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Ecco lo Sporting Club Gigi Riva de Parakou

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La storia dello Sporting Club Gigi Riva Parkou, un progetto sportivo, sociale e culturale. Di Fabio Frongia

Una storia di integrazione, di positiva “colonizzazione culturale” (nel più positivo senso del termine) in salsa rossoblù. Sopratutto, una bella storia umana, fatta di persone che cercano di fare il bene del prossimo e da esso trovano ulteriore energia. Arriva dal Benin, dove da anni Agostino Trombetta, medico pugliese (di San Severo, provincia di Foggia) opera unitamente alla sua attività quotidiana di medico al Pronto Soccorso di San Giovanni Rotondo.

Tra le tante peculiarità di Agostino, c’è quella di essere sfegatato tifoso del Cagliari. Una passione che arriva da quando, bambino, si innamorò di quella grande squadra che preparava il trionfo scudettato. Una dinamica comune a moltissimi “continentali”, persone che non hanno legami famigliari o diretti con la Sardegna ma che tifano il Cagliari in modo viscerale. Tanto da sobbarcarsi migliaia di chilometri per stare vicino alla squadra ogni volta che ciò è possibile, in ogni momento storico.

I ragazzi beninesi privi di scarpe da gioco

L’amore di Trombetta è per il Cagliari ma in generale per la Sardegna, tanto che da molti anche nella sua Puglia è soprannominato “Trombeddu”. Da anni impegnato in un’associazione di volontariato, contribuisce al miglioramento delle condizioni di vita del villaggio di Abitanga, nel Benin, che ha adottato e rifornisce di attrezzature e generi di prima necessità, oltre ad andare periodicamente di persona a seguire i lavori.

Capita, così, che l’iniziativa interessi anche chi ha a disposizione alcune mute (circa una settantina) di maglie, riproduzioni fedeli di quelle dello Scudetto vinto nel 1970. Come Sandro Nuvoli, infermiere di anestesia, scrittore e autore per diletto: “Le avevo commissionate da tempo – dice -, vederle adesso sulle spalle di questi giovani così lontani da noi è stato davvero emozionante”.

Alla vicenda se ne intreccia un’altra ugualmente forte. E’ quella del presidente dello Sporting Club Gigi Riva Parakou, Chaddad Douda Naro. Un giovane imprenditore locale, ex calciatore che in seguito a un grave incidente di gioco rischiò addirittura di perdere una gamba. In Italia fu curato e lì ha imparato la lingua, decidendo poi di tornare in patria per dare il suo contributo alla crescita economica e culturale, anziché vivere da immigrato nel Belpaese o in Europa.

“Parakou é una città nell’interno del Benin che conta oltre 250.000 abitanti – racconta Chaddad Daouda Naro – E’ un progetto nato dalla passione comune per il calcio dai suoi membri fondatori: io, Manuel Furlin e Agostino Trombetta. Un’idea a carattere sociale che ha l’intento di usare questo sport come strumento di sviluppo e integrazione sociale del contesto in cui si sviluppa. Ovviamente è molto ambizioso, e si pone come obiettivo principale la valorizzazione e la crescita dei ragazzi giovani del vivaio, da formare e far tesserare in futuro nella prima squadra. Il target – spiega – è arrivare in cinque anni a far giocare qualcuno nella massima serie beninese. L’idolo? Beh, nemmeno a dirlo: Gigi Riva!”.

E qui l’opera divulgativa di Trombetta sarà stata decisiva. “Un modello d’umanità sia dentro che fuori dal campo – racconta ancora Chaddad Daouda Naro – L’immagine di Riva è importante per il nostro club far capire ai ragazzi il valore della lealtà per la propria maglia, sono valori che non hanno prezzo, sono inestimabili. Vogliamo mantenere l’identità africana ma migliorando le condizioni di approccio e pratica di questo sport”. Con una precisazione: “Non siamo venditori di illusioni e non vogliamo illudere i ragazzi promettendo loro che diventeranno i futuri Mohamed Salah, Sadio Mané e Kalidou Koulibaly, e che giocheranno in grandi club europei. La nostra priorità è far crescere dei bravi calciatori per il bene del calcio beninese ed africano. Persone e atleti che possano essere fieri e orgogliosi di giocatore ogni domenica davanti a un pubblico che li ha visti crescere, venendo amati dai tifosi della loro squadra”.

Dal punto di vista tecnico, lo Sporting Club Gigi Riva de Parakou ha un’Under 17 e una prima squadra, che partirà dalla Serie C beninese. Ad aprile ci sarà la prima Gigi Riva Cup a Parakou, con la finale che si giocherà in città nel campo in sintetico. Una vera emozione per i ragazzi che non hanno certo l’abitudine a vedere un certo tipo di terreno di gioco. “Sono emozionato per questo – conclude Chadda Daouda Naro – Stiamo raccogliendo scarpette anche usate perché molti di loro giocano scalzi. Sarà un torneo con quattro squadre giovanili. L’aspetto positivo attualmente è che il nostro progetto Sporting Club Gigi Riva de Parakou ha fatto nascere delle realtà interessanti. Altri quartieri stanno prendendo spunto da noi creando delle squadre di calcio che prima non esistevano. Questo per noi è già soddisfacente”.

E il 12 aprile, a Sassari presso il Vintage Cafè di Viale Adua 6 a Sassari ci sarà proprio una serata di beneficienza finalizzata a comprare scarpe da gioco per le giovani promesse di Parakou. L’ingresso è libero.

La locandina dell’evento “Globuli Rotti for Africa”

Fabio Frongia