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Dinamo Sassari, Dowe: “Qui per migliorarmi ancora”

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La Dinamo Sassari si prepara all’esordio stagionale in programma stasera, alle 20.30, contro l’Olimpija Cedevita, in occasione del Torneo Città di Oristano – Trofeo Città di Eleonora. Tra i nuovi arrivati nel club biancoblù c’è anche Chris Dowe, play-guardia statunitense ex Prometey. Dowe ha parlato dei suoi obiettivi e non solo in un’intervista rilasciata ai canali ufficiali della società sassarese. Queste le sue parole.

Sulla carriera e sul college

Tante persone non lo sanno, ma ho iniziato la mia carriera in Europa nella Pro B tedesca, che è la terza serie. Sono stato tagliato nella pre-season, non ricordo bene il perché, non me lo hanno mai detto chiaramente. Così ho finito il mio anno in Portogallo e ho iniziato a salire di livello, mi sono migliorato e ho trovato diverse buone situazioni che mi hanno aiutato. Bellarmine? La storia della mia famiglia fa parte di quel college, la religione non ha una grande influenza in fin dei conti, è una buona scuola, con un ottimo programma, nei tempi in cui c’ero io, ma anche ora, c’era davvero una squadra di basket di livello. Anche sotto il profilo accademico il college era di valore, è per questo che Bellarmine è stata la mia scelta“.

Sulle proprie condizioni

Mi sento bene fisicamente e mentalmente, sento che è il punto più alto della mia carriera e con Sassari voglio fare un altro step importante per la mia carriera“.

Sul passato della Dinamo

Conosco David Logan dai tempi dell’università, perché ho giocato come lui nella Division 2 di Ncaa. Giocavamo spesso contro il suo college, quindi sentivo sempre il suo nome. Sapevo tutto di lui, abbiamo giocato contro qualche anno fa, era a due ore da dove vivevo. Lui è una leggenda qui, anche Miro Bilan ha giocato qui a Sassari, sono consapevole della storia di Sassari. Non ho giocato qui ma ho visto gli ultimi anni, la vittoria nella Europe Cup, la capacità di competere sempre ad alto livello nel campionato italiano. Quando ho visto che il club si è interessato a me ho capito che probabilmente avrei firmato“.

Sulle proprie caratteristiche

Penso di essere un giocatore versatile e penso che sia questa la parte migliore del mio gioco. Penso di poter tirare, passare, anche difendere e andare a rimbalzo, attaccare il ferro con l’uno contro uno. Cerco di fare le cose che portano alla vittoria. Posso essere un vincente? Sì, perché mi piace fare tutto quello che può regalare una vittoria. Non penso che sia necessario cambiare tutto intorno a me perché le cose possano funzionare. C’è stata grande continuità qui nel progetto, sono rimasti diversi giocatori. Penso che il coach abbia visto che può mettermi nel sistema, la posizione andrà benissimo sia che mi chieda di partire dalla panchina, di giocare da play o da guardia. Ha diverse opzioni, penso sia questo che lo abbia aiutato a scegliermi. Sono molto contento di essere qui”.

Sul doppio impegni

Ho già giocato su due fronti in Francia, in Germania, due campionati duri, ogni partita era molto difficile. Sono pronto, il doppio impegno è un altro motivo per cui sono qui. È una grande opportunità essere qui e giocare nella lega italiana, i miei genitori vogliono vorrebbero venire a farmi visita e visitare l’Italia. È un sogno essere qui e avere anche l’opportunità di giocare nuovamente in Bcl“.

Sugli obiettivi

In questa stagione mi piacerebbe andare avanti in Bcl, al Prometey avevano l’occasione di farlo poi però è arrivata la guerra e la stagione è finita. È questo il mio obiettivo principale, ma anche in campionato dove la Dinamo l’ultimo anno è arrivata in semifinale. Lo scopo è ripetersi o cercare di migliorarsi“.

Sulla squadra

Ho visto lo spirito che c’è in allenamento, i ragazzi quando perdono si arrabbiano, il coach dice sempre qualcosa perché vede tutti molto competitivi. Mi piace molto la chimica che si è creata, si vede quando uno di noi rifiuta un tiro per un extra-pass. Sono quelle cose che ami vedere, che aiutano il gruppo e soprattutto i nuovi arrivati come me, Onuaku e Jones. I compagni, i coach, lo staff ci stanno aiutando molto. La Sardegna? Qui le persone sono molto orgogliose. Si gioca per qualcosa di più che la città di Sassari, sembra di giocare per l’Isola intera e si vede anche qui a Oristano perché in tanti sono sempre vicini alla squadra“.

La Redazione

 

 
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