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Alghero, Fadda: “Serve fiducia e serenità. Questa piazza merita la salvezza”

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A tre gare dal termine dal termine del campionato di Eccellenza, la sfida salvezza si fa sempre più interessante con cinque squadre racchiuse in un fazzoletto di tre punti in piena lotta per non retrocedere. L’Alghero di mister Mario Fadda, subentrato nel mese di febbraio al posto di Gian Marco Giandon per invertire la rotta e uscire dalle zone calde della classifica, si prepara per il rush finale di stagione. I giallorossi fin qui hanno dimostrato di reagire positivamente al cambio in panchina anche se le buone prestazioni non stanno premiando in termini di punti i catalani che, dopo il pareggio per 1-1 ottenuto in rimonta contro il Carbonia nell’ultima giornata, si preparano alla sfida contro il Ghilarza già retrocesso in programma domenica 30 marzo. Ai nostri microfoni è intervenuto il tecnico dei catalani che si è espresso così sul momento vissuto dai suoi ragazzi e sul finale di stagione. Di seguito le sue dichiarazioni.

Mister Fadda lei è subentrato in corsa al posto di mister Giandon nel mese di febbraio, dopo una stagione altalenante per l’Alghero che nonostante il buon inizio l’ha vista cadere nelle posizioni di bassa classifica. Cosa l’ha spinta a sposare il progetto giallorosso?
“Mi ha spinto la piazza, il nome Alghero, una società che suscita sempre sensazioni positive. Una piazza che merita altri palcoscenici che ha al suo interno dei dirigenti appassionati che credono in questo progetto partito due anni fa. Penso che le motivazioni siano state queste oltre alla convinzione della società nel volermi, nel venirmi a cercare per presentarmi il progetto futuro. Non ho avuto il minimo dubbio ad accettare”.

Siete reduci dal pareggio casalingo contro il Carbonia per 1-1, il nono stagionale e il terzo di fila, raggiunto grazie a una reazione di orgoglio che vi ha permesso di recuperare lo svantaggio nei minuti di recupero. Al di là del singolo punto ottenuto che cosa vi ha lasciato questo partita?
“Paradossalmente è un risultato che ci lascia tanto amaro in bocca come questi ultimi finali di partite in cui, prima nel match contro la Nuorese, poi nella sfida contro il Barisardo veniamo ripresi a pochi secondi dal fischio finale. Sono risultati che non lasciano sensazioni positive compreso quello di domenica contro il Carbonia. Nonostante siamo riusciti a recuperare lo svantaggio, non siamo contenti dell’approccio alla gara e della prestazione completamente mancata nel primo tempo in cui non siamo mai stati in gara, mai cattivi e mai consci dell’importanza della partita. Il rammarico è quello, sapere che dovevamo fare un altro tipo di partita dall’inizio e invece l’abbiamo fatta solo nel secondo tempo: era una gara tranquillamente a nostra portata. Agli avversari vanno i nostri complimenti perché sono venuti qua mettendoci sotto nel primo tempo. Ripartiamo dal gol perché riprendere una partita del genere ci dà ancora chance importanti per poterci levare da questa brutta situazione”.

Domenica farete visita al Ghilarza già retrocesso in un match da non sbagliare per voi. Come state vivendo l’avvicinamento alla partita e che gara si aspetta?
“Incontreremo una squadra ferita in quanto fresca di retrocessione dopo tanti anni di permanenza in Eccellenza. Non sarà facile fare risultato, ci vorrà il miglior Alghero. Di fronte un Ghilarza che vorrà dimostrare davanti alla propria gente che questa è stata un’annata storta. Noi dobbiamo essere bravi a far capire all’avversario che vogliamo questi tre punti, in questo momento determinanti, per permetterci di giocare un altro scontro diretto in casa. La stiamo preparando come una finale, come gare di playout da dentro o fuori. Una sfida in cui un pareggio ci lascerebbe l’amaro in bocca, perché ci potrebbe mettere in una condizione sfavorevole, mentre una vittoria può aprire degli orizzonti molto importanti. Come ho detto ai ragazzi questo non è il momento delle chiacchiere, ma bensì dei fatti e per fare tutto ciò serve pedalare in campo”.

Le prestazioni fino a qui ci sono sempre state, ma non sembrano ripagarvi con il giusto premio. Il vostro rendimento (6 punti in 7 gare) non vi ha permesso di emergere dalla zona calda della classifica. Secondo lei cosa sta mancando a questo gruppo? È più un problema sotto il profilo mentale o tecnico?
“Il rendimento al momento è questo però bisogna analizzare anche gli avversari contro cui si è giocato in queste sette gare. Io sono arrivato a due giorni dalla sfida contro il Budoni e in quelle circostanze l’impronta che può lasciare un tecnico è davvero poca, specie se l’avversario si chiama Budoni. Si è andati a Gavoi riuscendo a fare una buona prestazione e vincendo per nostro merito nonostante qualcuno dica che gli avversari erano in otto. Successivamente abbiamo perso qui contro il Tempio per degli episodi. Contro il Villasimius abbiamo fatto un gran gara, ma i punti raccolti sono comunque zero. La prestazione contro la Nuorese dal mio punto di vista è stata positiva. Contro il Barisardo siamo stati bravi a imporci riuscendo a ottenere un punto anche se meritavamo la vittoria contro una squadra che veniva da un momento estremamente positivo. Domenica ci siamo lasciati scappare un’occasione importante e fondamentale. Il cuore da parte di questi ragazzi c’è sempre stato, ma a volte non basta. Quando le stagioni vanno in questo modo ciò che stai facendo non è sufficiente. Devi cercare di raddoppiare le forze, facendo più attenzione in situazioni di partita dove bisogna rimanere lucidi, come ad esempio i minuti di recupero che a noi stanno risultando fatali. Su cosa sta mancando? L’Alghero non è stato costruito per stare in queste condizioni di classifica, all’inizio si pensava di fare un campionato diverso e quando non si è pronti ad affrontare determinate situazioni, fai fatica mentalmente a rimetterti in gioco. Lottare per la zona salvezza è un altro mondo, completamente diverso. Dobbiamo capire che cuore e grinta non bastano, a volte ci vuole attenzione, esperienza e la mancanza di queste cose ci hanno fatto ritrovare in queste condizioni. Le prestazioni, lo ripeto, ci sono sempre state anche dal mio arrivo. La squadra non è mai stata sottomessa da nessuno, Budoni compreso. Gara in cui fino all’82’ eravamo sull’1-0, in inferiorità numerica dal 20′ del primo tempo. A questi ragazzi io non posso recriminare niente sulle prestazioni, ma in questo momento non basta ci vuole altro per salvarsi, perché il pallone in questi casi scotta. I minuti nel finale non passano mai e purtroppo questi aspetti per noi sono costati caro in queste ultime gare. Ciononostante siamo ancora in gioco, la nostra condizione attuale non ci condanna a niente, ci sono ancora tanti scontri diretti e ciò che per noi conta è lavorare come stiamo facendo. Credendoci un po’ di più potremmo contribuire a far girare la sorte anche dalla nostra parte”.

L’Alghero al momento è la terza peggiore squadra del campionato per gol realizzati (24 in 27 gare), nonostante Luca Scognamillo sia il 4° miglior marcatore del campionato. Come può essere migliorato questo aspetto?
“Le componenti possono essere tante. Per noi è importante avere un finalizzatore come Luca davanti che, logicamente, purtroppo per noi non riesce a far gol e a trasformare tutte le occasioni a disposizione. Dietro a questo ci sono diversi argomenti da dover analizzare. Al momento non vedo una grande differenza a livello di gol nelle squadre dietro di noi, sicuramente questa è una caratteristica negativa dell’Alghero che in questo momento fa fatica a trovare gol se non con Scognamillo. La mia speranza è quella di vedere Luca finire il campionato come capocannoniere e noi salvi. A fine anno tireremo le somme sulla situazione e su tanti argomenti che in questo momento lasciano un po’ il tempo che trovano”.

