In vista del match di lunedì tra Cagliari e Fiorentina, in programma alle ore 15, abbiamo intervistato Vittorio Pusceddu, ex terzino sinistro con 181 presenze complessive tra Serie A e Coppa Italia, e autore di 14 gol con la maglia rossoblù. Pusceddu, che ha vestito anche i colori della Fiorentina, ha condiviso il suo punto di vista sulla sfida, soffermandosi anche sul lavoro di Fabio Pisacane alla guida della Primavera del Cagliari e sulla sua attuale esperienza da allenatore della Natzionale Sarda.
Vittorio, iniziamo questa intervista parlando del match di lunedì tra il Cagliari di Davide Nicola e la Fiorentina di Raffaele Palladino, lei da doppio ex come vede questo match?
“Le mie sensazioni sono che entrambe le squadre arrivano alla partita con forti ambizioni: il Cagliari lotta per la salvezza, mentre la Fiorentina punta a un posto in Europa League, o comunque a rientrare nella zona che conta per l’Europa. Proprio per questo motivo, credo che entrambe cercheranno di ottenere punti pesanti. E per punti pesanti intendo chiaramente la vittoria. Sia la Fiorentina che il Cagliari giocheranno a viso aperto. Conosciamo il Cagliari: non è una squadra portata a difendersi. Se dovesse scendere in campo con l’idea di chiudersi, partirebbe già sconfitta. La Fiorentina, invece, ha giocatori molto rapidi, abili nel contropiede, e quindi il Cagliari dovrà prestare grande attenzione alla fase difensiva. La Fiorentina dovrà però fare i conti con la determinazione del Cagliari, spinto dalla voglia di salvarsi, e con giocatori come Piccoli, che sta disputando un’ottima stagione, così come diversi elementi nella stessa Fiorentina come Kean. Dal punto di vista dello spettacolo, credo che non mancherà. Poi, come spesso accade, saranno gli episodi a fare la differenza, a favore dell’una o dell’altra squadra”.
Ha menzionato Piccoli e Kean: a questo punto le chiedo, secondo lei, quali potrebbero essere i giocatori in grado di fare la differenza nel Cagliari e chi, invece, potrebbe risultare decisivo nella Fiorentina?
“Il Cagliari, lo ripeto, ha in Piccoli un attaccante che sta praticamente reggendo il reparto offensivo da solo. Sta facendo molto bene, ha realizzato già 8 gol in campionato. Considerando che parliamo di una squadra impegnata nella lotta per non retrocedere, è sicuramente un biglietto da visita importante. Per quanto riguarda la Fiorentina, Kean e Gudmundsson sono giocatori di grande qualità e possono fare la differenza. Tuttavia, credo che alla fine saranno i collettivi, da entrambe le parti, a risultare decisivi. Probabilmente, sul piano della qualità individuale, la Fiorentina ha qualcosa in più. Dall’altra parte però c’è il Cagliari, che giocherà in casa e vorrà certamente offrire una grande prestazione davanti al proprio pubblico, consapevole dell’importanza dei tre punti in palio. Anche perché, nello stesso turno, si gioca uno scontro diretto come Empoli-Venezia, e questo potrebbe rendere ancora più preziosa una vittoria in chiave salvezza”.
Secondo lei, quali sono i principali punti di forza e le debolezze di entrambe le squadre?
“In fase difensiva, il Cagliari ha mostrato alcune amnesie piuttosto evidenti, come si è potuto vedere in occasione dei gol subiti domenica scorsa contro l’Inter. È vero, l’Inter è una vera e propria corazzata, ne conosciamo bene la forza, ma ritengo che il Cagliari abbia commesso errori significativi, non solo a livello individuale, ma anche come reparto difensivo. Immagino che mister Nicola abbia lavorato su questi aspetti nel corso della settimana, anche se va detto che sin dall’inizio della stagione il Cagliari ha sempre subito molti gol, o comunque raramente è riuscito a mantenere la porta inviolata. Per quanto riguarda la Fiorentina, credo che il vero punto di forza sia il collettivo. Hanno a disposizione giocatori di qualità come Gudmundsson, Kean – che sta vivendo un buon momento – ma anche Mandragora, autore di ottime prestazioni, e un portiere affidabile come De Gea. Il gioco di squadra è solido, e il contributo di Palladino – così come in precedenza quello di mister Italiano, pur con un modulo diverso – si nota. Stanno esprimendo un buon calcio, anche se, come tutte le squadre, hanno attraversato fasi alterne. Altrimenti, probabilmente, si troverebbero ancora più in alto in classifica”.
