Centouno presenze, quattro gol e sei assist, sono questi i numeri di Tony Gianni relativi alle quattro stagioni trascorse con la maglia del Latte Dolce, squadra con cui nel 2019 disputò i playoff di Serie D a seguito di una stagione esaltante che vide i sassaresi chiudere il campionato al 4° posto. Trasferitosi nella capitale per motivi extra campo, dopo le due stagioni al Monterotondo il centrocampista classe ’95 è al momento impegnato nel campionato di Eccellenza del Lazio con il Tivoli, squadra attualmente 4ª nel girone A del massimo campionato regionale laziale. Per il giocatore originario di Ozieri un passato calcistico di livello, tra Porto Torres, Nuorese in quarta serie prima delle due parentesi al Castelsardo e allo Stintino, che hanno preceduto l’approdo in biancoceleste con il Latte Dolce nell’estate del 2018. Abbiamo fatto due chiacchiere con l’ex Latte Dolce che ci ha raccontato le sue impressioni sulla stagione della Torres di Alfonso Greco in vista dei playoff di Serie C e della sua ex squadra al momento impegnata nella lotta salvezza in Serie D. Di seguito le sue dichiarazioni.
Partiamo dal Latte Dolce, quest’anno i biancocelesti con Setti in panchina, hanno vissuto una prima parte di stagione importante che li ha condotti a ridosso della zone nobili della classifica. Nel girone di ritorno però qualcosa si è inceppato e la squadra è ripiombata inesorabilmente nelle zone calde della graduatoria. Come può essere spiegata questa involuzione di risultati?
“I valori di tante squadre a dicembre sono cambiati. Ho seguito i colpi fatti dall’Olbia con il ritorno di Ragatzu e Biancu, anche l’Ilvamaddalena ha rivoluzionato molto mentre il Latte Dolce ha sempre seguito la via dei giovani, come sempre d’altronde: fin da quando c’ero io è sempre stata la prerogativa della società e del presidente Fresu. Io non mi sarei mai aspettato questo tracollo. Adesso è arrivato in panchina Fini, con lui ho avuto la fortuna di giocare insieme al mio primo anno a Porto Torres. Lo conosco, sono sicuro che riusciranno a salvarsi. Sabato hanno una sfida importante contro il Monterotondo, squadra in cui ho militato per due anni. Ho ancora alcuni contatti e anche loro non sono per niente tranquilli, hanno molto timore di questa partita: è un crocevia molto importante per entrambe. Da quando sono andato via sono cambiate molte cose a Sassari, a parte Cabeccia e Piredda tutti gli altri ragazzi sono nuovi: io non li conosco, ma visti i valori di giocatori come Odianose o Kone di sicuro non è una squadra che merita di stare in quella posizione. Nel girone di ritorno qualcosa non è andato magari anche per un po’ di sfortuna. Il rendimento negativo in trasferta ha pesato sicuramente e poi questo ti fa entrare in quel tunnel da cui è difficile uscire perché sei sempre condizionato quando approcci la prossima sfida lontano da casa. La partita di domenica contro l’Anzio poteva essere quella della svolta, considerando il momento no da cui arrivavano i laziali e invece il pareggio non ha permesso di allontanarsi dalla zona calda. Sinceramente non me lo spiego, specie adesso che la squadra ha recuperato un giocatore di esperienza come Ferrante e lo stesso Cabeccia rimasto fuori per infortunio nella prima parte di stagione. Lui è l’anima di questa squadra. Sono fiducioso, spero si salvino. Io sono sempre un grande tifoso di Sassari”.
Una involuzione a cui la società ha risposto con l’esonero dello stesso Setti chiamando, come detto, Michele Fini al suo posto per la guida della squadra. Con quest’ultimo in panchina i sassaresi hanno ottenuto 4 punti nelle ultime tre gare frutto di una vittoria, una sconfitta e un pareggio arrivato in rimonta nell’ultima giornata contro l’Anzio. Secondo te i biancocelesti riusciranno a centrare l’obiettivo salvezza?
“Fini è arrivato a otto gare dal termine del campionato e quando arrivi in una nuova squadra con così poca distanza dal traguardo non c’è il tempo per stravolgere i dettami tattici o infondere la propria idea di gioco. È difficile. Piuttosto è fondamentale lavorare tanto sulla testa riuscendo a imporsi a livello mentale. Lui è una persona con carisma, può fare soltanto bene a questa squadra. Ha una storia importante alle spalle. Ha giocato per quindici anni di Serie A, è un uomo di grande esperienza ed è sicuramente la persona giusta per trasmettere entusiasmo a un gruppo giovane come questo. Lui potrà dare sicuramente tanto a questa squadra”.
