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Gaetano Oristanio durante Cagliari-Roma | Foto Valerio Spano

Le Pagelle di Cagliari-Roma: difesa horror, Oristanio unico a salvarsi nella disfatta

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I nostri giudizi sul Cagliari sconfitto dalla Roma nell’ottava giornata della Serie A: alla Unipol Domus è 1-4 per i giallorossi di Mourinho.

Scuffet 5,5: esordio in rossoblù senza infamia e senza lode. Avrebbe dovuto ridare sicurezza alla retroguardia dopo gli errori del collega che rimpiazza, ma pur senza grandi colpe deve incassare dopo disattenzioni ormai classiche. Una parata prima della tempesta – bravo a restare fermo e respingere con i piedi su Dybala – e sensazione di staticità nei pur difficili gol della Roma.

Hatzidiakos 4: cambia il compagno al centro ma non cambia la difficoltà a fare la scelta giusta. Sul vantaggio giallorosso invece che temporeggiare esce inspiegabilmente lasciando libero Aouar, sul secondo potrebbe far meglio nel chiudere la linea di passaggio su Lukaku. Ranieri vede abbastanza e lo lascia negli spogliatoi all’intervallo.
Dal 46′ Zappa 5: entra con l’idea che si possa passare alla linea a quattro, invece gioca da terzo a destra e la squadra imbarca. Non per sua colpa, fa quel che può, ma tant’è. Si fa confondere da Belotti sullo 0-3, il resto è un dramma per arrivare al novantesimo.

Wieteska 4,5: fuori posizione sia sul primo che sul secondo gol, prova in entrambi i casi anticipi alti che diventano buchi non coperti da compagni poco propensi alla scalata. Gioca centrale nel trio arretrato ma non cambia il risultato. Nella ripresa viene lasciato in balia degli avversari da una scelta curiosa, fa quel che può – malino da dire il vero – ma è solo in mezzo alla tempesta.

Obert 4,5: parte bene e si fa piacere per l’aspetto tecnico, ma in copertura non è certamente la sua giornata. Il bel cross al 10′ con colpo di testa di Petagna viene cancellato dall’errore in uscita poco dopo e dalla mancata copertura sul primo gol. Nella ripresa si continua a imbarcare dalle sue parti, largo e distante da Wieteska la Roma entra nello spazio senza opposizione alcuna.
Dal 69′ Dossena 6: entra quando ormai la Roma ha messo in cassaforte il risultato in una fase quasi ingiudicabile. Così come è difficile giudicare la scelta di lasciarlo fuori per puntare su compagni ancora una volta in chiara difficoltà. Tiene comunque bene, facilitato da ritmi blandi.

Nández 5: parte con il freno a mano tirato e sbaglia alcune situazioni abbastanza facili, quando però il gioco diventa complesso prova a caricarsi sulle spalle i compagni almeno dal punto di vista di grinta e intensità. Serve a poco e non basta, ma almeno ci prova. Poi alza bandiera bianca anche lui, sparendo dalla scena dopo lo 0-3 che mette in ghiaccio ogni velleità. Segna il rigore della bandiera scaricando centralmente la rabbia.

Sulemana 4: ogni pallone che tocca è un pallone perso o una decisione sbagliata. Non entra mai in partita, prende il giusto giallo presto e rischia due volte il secondo. Ranieri capisce dove vuole andare a parare e lo toglie prima che il danno diventi irreparabile.
Dal 39′ Luvumbo 5,5: entra per dare la scossa, ci prova ma la Roma chiude la partita troppo presto per poter incidere particolarmente. Tra i meno peggio in una frazione di gara praticamente ingiudicabile.

Prati 5: ci mette quei venti minuti per scrollarsi di dosso la timidezza, richiamato anche da Sir Claudio per un pallone giocato indietro con il tempo per la verticalizzazione dalla sua. Sale piano piano di livello senza però mai prendere possesso della mediana come sperato. Una volta che la squadra crolla lui non può che crollare assieme agli altri, salva la faccia con un gran gol che il fuorigioco di Azzi gli toglie.

Makoumbou 5: in un centrocampo che lascia il tempo che trova dal punto di vista della prestazione lui cerca di fare il massimo. Non che siano frizzi e lazzi, ma almeno regge un minimo l’urto. Fino a che l’urto non diventa troppo anche per lui.

Azzi 5: la sua corsia è per mezz’ora terra di conquista giallorossa, ginocchia dritte, testa alta, cross sbagliati. Cresce verso la fine del primo tempo, ma senza riuscire a dare un senso alla propria prestazione tutta verticale e poco attenta. Nella ripresa, pur difettando in tecnica, prova a incidere senza successo. Ma, come detto, almeno ci prova.

Oristanio 6: fin da subito appare l’unico davvero in palla, la dimostrazione una corsa di 70 metri per salvare la squadra dal quasi certo 0-3. Crea e prova, prova e crea, ma è l’unico a cantare mentre nessuno porta la croce. Quel che è certo è che ha dimostrato di meritare spazio, cogliendo l’occasione ricevuta soprattutto alla voce atteggiamento. Continua sulla stessa falsariga anche a gara completamente persa, meritandosi la sufficienza.
Dal 74′ Shomurodov SV: un quarto d’ora più recupero da ex, non ha tempo per incidere e il risultato non aiuta.

Petagna 4,5: l’unico vero pericolo per Rui Patricio arriva da un suo colpo di testa, per il resto oltre a sbattersi e battersi combina ben poco. Non è favorito dai pochi palloni giocabili, ma sembra comunque lontano dal 100% e nemmeno tanto vicino. Nella ripresa proprio lui, tra i più esperti, getta la spugna senza combattere meritandosi i fischi al momento del cambio.
Dal 69′ Pavoletti 6: forse meriterebbe più spazio, almeno per la voglia che ci mette nonostante la gara sia ormai bella che andata. Va anche vicino al gol, per quel che vale.

Ranieri 4,5: sceglie la linea verde, ma cambia davvero troppo rispetto a Firenze. Va bene Prati, va bene Oristanio, ma Dossena e Augello qualche dubbio lo lasciano. Detto ciò, se oggi in panchina ci fosse stato un altro si parlerebbe di imbarcata e di errori clamorosi. Per rispetto verso la sua storia è giusto sottolineare alcune scelte abbastanza curiose, come quella difesa a tre con Zappa e Obert larghissimi a inizio ripresa con il punteggio di 0-2. Insomma, partita aperta che viene chiusa da errori sì individuali, ma anche tattici. Ora la sosta per riordinare le idee, della squadra sì ma anche le sue. Soprattutto per capire se davvero la difesa a tre sia la soluzione per questa squadra.

Matteo Zizola

 
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