Ha parlato della fase difensiva del Cagliari: vorrei chiederle un parere su Yerry Mina, ex della gara. Come valuta il suo apporto nella retroguardia del Cagliari e che impressione le ha fatto nella stagione che sta disputando finora?
“Yerry Mina è un tipo di giocatore che si distingue per cuore, grinta e forza in campo. Ogni partita dà sempre il massimo, non si risparmia mai. È un giocatore che si scontra continuamente con gli avversari, cerca di metterli sotto pressione e di rendergli la vita difficile. Sotto l’aspetto fisico, non c’è dubbio sulla sua forza, ma personalmente non è il tipo di difensore che preferisco, principalmente perché ogni domenica rischia di farti giocare in dieci, dato che è sempre coinvolto in qualche episodio con l’avversario. Non credo che se fosse stato un difensore così affidabile, la Fiorentina l’avrebbe lasciato andare con tanta facilità. Tuttavia, bisogna riconoscere che al Cagliari sta facendo un buon campionato, quindi sotto questo aspetto non si può certo discutere il suo contributo. Per quanto riguarda gli altri difensori del Cagliari, credo che nel complesso il reparto difensivo sia piuttosto equilibrato. Luperto, probabilmente, è quello che offre maggiori garanzie in termini di affidabilità, ma non amo parlare mai di singoli: si parla sempre di gioco di squadra, di collettivo. Nel complesso, sebbene ci siano dei giocatori che si distinguono, non credo che nessuno dia quelle garanzie al 100% di una solidità difensiva totale”.
Da terzino a terzino, come giudica le prestazioni di Tommaso Augello con la maglia dei rossoblù? È un giocatore che apprezza particolarmente per le sue caratteristiche?
“Guardando agli assist, credo che sia tra i primi due giocatori del Cagliari per assist in questo campionato, quindi non si può certo dire che stia facendo male. Forse, in fase difensiva, potrebbe migliorare, ma va sottolineato che spesso è l’intero reparto difensivo a soffrire, e quando si commettono errori, questi sono spesso collettivi, quindi anche lui ne risente. Tuttavia, sotto l’aspetto degli assist, penso che al momento sia uno degli assistman più importanti della squadra e anche del campionato. In generale, giudico la sua stagione positiva, anche se ritengo che possa fare ancora meglio, perché ha sicuramente le qualità per farlo. Ci auguriamo che riesca a esprimere tutto il suo potenziale, prima di tutto in questo finale di campionato, e poi, se dovesse rimanere al Cagliari, di continuare a dimostrarlo anche nelle stagioni future”.
Un giudizio su Coman e Felici, chi dovrebbe giocare lunedì secondo lei a sinistra tra i due?
“Coman mi è sembrato un buon giocatore. Quando è arrivato, ha subito messo a segno un gol importante e bellissimo. Poi ha avuto qualche problema fisico che gli ha impedito di giocare con continuità e dare il suo contributo alla squadra. Tuttavia, nel complesso, credo che sia stato un buon acquisto. Mi piace molto Felici, perché ha una grande qualità, una facilità di corsa e una voglia di emergere. È un giocatore che dà sempre tutto in campo. Se dovessi scegliere tra Coman, che in questo momento non può essere al 100% a causa dei suoi problemi fisici e della poca continuità, e Felici, che mi sembra più pronto, punterei su quest’ultimo”.
Da ex allenatore del Cagliari Primavera, come giudica il lavoro di Fabio Pisacane sulla panchina della Primavera, soprattutto alla luce della recente vittoria della Coppa Italia di categoria?
