agenzia-garau-centotrentuno

La Torres e quell’abbraccio ritrovato, ma il Vanni Sanna dov’è?

Scopri il nostro canale su Telegramle-notizie-di-centotrentuno-su-telegram
sardares
sardares

Il momento in casa Torres lo descrive bene l’abbraccio tra Giuseppe Mastinu e Alfonso Greco al settimo minuto della ripresa della sfida contro il Rimini (vinta per 2-0). Diakite ha appena segnato la seconda rete rossoblù e la squadra è corsa ad abbracciarlo sotto la bandierina, Mastinu invece punta dritto alla panchina, arriva da Greco, lo abbraccia e gli strappa da testa il cappellino. Un esultanza forte per i due poi raggiunti dal resto della squadra.

Momento
Una sorta di liberazione. Un po’ per tutti, dai due protagonisti con Greco finito naturalmente in discussione nelle ultime settimane, più nell’umore dell’ambiente che nelle concrete scelte di una dirigenza che in questa stagione lo ha sempre difeso anche mettendoci la faccia, a Mastinu, con l’ex Pisa che fino al 45′ della gara con il Rimini era tra i peggiori in campo e che invece da leader nel secondo tempo con visione e qualità ha trascinato i suoi al ritorno alla vittoria dopo un mese in campionato. Il 2-0 al Rimini è un po’ un rito di esorcizzazione per la Torres che in un colpo solo prova a liberarsi della negatività che aveva lasciato lo scontro diretto contro la Ternana, prova a ripartire dopo un pareggio e tre sconfitte per rilanciare la sfida al terzo posto al Pescara, e soprattutto allontana le nubi scure che da settimane al Vanni Sanna avevano allungato troppe ombre su una squadra che invece deve trovare la giusta compattezza e il giusto spirito per dire la sua ai playoff.

Testa
Il primo tempo, brutto, con ritmi bassi e poche idee, ha fatto capire, tanto quanto le rabbiose esultanze della ripresa, quanto a questa squadra rossoblù servisse un clic mentale per tornare a fare emozionare e ad esaltarsi. Condizione nella quale è andata oltre le aspettative negli ultimi due anni, ma senza la quale questo gruppo non riesce a esprimersi su alti livelli. Questa Torres ha bisogno di sentirsi sempre dentro a un totale entusiasmo per potersela giocare con tutti, altrimenti fa fatica. Aspetto che sicuramente è un limite, ma è allo stesso tempo un grande vantaggio qualora Greco e i suoi ritrovassero la giusta mentalità. Come successo nella stagione regolare l’anno scorso o nella reazione di quest’anno dopo un mese di novembre complicato con la Torres che è arrivata a inizio marzo ancora con speranze di vertice prima del nuovo calo.

Futuro
Certo all’orizzonte c’è una sfida complicatissima all’Entella, nel classico passaggio del treno giusto che non hai preso e che ora vedi correre all’orizzonte. Battere i liguri però potrebbe essere la perfetta iniezione di consapevolezza per questa squadra un po’ fragile sotto alcuni aspetti dal punto di vista umorale, ma comunque dal cuore grande per scrivere un finale in crescendo. La testa leggera a Chiavari con la sola fame di vincerle tutte da qui alla fine per entrare ai playoff di slancio deve essere un grande vantaggio per la squadra di Greco. Che con l’Entella però dovrà tornare a fare vedere la migliore versione di sé e non quella del primo tempo con il Rimini. La società ha scelto la via del silenzio stampa nell’ultima settimana, anche dopo il successo sui ragazzi di Antonio Buscè, e va capito se la porterà avanti anche durante la gara con la stessa Entella, visto anche il richiamo mediatico che avrà la sfida. Di base comunque una decisione che fa bene capire quanto abbia bisogno di fare quadrato la Torres, anche perché nel momento più complesso il Vanni Sanna, che sa essere un fattore, ha risposto con voce roca e bassa. In calo i tifosi e meno di tremila persone per un passaggio decisivo come quello contro il Rimini fanno riflettere. Ma questa città si esalterebbe davvero, e si intende con costanza e non solo il giorno di festa, anche in caso di arrivo della Serie B in futuro? È lecito chiederselo perché fa strano che in una piazza che negli ultimi due anni è sempre stata nelle prime 3-4 posizioni del campionato, con passaggi anche in vetta, il numero delle presenze allo stadio invece che essere in crescita o stabile è continuamente vittima dei risultati e dei momenti della stagione. Oltre a uno storico zoccolo duro che fa sacrifici per seguire un po’ ovunque questa squadra Sassari ha fatto fatica, e questa è opinione di chi vi scrive, ad affezionarsi davvero, di nuovo, alla Torres. Una volta raggiunta, magari nei prossimi anni la B, ci si esalterà solo se la squadra potrà lottare per la A? Forse è proprio l’incapacità di capire cosa si ha tra le mani e quanto ci si possa godere il momento sta mancando dalle parti del Vanni Sanna.

Singoli
Il simbolo di questo difetto tutto sassarese, e chi vi scrive lo è e può permettersi di dirlo, è Adama Diakite. Un altro dei poco amati, nonostante le tante stagioni positive, dal pubblico rossoblù. Un po’ di numeri: 18 gol tra campionato, coppa e playoff di D il primo anno, 10 reti fondamentali per la salvezza al primo anno di C, 6 marcature la passata stagione e 7 quest’anno. Diakite ha una media minuti giocati e reti realizzate che nessuno ha alla Torres negli ultimi anni, quasi sempre ha segnato gol nei momenti più importanti ed escluso il campionato 23-24 o è stato il migliore marcatore stagionale dei suoi o il secondo migliore. Aggiungeteci che nonostante problemi personali e fisici, nonostante diverse giornate storte, con anche un Vanni Sanna che ha rumoreggiato nei suoi confronti, non ha mai usato mezza parola fuori posto. Uno così in un’altra piazza è un idolo, a Sassari se non segna è sempre pronto a essere messo in discussione. Ci sta è il bello e il brutto del calcio, con la speranza però che da qui a giugno tutti sappiano godersi di più le piccole e le grandi cose all’Acquedotto, anche perché quando tutto sembra perduto nulla è perduto e il Rimini in questo senso deve essere un insegnamento di pronta ripresa.

Roberto Pinna

TAG:  Serie C Torres
 
Notifiche
Avvisami se ci sono
guest
46 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti