Al centro del campo, a governare ritmi e sorti dell’Olbia che prima conquistò la Serie C e poi riuscì a consolidarla. Enrico Geroni è stato uno degli uomini più importanti della rosa dei bianchi tra il 2015 e il 2017, quando sulla panchina gallurese sedeva l’attuale tecnico del Bari Michele Mignani. In vista della finale playoff di Serie B tra Cagliari e Bari, il centrocampista toscano ci ha parlato del Mignani tecnico e non solo.
Durante la tua esperienza a Olbia sei stato allenato da Michele Mignani, attualmente sulla panchina del Bari, che tipo di tecnico è?
“Mignani è stato il miglior allenatore che ho avuto in carriera, sotto tutti i punti di vista. Sono stato allenato da lui quando è approdato a Olbia per fare il suo esordio come tecnico di una prima squadra e poi nei due anni a seguire. Sia sotto il punto di vista tattico e umano si è dimostrato sinceramente il migliore che ho avuto. Di lui non posso che parlarne bene, è un grande professionista e una persona splendida”.
C’è un ricordo in particolare che hai di lui negli anni passati insieme in Gallura?
“Lui è un allenatore molto coerente, se riprende un calciatore lo fa esclusivamente per il suo bene. Durante i suoi tre anni a Olbia ha fatto sentire importanti tutti i giocatori, da noi la differenza durante quel periodo l’hanno fatta i panchinari. Questo è sicuramente un merito dell’allenatore e una sua qualità incredibile. Tutti si allenavano bene e si sentivano considerati da lui. I ricordi più importanti che ho sono legati al primo anno, quando mister Mignani viveva con noi in albergo. Una situazione che ci aveva permesso di legare moltissimo”.
Giovedì inizierà il primo atto della finale playoff tra Cagliari e Bari, che partita ti aspetti?
“Il fattore campo in queste gare sarà decisivo, sia Cagliari che Bari sono due grandissime piazze che non hanno niente a che vedere con la Serie B. Per l’annata che è stata fatta il Bari avrebbe meritato la promozione diretta, mentre i rossoblù hanno avuti alcuni momenti di down commettendo qualche passo a vuoto. Ma con Ranieri qualcosa è cambiato, si sono rilanciati e hanno fatto un finale di stagione importantissimo, sono arrivati lanciatissimi ai playoff. Le due squadre dovranno sfruttare al massimo le partite che giocheranno in casa, sono incontri decisivi dove si è più avvantaggiati. Le finali sono partite aperte, ma vista l’annata e il posizionamento in classifica credo che alla fine in Serie A andrà il Bari”.
Uno dei segreti della rinascita del Cagliari nella seconda parte di stagione è stato Claudio Ranieri, quanto può essere importante il suo carisma in vista di questa finale?
“Il carisma di un allenatore come Ranieri pesa tantissimo, non scordiamoci che qualche anno fa ha vinto una Premier League con il Leicester. Lui è un allenatore navigato ma non di quelli che hanno trionfato solo nei primi anni di carriera, il fatto che abbia vinto in Inghilterra dimostra che sa ancora trasmettere le motivazioni e le emozioni giuste per poter far rendere al massimo una squadra. Anche per questo al Cagliari è riuscito a dare quello che mancava a inizio stagione”.
Da centrocampista come vedi i due reparti centrali di Cagliari e Bari?
“Non ho avuto la possibilità di vedere tante partite, ma il centrocampo non credo sia il reparto migliore sia del Bari che del Cagliari. Credo che in attacco e in difesa entrambe le due squadre siano ancora più attrezzate. Hanno calciatori che potrebbero tranquillamente giocare in Serie A.“.
Uno sguardo invece sulla tua stagione al Sasso Marconi, come è stata? Cosa vedi nel tuo futuro?
“Quest’anno ho fatto una scelta di vita, volevo stare vicino a casa e ho scelto di giocare al Sasso Marconi per stare con la mia famiglia. La mia stagione è stata positiva, ho fatto 18 gol, non mi è mai capitato di segnare così tante reti e andare in doppia cifra. Anche il prossimo anno resterò al Sasso Marconi, ho già parlato con la società e mi auguro che possa essere un’annata positiva”.
Matteo Cardia