Un altro trofeo continentale per Magic Box con i colori del Chelsea, dopo la Coppa delle Coppe e la Supercoppa Europea del 1998, ma questa volta in panchina.
Nella notte di Baku è arrivata la prima vera gioia da quando ha appeso gli scarpini al chiodo, in una carriera da primo allenatore che non l’ha mai visto brillare dal punto di vista dei risultati. Solo poche sue immagini nei festeggiamenti finali, quasi volesse rimanere in disparte e non prendere la scena ai giocatori e a quel Maurizio Sarri che sembra ormai prossimo a rientrare in Italia. Un saluto all’infortunato Rudiger (in stampelle dopo il grave infortunio che gli ha fatto saltare la parte finale della stagione), poi di nuovo a margine della festa dei “Blues” per via di quel suo carattere schivo, quell’umiltà che contraddistingue i veri campioni.
Eppure il suo ruolo al Chelsea non è stato così irrilevante, anzi: Gianfranco Zola, per fare un paragone banale, ha svolto il compito di interfaccia tra l’hardware e il software di un computer. Il carattere di Sarri si sa, è di quelli fumantini e spesso, vedi ultimo allenamento a porte aperte a Baku, ha sconfinato in atteggiamenti eccessivamente nervosi. Il baronetto col suo aplomb british, ha saputo calmare più volte le acque e riportare un po’ di serenità anche nei momenti più difficili, quando l’avventura allo Stamford Bridge dell’allenatore toscano sembrava essere al capolinea. Il 6-0 rifilato da Guardiola e la finale di Coppa di Lega persa ai rigori con l’incomprensione col portiere Kepa, sono stati i momenti bui della gestione Sarri che ha avuto in Zola un autentico punto di riferimento per calarsi nella realtà inglese: alla fine il terzo posto, alle spalle degli irraggiungibili City e Liverpool, e l’Europa League vinta ai danni dei cugini dell’Arsenal fanno sì che la stagione del Chelsea sia di quelle da ricordare.
Importante poi il ruolo di intermediario, quasi da pompiere, anche con la classe arbitrale, ogni qual volta il tecnico ex Napoli iniziava a parlare (o insultare scegliete voi) nella lingua natia, evitando a volte l’allontanamento dalla panchina. Mediazioni e conferenze stampa diplomatiche in sostituzione di Sarri sono tutti compiti che balzano all’occhio, ma anche il lavoro sul campo è stato rilevante. Difficile non pensare che qualche giocatore, anche quelli più tecnici, non abbia tratto ispirazione dal magico piede del fantasista di Oliena. Congratulations Sir Zola.
Matteo Porcu