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Joao Pedro con la nuova maglia del Cagliari Calcio

Cagliari, cosa aspettarsi dalla lunga storia d’amore con Joao Pedro

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Difficoltà, delusioni, cambi di ruolo ma anche tanti gol e assist: nei sette anni trascorsi in Sardegna, il brasiliano è cresciuto come giocatore e come uomo, innamorandosi di una terra che, ora, non vuole più abbandonare.

Capo chino, a contare le gocce che si formano sul pavimento. Una si asciuga e l’altra prende il suo posto. Polvere e sudore, e bocca che sa di sale. Di momenti chiuso in se stesso, a riflettere su dove ha sbagliato Joao Pedro ne ha passati tanti, specie in Sardegna. Ma è anche da questi passaggi che anno dopo anno è diventato sempre più leader di questo gruppo. È arrivato a Cagliari nel 2014, in punta di piedi. Ad accompagnarlo, una grossa valigia colma di sogni e forti speranze verso un campionato, la Serie A, che aveva probabilmente cominciato ad assaporare troppo presto. Forse, sull’aereo che lo ha trasportato verso la Sardegna, i pensieri del giovane Joao Pedro erano ancora rivolti alle tante difficoltà riscontrate tre anni prima a Palermo, con una sola presenza collezionata nel corso di un’annata difficile e complicata. Nel mezzo, poi, le esperienze con le maglie di Vitoria Guimaraes, Peñarol e Santos ed Estoril Praia, ultima tappa del suo lungo viaggio calcistico prima del trasferimento in rossoblù. Nell’anno dell’esordio in massima serie, però, ecco l’immediata amarezza per la sciagurata retrocessione in Serie B. Un passaggio comunque importante e formativo nel suo processo di maturazione. Il primo di tanti ostacoli nella storia che ha legato il classe ’92 di Ipatinga al campionato italiano.

In Sardegna ha sofferto, Joao Pedro. Era il 2018 quando una lunga squalifica per doping lo ha tenuto a lungo lontano dal campo e dalla sua seconda famiglia. Eppure, è riuscito a ripartire con decisione e dedizione ancor maggiori, risultando subito decisivo per la successiva salvezza rossoblù con 7 reti e 3 assist in 34 partite. Mezzala, trequartista e centravanti le posizioni ricoperte sul rettangolo verde prima della definitiva esplosione nel corso della stagione scorsa nel ruolo di seconda punta. Diciotto reti e 4 assist i numeri che sintetizzano la strepitosa ed indimenticabile annata di un giocatore ormai simbolo di una squadra che, per lui, è una sorta di nazionale.

Ennesima, nuova vita

“Se mi volete sopportare un altro po’ io ci sono! Non ho mai detto nulla sul mercato perché non c’è niente da dire, sto bene qui a Cagliari, so quanto è importante il Cagliari per me e quanto io lo sia per il Cagliari. La Nazionale? Sta là, io sono nella mia. Non voglio pensare a nient’altro che non sia il Cagliari”. Parole al miele, quelle pronunciate ieri sera da Joao Pedro ai Premi Ussi. Una manifestazione in cui, tra i tanti simboli rossoblù del passato, c’era anche proprio lui che, del Cagliari attuale, pare ormai leader carismatico ed indiscusso.

Quest’anno, davanti a lui, un’altra – l’ennesima – sfida. Una nuova veste cucita da Di Francesco addosso a lui, nel 4-3-3 sempre impiegato nelle prime tre giornate di campionato. “Non mi dispiace per nulla il ruolo – ha dichiarato ieri – crediamo e possiamo fare bene, ne siamo consapevoli. Il gol contro l’Atalanta? Mi mancava segnare, sono convinto possa farne altri”. Nel mirino c’è già il Torino, per continuare a segnare e sognare in maglia rossoblù. Non pensa al mercato, non vuole sentir parlare di nazionale. Joao Pedro, nella sua, ci gioca già e ha un nome che di brasiliano ha ben poco. Si chiama Cagliari, ma il numero 10 di Ipatinga vuole farne parte ancora a lungo.

Alessio Caria

 
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