“Innanzitutto, facciamo i complimenti ai ragazzi, all’allenatore, allo staff, al direttore tecnico Muzzi, che stanno facendo un ottimo lavoro. Devo dire che hanno compiuto un’impresa straordinaria, qualcosa che non era mai riuscita prima alla Primavera del Cagliari. Ora ci aspettiamo che questi giovani talenti, che hanno conquistato un trofeo così importante, possano anche entrare nei play-off del campionato. Speriamo che, nelle stagioni future, possano contribuire anche alla prima squadra, come è successo in passato. È vero che negli anni passati non abbiamo vinto trofei, ed è giusto riconoscere questa realtà, ma va anche sottolineato che, per quanto riguarda il numero di giocatori provenienti dal settore giovanile, credo che il Cagliari non abbia nulla da invidiare ad altri club italiani. Basta guardare esempi come Barella, che gioca nell’Inter, o giocatori come Deiola, Murru, Pinna e molti altri, che hanno fatto il salto dalla Primavera alla prima squadra. Devo davvero fare i complimenti, perché è stata un’impresa bellissima. Come tifosi del Cagliari, siamo felicissimi e orgogliosi di questo ottimo risultato”.
Dal 2020 lei è alla guida della Natzionale Sarda. Come sta andando questa esperienza? Può raccontarci qualcosa in più riguardo a questo percorso e che soddisfazioni le sta dando?
“Le soddisfazioni derivano sicuramente dal fatto che abbiamo affrontato un torneo in Corsica con una squadra giovane, composta da 10-12 ragazzi nati dopo il 2000, contro una Corsica che schierava giocatori con esperienza in Serie A e Serie B. Abbiamo ricevuto molti complimenti dalla Nazionale Corsa, dalla Nazionale Siciliana e dalla squadra di Saint-Martin per il nostro gioco. Va sottolineato che, purtroppo, non possiamo allenarci mai tutti insieme, dato che i giocatori provengono da diverse categorie e non sempre sono disponibili. Ciò nonostante, cerchiamo di formare una squadra competitiva con ciò che abbiamo a disposizione in ogni momento. Spesso, poi, i playoff delle categorie impediscono a determinati giocatori di unirsi al gruppo. Inoltre, stiamo preparando un nuovo progetto per giugno, con una partita in Corsica prevista molto probabilmente per il 7 giugno, a cui parteciperanno i ragazzi delle annate 2009-2010. A maggio, faremo un raduno con circa 40-50 ragazzi della stessa fascia di età per creare una squadra pronta a confrontarsi con i pari età corsi. Siamo entusiasti di questa iniziativa e speriamo che tutte le squadre, i presidenti e i genitori siano felici di questo progetto. Sarà un’ottima occasione per i ragazzi di mettersi alla prova e confrontarsi con una squadra fuori dalla Sardegna, in una partita che sicuramente sarà molto combattuta”.
Per concludere, cosa c’è nel futuro di Vittorio Pusceddu? Quali sono i suoi prossimi obiettivi o progetti?
“Devo essere onesto, nel presente e nel futuro c’è questo impegno con la Natzionale, che è l’unica cosa che mi interessa davvero. Non ho mai avuto la volontà di allenare, se non nel settore giovanile. Non mi sono mai proposto per altri ruoli né ho mai cercato opportunità al di fuori di questo ambito. Se qualcuno cerca il nome di Vittorio Pusceddu, lo farà per ciò che ha ottenuto con il settore giovanile e per quanto ha realizzato quando ha allenato a livello giovanile, con risultati come il terzo e il secondo posto nel campionato della Regular Season. Al di là di questo, non ho mai cercato altre strade, perché credo che sia importante essere liberi di agire e scegliere ciò che si vuole. Se nessuno mi ha cercato, significa che non sono ritenuto interessante per altri ruoli, ma per me queste cose sono secondarie e non fanno parte della mia essenza. In questo momento, sono felice con la Natzionale. Abbiamo un ottimo staff, ci divertiamo e ci troviamo molto bene insieme. Questo è ciò che mi interessa fare ora, e credo che sarà anche il mio obiettivo per il futuro”.
Matteo Cubadda