Ben ritrovati amici sardi dalla vostra Nany alla terza puntata della rubrica Una Amiga En Cerdeña. Io vengo da una città della Spagna, Caravaca de la Cruz, dove ci sono tradizioni molto antiche, la mia famiglia è numerosa, e abbiamo sempre condiviso tanti momenti (quasi sempre intorno al cibo), che sono i ricordi più divertenti che ho di quando ero bambina. Con il passare del tempo le cose però cambiano, sono andata a studiare lontano da casa, i miei cari più anziani se ne sono andati ed è come se ogni ricordo fosse diventato un po’ più annebbiato. Anche se ogni volta che torno a casa, quella nebbia, si dissipa.
Incontro
Quando sono arrivata in Sardegna è stato come se tutto si fosse fermato, come se fossi tornata improvvisamente alla mia infanzia, dove, come in un dolce ricordo, ho rivissuto quei momenti familiari che erano rimasti nella mia memoria, dove il darsi da fare in casa era una sfida per vedere chi fa meglio qualcosa o un piatto. Quello che più mi ha sorpreso, e allo stesso tempo stregato, in Sardegna è stato osservare come le persone con grande naturalità siano così unite alla terra, e quasi in simbiosi con essa, siano in grado di dare e prendere in modo quasi perfetto ciò che questa li offre.
Ricordo
Per esempio, ricordo che qualche anno fa, vicino al periodo del Natale, il mio compagno sardo mi portò per la prima volta a casa sua per presentarmi alla sua famiglia. Ricordo che quel giorno in casa stavano cucinando il maiale, ma la verità è che sono rimasta molto sorpresa quando mi hanno fatto entrare nella stanza dove tutte le zie stavano facendo la salsiccia. E mia suocera, molto dolcemente ed educatamente, mi ha chiesto se ero in quei giorni del mese, perché se sì, non potevo entrare. All’epoca il mio italiano non era molto buono e non potevo credere che appena conosciuta mia suocera mi stava chiedendo una cosa del genere. Poi però mi hanno spiegato il perché. Quell’inverno, oltre questa simpatica scenetta, ho imparato molto e ho iniziato quello che negli anni a venire è diventata la mia grande passione: la raccolta degli asparagi. Che per me è il mix perfetto tra una passeggiata e un’avventura per le campagne, e che penso piacerà a tutti gli amanti della natura e del cibo. Visto che poi te li mangi… Ricordo la dispensa di mia nonna sempre piena di viveri, conserve, patate, meloni, (forse per la la mentalità che hanno lasciato agli spagnoli gli anni del dopoguerra), fatto sta che mi ha colpito vedere che anche qui in Sardegna si facessero così tanto le conserve alimentari, e penso che questa sia una grandissima cosa poiché ci dà la possibilità di preparare il nostro cibo in modo molto più sano. Insomma, credo sia una tradizione che non va persa perché è il futuro e siamo fortunati a poter imparare queste tecniche di raccolta e conservazione del cibo legato al nostro territorio.
Le conserve
Qui in Sardegna mi hanno anche fatto vedere come si fanno i carciofi, dalla raccolta alla conservazione sott’olio, ho aiutato, e mi sono ritrovata con le mani piene di punture, ma sono così buoni che ne è valsa la pena. Mi piace tanto anche la raccolta del mirto, in spagnolo “arrayan” o “murta”, ma ammetto che mi piace di più berlo… Quando, il primo anno che stavo nell’isola, è arrivata la primavera, mio suocero mi insegnò a riconoscere i cardi e con un colpo di zappa a separarli dal terreno, e poi a pulirli. Ma quelle sono cose adatte solo a mani esperte. Per il mese di maggio cominciano le prime fave, cosa dire: adoro mangiarle fresche con un bicchiere di vino e un pezzo di pecorino, anche se mi piacciono anche in favata (quelle essiccate cotte con altre verdure come la verza e il finocchietto e vari tipi di carne). In estate qui in Sardegna la cosa più divertente è la preparazione della passata e tutto il procedimento che comporta. Lo facciamo ad agosto solitamente e così abbiamo il sugo per tutto l’anno. Quando l’estate finisce in casa in Sardegna facciamo il vino e la saba per i dolci, le conserve, i peperoni ripieni, e alcuni liquori come la prugnichedda . E poi più tardi in autunno ci sono le lunghe passeggiate per raccogliere i funghi, anche se non li mangiamo per prudenza, perché non tutti li conosciamo, ma ci divertiamo a guardarne forme e colori.
Le produzioni in casa della Sardegna sono tradizioni che, anche se a volte un po’ faticose e pesanti da preparare, sono dei tesori che creano dei ricordi importanti, perché è il momento in cui stai insieme ai tuoi cari, facendo e condividendo qualcosa per te e per tutti, con la tipica gerarchia in cui i più grandi comandano e insegnano perfettamente ciascuno dei dettagli del processo. Quando racconto tutto quello che produciamo in Sardegna a casa in Spagna (e soprattutto quando porto le conserve per farle assaggiare) a volte non mi credono e altre volte mi chiedono le ricette per replicarle. Anche perché le culture sono molto simili e anche a tavola ci piacciono le stesse cose. Insomma, credo di essere davvero fortunata nel vivere in un paradiso che dobbiamo proteggere e rispettare. Queste sono le preparazioni, le conserve e le raccolte che io ho visto fare e che ho imparato a fare in questi anni sull’Isola, raccontatemi nei commenti quello che si fa a casa vostra. Alla prossima!
Nany | Una Amiga En Cerdeña