Parlando della Torres, invece, i rossoblù di Alfonso Greco dopo un avvio di stagione carico di aspettative, hanno visto affievolirsi le possibilità di centrare la promozione attraverso la vittoria del campionato. Come valuti la stagione dei rossoblù fin qui?
“Secondo me la stagione è sicuramente positiva. Poi certo visto quanto fatto l’anno scorso tutti si aspettavano che quest’anno la Torres stesse lì, ma non è per niente scontato. Io ho sentito Scotto, Antonelli e altri ragazzi a cui sono rimasto legato e loro sentono questa pressione da parte della tifoseria. La stagione rimane positiva, ho sempre visto grandi partite da parte della squadra. Dopo la trasferta di Terni c’è stata una flessione che ci può stare nell’arco della stagione. È una squadra che anche quest’anno non ha mai affascinato nella produzione di gioco, ma comunque è sempre stata una squadra quadrata che nella scorsa stagione si è distinta per la miglior difesa. I difensori sono le garanzie di questa formazione e anche l’anno scorso si è puntato molto sulla propria solidità difensiva. Hanno avuto un momento di flessione, ma rimangono terzi in classifica e in un girone come questo, non è assolutamente scontato. Mi dispiace per Gigi perché quest’anno ha avuto diversi infortuni. Lui oltre che essere un uomo di spogliatoio, è un elemento che in campo fa la differenza, ha la giocata, ha la grinta, ti trascina. È stato un peccato non vederlo sempre in condizione, ma spero che possa essere a disposizione nei playoff per questo finale di stagione”.
Dopo il buon pareggio ottenuto lunedì contro la capolista Entella i sassaresi sono chiamati a dare continuità di risultati contro la Spal domenica al Vanni Sanna. In vista dei playoff quanto sarà importante trovare continuità in termini di risultati?
“Adesso che l’obiettivo di vincere il campionato è sfumato, la cosa principale diventa prepararsi al meglio per arrivare bene ai playoff. L’anno scorso saltare tutti i turni stando fermi due settimane prima di giocare, non si è rivelato un bene. A mio avviso rischi di perdere il ritmo e puoi risentirne: nella gara d’andata contro il Benevento l’anno scorso si è visto. Per quanto riguarda la Spal è una squadra in difficoltà che lotta per la salvezza e che potrebbe essere invischiata nei playout. Sulla partita con l’Entella poi, la Torres ha giocato alla pari e forse ai punti avrebbe anche meritato la vittoria. Il pareggio però è stato un risultato giusto, loro giocavano dopo aver appreso la sconfitta della Ternana: credo abbiano un po’ gestito le energie”.
Che finale di stagione ti aspetti dai rossoblù? Può ancora essere l’anno della promozione?
“Si, perché no? Nella partita secca la Torres può battere chiunque lo ha dimostrato anche lunedì. Io personalmente sono contro la scaramanzia, a questo proposito mi viene in mente un aneddoto vissuto con Scotto al Latte Dolce. Lui è molto scaramantico e a tavola non voleva gli si passasse il sale, allora io lo prendevo, lo rovesciavo e lo facevo rotolare per tutto il tavolo (ride ndr). Detto questo, serve sognare, la Torres può vantare una società solida alle sue spalle, costituita da professionisti molto ambiziosi che io sono sicuro porteranno in alto questo club”.
La Serie D entra nella fase calda della stagione. Le squadre sarde sono ancora tutte coinvolte nella lotta salvezza anche se Olbia e Ilvamaddalena sono reduci da un momento positivo nelle ultime giornate. Chi riuscirà a centrare la permanenza?
