Come un emozionante tuffo nel passato per uno che, come lui, conta 80 presenze in nerazzurro e 104 con i quattro mori cuciti sul petto.
“Atalanta e Cagliari sono state tutto per me”, ci ha confessato. Oggi, nel giovedì di Coppa Italia, le due formazioni saranno lì, nel vuoto scenario del Gewiss Stadium, a contendersi il pass per i quarti finale in una sfida da occhi lucidi e ricordi indelebili per Andrea Lazzari. “A Bergamo sono nato e cresciuto, in Sardegna ho preso il volo e mi sono confermato in Serie A”. Parole che, nel frattempo, sembrano quasi fargli respirare l’odore dell’erba del Sant’Elia e di quello che, fino a due anni fa, era ancora l’Atleti Azzurri d’Italia. Emozionanti teatri di vecchie battaglie.
“Mi sono tolto tante belle soddisfazioni durante la mia avventura in rossoblù, prima fra tutte la convocazione in Nazionale – ha dichiarato il trentaseienne centrocampista, ora in forza al Senigallia – Abbiamo vinto tante partite, anche fuori casa, e conquistato tre salvezze. Nel mio primo anno nell’isola, poi, siamo andati vicini all’ingresso in Europa. Lottavamo per le prime posizioni della classifica ma a fine campionato c’è stato un calo. La Sardegna? Una terra bellissima. All’inizio ero un po’ restio al trasferimento perché spesso si ha paura di ciò che non si conosce. Lì ho trovato persone e amici che sento tuttora. Questo ha rappresentato molto per me, è un qualcosa che porto nel cuore. Quando posso, anche d’estate, vengo sempre in Sardegna. Da poco ho sentito Daniele Conti, gli ho fatto gli auguri. Mi ha detto che mi aspetta e gli ho detto che d’estate tornerò sicuramente e passerò del tempo con lui. La Sardegna e Cagliari hanno rappresentato e rappresentano ancora tanto per me”.
Che tipo di partita ti aspetti questa sera?
“Sicuramente una gara bella e combattuta, anche tenendo conto delle sfide disputate ieri. Si è tornati a credere nella Coppa Italia. E non lo stanno facendo soltanto le squadre più blasonate o quelle che hanno sollevato il trofeo negli ultimi anni ma anche tutte le altre”.
Ti aspettavi un campionato del genere per il Cagliari? Dove bisogna ricercare i motivi della crisi rossoblù?
“Ho visto qualche partita quest’anno e sono del parere che i rossoblù hanno anche qualcosa da recriminare. Avrebbero meritato qualche punto in più in classifica. Non meritavano alcune sconfitte patite finora. Il Cagliari, comunque, ha fatto un bel mercato, prendendo dei giovani interessanti. Il club ha iniziato un percorso con Di Francesco ed è ovvio che i frutti di questo progetto non si possano vedere subito, come accade per tutte le cose. Si sta costruendo piano piano. Forse è questo il motivo della crisi di risultati della squadra. Lavorando ogni giorno, l’allenatore riuscirà sicuramente a far entrare le sue idee nelle teste dei giocatori che ha a disposizione. Più avanti si vedrà il lavoro fatto”.
Da centrocampista, come giudichi la linea mediana del Cagliari e la disposizione tattica dei vari giocatori in questa zona? L’ormai imminente arrivo di Duncan potrebbe aiutare la squadra?
“è un ottimo giocatore, può dare una mano. Per quanto riguarda la disposizione in campo dei centrocampisti, credo che Di Francesco non possa fare di meglio al momento. è lui che vede costantemente i giocatori, capisce chi sta bene e chi invece no. In estate, dopo il suo arrivo, ha probabilmente provato anche qualche altro modulo ma credo che la disposizione tattica attuale sia quella con cui deve andare avanti perché si sposa bene con le qualità dei calciatori presenti in rosa”.
Ti aspettavi una risposta così decisa sul campo da parte dell’Atalanta dopo il divorzio con Papu Gomez?
“Sinceramente no. Pensavo che la squadra avrebbe subìto un calo. Invece, sono stati bravi a tenere fuori dal campo tutte le vicende accadute nell’ultimo periodo. Questo è un altro grande merito da riconoscere alla società, all’allenatore e soprattutto ai giocatori. Ovviamente però dispiace per ciò che è successo. Gomez è stato un simbolo per la Dea, ha rappresentato tanto per l’Atalanta e per la società. Queste, comunque, sono cose delle quali puoi parlare se sei dentro alla squadra”.
Alessio Caria