Certi amori fanno giri immensi poi ritornano diceva Antonello Venditti. A volte non si devono percorrere neanche tanti chilometri, basta varcare il Tirreno nel caso della Sardegna per sentirsi già lontani e magari cominciare un nuovo capitolo. Poi però possono entrare in gioco diverse variabili, a volte anche sconosciute, che riportano al punto di partenza. Cagliari, per Razvan Marin, è stato il punto d’approdo e l’inizio del rapporto con il calcio italiano dopo un periodo in chiaro scuro con quell’Ajax che su di lui aveva deciso di puntare dopo l’exploit in Belgio. Una salvezza conquistata, poi una dolorosa retrocessione a cui è seguita la separazione. La lontananza per due stagioni però potrebbe essere stata sufficiente, almeno per instillare quel sentimento di nostalgia che potrebbe tramutarsi in voglia di rivalsa dopo una prima parte di storia dal sapore dolceamaro.
Volontà
Razvan Marin non ha nascosto la volontà di rimanere sin da quando la possibilità di tornare in Sardegna si è presentata concretamente. L’arrivo di Nicola ha facilitato probabilmente ulteriormente la scelta al momento fatta. Nonostante un Europeo che lo ha messo in vetrina con la maglia della Romania e qualche sirena dall’estero che sembrava poter risuonare, a oggi il destino di Marin sembra essere a tinte rossoblù. “No, non abbiamo fatto alcuna offerta“: poche parole, ma la risposta arrivata dal Paok Salonicco alla nostra domanda mette un punto al momento alla questione che nelle ultime ore sembrava poter tenere banco nell’ambiente rossoblù. In auge permane comunque sempre la ormai consueta regola del “Tutti importanti, nessuno incedibile”, soprattutto in caso di proposta economica allettante. Ma anche il rinnovo in sordina fino al 2026 che avevamo raccontato nelle scorse settimane (qui per leggere) e la contemporanea riduzione dell’ingaggio annuale sono scelte che non creerebbero problematiche al Cagliari in caso di mancata partenza. Con Marin che potrebbe diventare uno dei punti fermi di un centrocampo in cui la concorrenza sarà comunque tanta.
Tappe
Il primo impegno però sarà quello di recuperare fiducia tra i vecchi compagni, a partire da chi dopo la retrocessione sancita dal pari a Venezia decise di restare in Sardegna al contrario del centrocampista romeno. Con il lavoro in ritiro che è stato e sarà utile per ricucire vecchi rapporti e consolidarne di nuovi. Passando anche però per un ruolo in campo ancora da definire. Nel primo giorno di lavoro insieme al resto del gruppo, Marin ha agito sia da mezzala – al mattino – che da giocatore con compiti in regia vista l’assenza di Prati al pomeriggio. Ruolo, quest’ultimo, ricoperto con meno successo già nel passato sull’Isola, ma con meno successo rispetto al primo in cui le caratteristiche dell’ex Ajax sembrano venire a galla più naturalmente. Con gli strappi palla al piede e la capacità di inserimento che sono stati spesso utili per la salvezza raggiunta con Semplici nel primo anno in Sardegna e che anche Davide Nicola, nell’ultima annata a Empoli ha conosciuto e apprezzato. Tuttavia, la possibilità di poter interpretare più ruoli al bisogno, sia in un centrocampo a cinque che a quattro, resta ed è un punto di favore per il giocatore. Per questo le qualità potrebbero essere utili al classe ’96 per rendere più forte la propria candidatura in caso di definitiva permanenza per un posto in un centrocampo che però è già folto. Da Makoumbou a Prati, passando anche per Adopo e Deiola. Una lista di “sfidanti” che non includerebbe Gianluca Gaetano in caso di ritorno del trequartista partenopeo a Cagliari. Diversi i ruoli dei due giocatori, differenti i compiti che andrebbero a ricoprire secondo il tecnico piemontese, motivo per cui i due non si escluderebbero a vicenda. Già le amichevoli, a partire da quella di martedì 30 luglio contro il Catanzaro, potrebbero aiutare Nicola a trovare in futuro una quadra definitiva tra equilibrio e capacità tecniche che saranno fondamentali per i rossoblù per essere pericolosi ma allo stesso tempo compatti. Senza abbandonare mai quell’intensità cercata dal primo giorno di lavori e che Razvan Marin conosce già bene.
Matteo Cardia