Alessandro Deiola, tornato a gennaio al Cagliari dallo Spezia, è stato fra i protagonisti della salvezza rossoblù giocando spesso titolare nel finale di stagione. A “Il Cagliari in diretta” su Radiolina ha raccontato le sue sensazioni.
«Tanti sono qua da anni, ci tengono tantissimo», è il giudizio di Deiola sui compagni di squadra. «João Pedro, Ceppitelli e Cragno sono tutti ragazzi che meritano la cittadinanza sarda, anche Nainggolan. Il ruolo dove mi sono imposto in queste giornate? Questo è un ruolo che mi piace tantissimo fare, mi esprimo al meglio. Non so se in queste partite si sia visto o sia stato un caso, però penso di essermi preso una bella rivincita dopo tutte le volte che sono stato mandato in giro. Assieme alla salvezza di quattro anni fa è un’altra salvezza che mi sono preso volentieri. Capozucca? È stata una figura importante per noi. Ha cercato, nei momenti di difficoltà, a trovare una battuta per non tenerci giù. Ci ha aiutati tantissimo a livello umano e morale».
Deiola ha vissuto solo mezza stagione, ma può trovare comunque la svolta: «Tralasciando domenica io dico Cagliari-Parma, eravamo morti e siamo rinati da un momento all’altro. Eravamo praticamente sepolti, è stata un’emozione unica e ci ha dato una spinta clamorosa. Il gol di Simy domenica vissuto in albergo? È stato un momento molto intenso, c’era chi era in camera e chi stava seguendo la partita. C’è stato un boato clamoroso nell’hotel, nei corridoi eccetera. Poi siamo tornati in camera e abbiamo perso anni di vita, perché ha avuto un’occasione clamorosa il Benevento. Poi è uscita la gioia di tutti nei corridoi, che saltavano e si abbracciavano. Purtroppo non è stata ripresa, ma andava ripresa».
Deiola parla di chi l’ha guidato nella sua crescita: «Un allenatore deve far stare bene il gruppo. Ho avuto la fortuna, quando ero in Primavera, di andare in prima squadra e vedere i vari Conti, Agostini, Pisano e Cossu: mi hanno trasmesso un amore per questi colori, da quando ero piccolo, indescrivibile. Matteoli è stato una bandiera qua, ho avuto anche Pusceddu che è stato importantissimo nell’anno in Primavera per avermi spostato da difensore centrale a centrocampista».
Più volte Deiola è stato mandato in prestito a inizio stagione, per poi tornare in Sardegna a gennaio. In vista del 2021-2022 si augura una conferma: «Questa è una domanda che non dovete fare a me, perché non saprei come rispondere. Darò sempre l’anima e tutto me stesso per il Cagliari, sono dei colori che ho dentro: posso andare da tutte le parti, ma lottare per la mia squadra e la città non è come da altre parti. Sono disposto a morire in campo per questa squadra. Quest’anno ho cercato di dare continuità a quello che stavo facendo, poi non so se sia una questione di ruolo o mia personale, che crescendo ho acquisito più fiducia. Però è andata così. Contento che finisca il campionato? Personalmente avrei voluto che iniziasse ora, per come sono andate le cose. Domenica? Dopo la rimonta fatta e la dimostrazione data a tutti bisogna chiudere in bellezza, serve un’ottima prestazione e cercare di vincere. Ci siamo presi questa salvezza, che come noi hanno sofferto e sono rinati con noi».
La Redazione