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Cagliari, Benetti: “Serie A difficile, a Bari notte di grandi emozioni”

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Dopo la conferma di stamani in vista della prossima stagione (qui l’articolo integrale), il vice allenatore del Cagliari, Paolo Benetti, da tempo storico collaboratore di Claudio Ranieri, si è raccontato in una lunga intervista ai canali ufficiali del club di Sa Ruina. Di seguito alcuni estratti delle sue dichiarazioni.

L’arrivo in Sardegna

“Le sensazioni all’approdo al Cagliari? Per me è cambiato poco. Sono sicuro che per l’allenatore (Ranieri n.d.r.) sia stata una cosa molto più sentita, soprattutto per il passato che ha avuto e per come lo sentivo parlare di Cagliari e della Sardegna tutta, sempre in modo estasiato. Per lui è stata una scelta di cuore”.

La vittoria della Premier League con il Leicester e la promozione con il Cagliari

“Se mi ha dato più emozioni la vittoria del titolo con il Leicester o la promozione in A con il Cagliari? Io ovviamente parlo per esperienza personale. Vincere il campionato in Inghilterra, soprattutto a Leicester, è una cosa di risonanza mondiale. Come emozione è stata più emozionante quella di un mese fa (riferimento alla finale playoff vinta contro il Bari n.d.r.) perché nel nostro staff c’erano 10-15 persone sarde e quindi c’era una maggiore partecipazione, così come c’era maggiore preoccupazione quando le cose non andavano male o esaltazione quando andavano bene. E’ stata sicuramente questa a Cagliari”.

Il Ranieri di Leicester

“La mia frase riguardante il Ranieri di Leicester? Il mister qui ha trovato l’elisir di lunga giovinezza. Lui è sempre stato così, molto appassionato e sempre sul pezzo. Qui a Cagliari secondo me aveva un qualcosa in più”.

Lo staff e la gestione del gruppo

“Se c’è un segreto di compattezza tra noi dello staff? Non esiste un segreto. Sicuramente la tranquillità e l’autorevolezza del mister dà tanto. La gestione di un gruppo formato da giovani ed esperti? Non c’è una strategia sicura ma il grosso del lavoro lo fa l’allenatore. Noi siamo dei contorni e siamo qui per evitare problemi e non crearne. Secondo me è tutta una questione di sensibilità, di capire i momenti. Dentro un anno c’è un mondo. Ogni settimana e in ogni singolo giorno, sia che si tratti di un giocatore di grande livello o di un giovane che sta iniziando, bisogna trovare la sensibilità giusta e non tutti la trovano (sorride n.d.r.)”.

Verso la Serie A

“L’approccio che dovrà avere la squadra dopo l’impresa della scorsa stagione? L’approccio è semplice: resettare tutto come succede in tutti i campi della vita. Il calcio dà sempre spazio ad altre sensazioni. (I ragazzi) hanno fatto un lavoro fantastico però è finita. Rimarranno i ricordi. Adesso ci aspetta una stagione molto dura e dobbiamo pedalare in tutti i sensi”.

La Redazione

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