Quale può essere il fattore determinante da tirar fuori per riuscire a centrare l’obiettivo?
“Il fattore è l’Alghero stesso. In questo momento questa è una delle società più ambite per calciatori e allenatori. È una piazza importante che ha fame di calcio – basti vedere la gente venuta a vederci domenica – con una società nuova, composta da dirigenti appassionati e competenti con un importante settore giovanile. Qui ci sono tutte le potenzialità per fare calcio e farlo bene, pertanto serve dare tutto perché è importante tenere una società del genere in Eccellenza, lo sappiamo noi, lo sanno i dirigenti e lo sa la tifoseria. Come ho già detto tempo fa, io sono sicuro che in un modo o nell’altro riusciremo a centrare la salvezza con questi ragazzi. Serve fame e i ragazzi ce l’hanno, è un gruppo che dà tutto ogni domenica. Se queste sono le basi per salvarci, noi sicuramente le abbiamo”. 

Lei è un allenatore esperto in questa categoria ha vissuto lottato per obiettivi differenti ma allo stesso modo delicati: qual è il segreto per gestire la pressione a questo punto della stagione?
“Gli ultimi tre anni ho avuto la fortuna di lottare per obiettivi importanti è vero, però non c’è da dimenticare che ho avuto questa occasione a seguito di una salvezza ottenuta con il Taloro Gavoi. In un momento del genere serve calma, personalità e consapevolezza dei propri mezzi e credo che questo gruppo sappia il proprio valore. Al momento opportuno questo verrà fuori, garantendoci la possibilità di prenderci ciò che ci spetta. Lo meritano tutti, sarò noioso, ma l’attaccamento che vedo qua non è qualcosa che si vede in tutte le piazze. In un momento simile non serve farsi prendere dallo sconforto di fronte a una classifica che oggi ci vede in questa posizione, ma che una vittoria domenica potrebbe ribaltare completamente, visti gli scontri diretti che ci saranno. Io sono abituato a queste partite, l’aspetto più importante è la tranquillità e la fiducia in tutto ciò che si fa”.

Domanda secca l’Alghero riuscirà a centrare la salvezza? Qual è il fattore che voi ad oggi avete e le altre no?
“Non ho dubbi. Sono qua per questo, i dirigenti mi hanno preso per centrare questo obiettivo. Quando ho sposato la causa ero a conoscenza delle difficoltà, dei problemi che avremmo potuto incontrare e soprattutto il valore degli avversari, ma ripeto, sono sicuro che questo Alghero alla fine riuscirà a salvarsi”.

Parlando invece del campionato più in generale oltre al Budoni chi vede favorito per la conquista della Serie D?
“Sul Budoni mi ero già espresso a inizio stagione, indicai loro come favoriti perché mi era sembrata la squadra più forte con dei grandi valori e così è stato. È una società che conosce molto bene questa categoria, che sa cosa vuol dire lottare per il vertice e cosa ci vuole per vincere a questi livelli. Sulle altre non tralascerei nessuno perché Monastir, Tempio e Ossese sono stati degni partecipanti di questo campionato, riuscendo a portare avanti una lotta entusiasmante. È stata una stagione molto bella, combattuta, che a tre giornate dalla fine deve ancora sancire dei verdetti. Mi dispiace per le due retrocesse Li Punti e Ghilarza a cui faccio i miei auguri per ritornare quanto prima in questa categoria perché in questi anni, sono state due società che hanno fatto vedere grandi cose. È un campionato avvincente che fino all’ultimo minuto dell’ultima partita ci lascerà con il fiato sospeso. Favorita per la Serie D oltre al Budoni? Difficile fare un pronostico, io farò il tifo soltanto per una”.

Giuseppe Meloni

TAG:  Eccellenza
 
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