gol contro lo Spezia il 29 novembre del 2020. Una magia di tacco alla Sardegna Arena che sembrava aver sancito definitivamente il suo ritorno in grande stile a 18 mesi dall’ultima rete in Serie A. Quella del maggio 2019 contro l’Udinese, nell’ultima giornata di un’annata chiusa con 18 centri tra campionato e Coppa Italia. Poi, il terribile doppio crack. Infortuni consecutivi al ginocchio che hanno tormentato il numero 30 costringendolo ai box per tutta la stagione targata 19-20. Stop artefici di un tunnel buio in cui, per molti, l’allora trentunenne livornese avrebbe faticato a ritrovare l’uscita.
Una continua ricerca della miglior forma fisica e tante difficoltà legate ad un modulo – quello “di franceschiano” – maggiormente predisposto alla presenza in campo una punta di movimento come il “Cholito” Simeone. Fattori che hanno portato il nome di “Pavoloso” ad avvicinarsi a quello di tante squadre della penisola. Rumors di mercato insistenti che, dopo lo sbarco in Sardegna il 30 agosto del 2017, avevano per la prima volta messo in dubbio la romantica storia d’amore sbocciata fin dal primo gol di Leonardo nell’isola. Ombre e sospetti cancellate definitivamente con la rinascita sotto la gestione Semplici.
Stesso nome, tanta affinità. Pavoletti si è dimostrato il riferimento offensivo perfetto nel 3-4-1-2 del tecnico ex Spal. Un attaccante riuscito a mettere la firma nelle gare simbolo dell’incredibile rimonta salvezza del Cagliari. Crotone, Parma e Benevento: tre centri in altrettante sfide che hanno regalato al club e ai tifosi la permanenza in massima serie e che hanno rilanciare le quotazioni di Pavoletti in una rosa rossoblù ormai sempre più “famiglia” per lui.
Valzer
Grinta, leadership e una ritrovata continuità di prestazioni. Così Pavo-gol si è ripreso il suo Cagliari, tornando ad essere un punto fermo nell’undici titolare dei sardi. Una sorta di destino opposto rispetto a quanto capitato negli ultimi mesi ai compagni di reparto Simeone e Cerri.
Partito col botto – cinque reti nelle prime sei giornate -, l’argentino non è poi riuscito a confermarsi nel corso di una stagione complicata per lui e per il Cagliari. Recentemente accostato al Torino, il “Cholito” potrebbe così lasciare l’isola se il mercato dovesse far depositare sul tavolo della società di Via Mameli un’offerta importante. Una sorte simile a quella che potrebbe sfiorare il match winner di Parma. Un attaccante dai gol pesanti, certo, ma che finora non ha mai centrato quella tanto sognata continuità da quando ha vestito per la prima volta la maglia rossoblù nel 2015.
Da partente a pilastro del Cagliari che verrà. Pavoletti ha ribaltato le proprie sorti, rendendo ancora più incerta la composizione del reparto offensivo sardo in vista della prossima stagione.
Alessio Caria