“Vedendo la classifica, la Cos è quella messa peggio perché a oggi sarebbe retrocessa, però domenica ha una partita in casa contro il Terracina, gara fondamentale da dove passa la possibilità di centrare una salvezza diretta se poi vinci anche la domenica successiva. Con due vittorie si porterebbe a -4 considerati tutti gli scontri diretti che ancora dovranno disputarsi. La Cos è una squadra forte, fatta di giocatori capaci che sono da tanti anni in quell’ambiente e con grande senso di appartenenza. La gara di domenica contro il Terracina potrà dire tanto: è una partita che non può essere sbagliata se vuoi pensare di salvarti. L’Uri negli ultimi tre anni ha raggiunto la salvezza passando dai playout per due volte. Domenica anche loro sono chiamati a una sfida importante contro il Trastevere prima di affrontare il Monterotondo in casa: saranno due scontri diretti decisivi. Secondo me loro potrebbero fare i playout, ma spero possano disputarli ancora in casa. L’Olbia e l’Ilvamaddalena secondo me sono salve, sono le due migliori tra le sarde in questo momento. L’Ilva arriva da quattro vittorie consecutive e secondo me non avrà problemi a salvarsi. Allo stesso modo l’Olbia riuscirà a centrare la salvezza anche grazie agli innesti fatti: sono tutti giocatori di un valore nettamente superiore. Rimane solo il Latte Dolce. Sabato, lo ripeto, sarà fondamentale perché vedendo l’andamento, la quota salvezza dovrebbe essere a quota 38/39 punti, questo significa che mancano ancora due vittorie e spero possa arrivare già la prima con il Monterotondo per poi affrontare le ultime quattro più serenamente”.
Sempre in tema Serie D nella prossima stagione il Budoni, fresco vincitore del campionato di Eccellenza, farà ritorno nella quarta serie. Tu in carriera ha affrontato per ben cinque volte questa squadra, qual è il tuo pensiero sulla stagione disputata dei galluresi?
“Con mister Cerbone riescono ad avere una continuità impressionante. Ricordo che anche due anni fa si resero, insieme al Latte Dolce, protagonisti di una cavalcata clamorosa per salire in Serie D, poi l’anno scorso, non so bene i motivi, ma calarono chiudendo il campionato in ultima posizione. Spero che ritrovi la giusta dimensione anche perché è una piazza dove si può fare buon calcio. Credo possano trovare la propria stabilità, è una squadra forte che in Eccellenza ha dimostrato di essere superiore a tutti, nonostante il Monastir avesse dimostrato grande valore in avvio, ma alla fine credo che sia salita la squadra più completa”.
Sull’Eccellenza in generale invece? Hai avuto modo di seguirla? Quale squadra oltre ai ragazzi di Cerbone ti ha impressionato di più?
“Tempio e Monastir mi hanno colpito, la prima è sicuramente forte ma a livello tecnico non credo al momento possa essere paragonata alle prime due. Un’altra poi è sicuramente l’Ossese, in cui giocano diversi miei amici ed ex compagni come Werther, Saba e il mister stesso Demartis. Sono un bel gruppo, hanno creato quell’unione anche grazie al mister, lui è uno che lavora molto su questo aspetto. Tra l’altro mi chiamò a inizio anno e fu una cosa che mi fece molto piacere. Mi sarebbe piaciuto vedere loro più coinvolti, ma chissà, magari potrò vederli ai playoff, noi qui siamo ancora un po’ lontani, però magari veniamo in Sardegna a fare i playoff contro di loro chi può dirlo”.
Tu al momento vivi a Roma per studio e inoltre giochi con il Tivoli nel campionato di Eccellenza. Come si fa ad unire studio e calcio ad alti livelli e riuscire a portare risultati su entrambi i fronti? In futuro c’è la possibilità di un ritorno in Sardegna?
“Qui mi trovo bene, ci sono stati dei problemi nel corso della stagione, dovuti alle ambizioni della società in avvio. La squadra è stata costruita per raggiungere la Serie D, fino a gennaio eravamo lì a -1, ma dopo c’è stato un tracollo. Domenica abbiamo trovato la seconda vittoria consecutiva, ci stiamo riprendendo in questo finale, mancano sei partite e il nostro obiettivo è quello di ottenere 18 punti. Al resto penseremo alla fine. Su come combinare studio e sport? Credo che la passione verso questo sport sia il segreto. Ho trent’anni, spero di riuscire a giocare ancora a lungo, almeno fino a quando il fisico me lo permetterà, non so se qua o altrove, ma la voglia di giocare ancora è tanta. Sul ritorno in Sardegna? Al momento sono qua, ma non è qualcosa di definitivo. Se in futuro si presentassero le condizioni per poter tornare in Sardegna le prenderò in considerazione”.
Giuseppe Meloni