Dal “Cholo” al “Cholito“, da papà Andrea a Riccardo: due dei grandi protagonisti della vittoria rossoblù contro il Crotone hanno il gol e il pallone nel sangue.
“Guarda mamma, come papà”. Nel Cagliari forza quattro visto contro il Crotone ci sono anche le firme di Simeone e Sottil. I due giovani figli d’arte hanno messo ancora una volta l’accento sul proprio grandissimo momento di forma, guidando la riscossa rossoblù nel pirotecnico primo tempo della Sardegna Arena.
E chissà se papà Andrea si sarà emozionato nell’assistere al primo gol in Serie A di Riccardo. Difensore roccioso cresciuto nelle giovanili del Torino, l’ex di Fiorentina, Atalanta, Udinese, Reggina, Genoa, Catania, Rimini ed Alessandria ha sempre agito lontano dalla porta avversaria, riuscendo comunque a “regalarsi” 10 reti in 254 presenze totali in massima serie. Allenatore dal 2011, ecco ora i tanti sogni riposti nel talentuoso Riccardo, sbarcato in Sardegna nel corso dell’ultima sessione di mercato per proseguire nel proprio percorso di crescita dopo le esperienze con Fiorentina e Pescara.
“Como el Cholo”
Davanti a lui, nel 4-2-3-1 nuovo di zecca di Di Francesco, un vero e proprio killer d’area di rigore. Quel Giovanni Simeone capace di timbrare il tabellino marcatori già in 4 occasioni in questa stagione e fresco di chiamata con una nazionale, quella argentina, alla quale papà Diego ha dedicato gran parte della propria carriera calcistica. “Due Copa America, 108 presenze e 11 gol”: questo recita l’invidiabile palmares del Cholo con addosso il biancazzurro della mitica albiceleste. 522 apparizioni, 81 gol e 9 assist, invece, le statistiche generali tra i professionisti di un centrocampista diventato grande in Italia con le maglie di Inter e Lazio. Poi, la scelta di accomodarsi in panchina, e i grandi successi alla guida di un Atletico Madrid già rappresentato per cinque stagioni da giocatore. Il tutto mentre in Italia, il Cagliari di Eusebio Di Francesco si gode le reti del suo “Cholito”, sempre più punto di riferimento offensivo dell’undici isolano.
Da Andrea a Riccardo, da Diego a Giovanni: il calcio e le reti sono nel sangue di due ragazzi vogliosi di scrivere altre pagine importanti della proprio romanzo in Sardegna.
Alessio Caria