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Le strategie sul futuro e il tema stadio: cosa emerge dal bilancio economico del Cagliari

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Passivo da oltre 18 milioni e le plusvalenze mancate come fattore decisivo. Dopo aver analizzato, nei precedenti speciali, questi due elementi del bilancio del Cagliari per la stagione 2020/21, nell’ultimo dei tre capitoli andremo a mostrare alcuni dettagli ulteriori presenti nel documento approvato dal CDA rossoblù lo scorso dicembre.

Da Mazzarri a Godín

Una delle parti forse più interessanti di ogni bilancio è quella che espone i “fatti di rilievo dopo la chiusura dell’esercizio”. Ovvero tutto ciò che fa parte di quel periodo che intercorre tra il 30 giugno 2021, ultimo giorno della stagione presa in esame dal bilancio, e il 17 dicembre, giorno dell’approvazione. Tra i fatti più importanti viene segnalato il cambio di guida tecnica, con Leonardo Semplici sollevato dall’incarico assieme alla totalità del suo staff tecnico e la guida della squadra affidata a Walter Mazzarri, con un contratto che potrà arrivare – si noti il tempo verbale utilizzato – sino al giugno del 2024. Oltre all’avvicendamento in panchina, trova spazio anche la conferma dell’accordo raggiunto con Diego Godín. “Un accordo transattivo ai fini di un allungamento del periodo di imputazione del suo ingaggio”, quella che in gergo è nota come spalmatura del contratto. E a proposito di contratti e ingaggi, non mancano altri dettagli interessanti all’interno della voce “Obiettivi stagione 2021/22“. Partendo da quello minimo della permanenza in Serie A, “con la speranza di migliorare il piazzamento in classifica della passata stagione, anche se l’inizio non è stato positivo”, si legge nel documento. Ma è quando gli obiettivi si spostano sull’aspetto economico che arrivano alcune risposte ai dubbi del recente passato.

(Im)previsti

La separazione con Godín e Caceres è ormai lontana oltre due mesi, da quel Cagliari-Udinese con la debacle dei rossoblù alla Unipol Domus e le dichiarazioni di fuoco del direttore sportivo Stefano Capozucca nel post partita. Già negli obiettivi per la stagione in corso, però, e ben prima che si arrivasse alla sfida contro i friulani, nel bilancio si trovano indizi di una politica di riduzione degli ingaggi già preventivata in vista della sessione di mercato di gennaio 2022. “Il monte stipendi rimane elevato per effetto delle politiche di investimento effettuate nel corso delle due precedenti stagioni”, si legge, “e la conseguente presenza in rosa di giocatori con ingaggi elevati che la società sta gradualmente pianificando di ridurre anche attraverso mirate cessioni, pur rese difficoltose da un mercato molto conservativo”. Pur se i modi non erano quelli previsti, il risultato delle risoluzioni-cessioni dei due uruguaiani ha seguito una linea già tracciata nei mesi precedenti, almeno sulla carta. Così come non stupisce a posteriori che nel mercato di gennaio, tra i giocatori in uscita, fosse uscito il nome di Luca Ceppitelli, mentre per quel che riguarda Nahitan Nández l’alto stipendio ha avuto meno peso rispetto alla congiuntura economica post pandemia che ha consigliato l’attesa di tempi – e offerte – migliori per una sua cessione.

Tra rinnovi e acquisti

Sempre relativi al discorso contratti, nel bilancio della stagione 2020/21 vengono menzionati alcuni rinnovi utili anche per i famosi ammortamenti. Diego Farias che aveva allungato l’accordo in scadenza per un altro anno, per poi risolvere il proprio contratto lo scorso dicembre. Gagliano, anche lui in scadenza a giugno 2021, che ha prolungato fino al 2023 prima di volare in prestito ad Avellino per poi rientrare alla base nel mercato di gennaio. Cerri e Walukiewicz, il primo con un rinnovo che ha posticipato la scadenza dal 2022 al 2024 e il secondo dal 2023 sempre al 2024. Infine Gastón Pereiro, il cui rapporto con la società rossoblù è stato allungato di un ulteriore anno, dal 2024 al 2025. La pubblicazione del bilancio permette anche di scoprire quanto realmente speso per l’acquisto dei calciatori arrivati nell’estate del 2020. Al di là delle indiscrezioni mediatiche, i valori possono differire e non di poco rispetto a quanto messo sul piatto concretamente dal Cagliari. Razvan Marin è il caso principe, il suo acquisto a titolo definitivo dall’Ajax è infatti costato al club rossoblù quasi 6,7 milioni di euro, una cifra abbastanza lontana dai circa 10 menzionati al momento del suo arrivo in Sardegna. Zito Luvumbo, il giovane angolano classe 2022, è stato pagato quasi 900 mila euro, e restando a un giovane della Primavera di Agostini come Lisandru Tramoni la cifra scende a soli 100 mila euro. Per il fratello Matteo, invece, il Cagliari ha pagato sempre all’Ajaccio quasi 1,4 milioni di euro, meno della metà di quanto versato al Sassuolo per Tripaldelli – 3 milioni – e al Pescara per Zappa – 3,2 milioni di euro. Infine da notare i costi sostenuti per Luca Gagliano, con il passaggio dalla Primavera al calcio dei grandi pagato 240 mila euro per compensi ai procuratori, e i 3 mila euro per l’acquisto del giovane difensore centrale classe 2006 Umberto Volpe dalla ASD Peluso Academy.

Prestiti

Nel bilancio del 2020/21 trovano spazio anche i costi – e i ricavi – dei cosiddetti accordi temporanei, meglio noti come prestiti. La società rossoblù ha versato nella scorsa stagione circa 85 mila euro all’Atalanta per Mattiello, 300 mila alla Fiorentina per Duncan e 800 mila euro alla Juventus per Rugani. Tra i prestiti vengono annoverati anche alcuni giovani come l’attuale portiere della Primavera D’Aniello (poi riscattato) – 3 mila euro al Teramo – e l’attaccante dell’Under 16 e 17, nonché recentemente convocato nella nazionale di categoria, Konate dal Lecco per 7 mila euro. Senza dimenticare chi ha già salutato il gruppo di Agostini come il centrocampista Kouda, non riscattato dalla Folgore Caratese dopo aver investito 15 mila euro per il suo prestito, e il polacco Sangowski, il cui arrivo per una stagione è costato 4 mila e 750 euro. Nel caso degli accordi temporanei il saldo tra uscite ed entrate è pressoché pari a zero. Alle spese citate, infatti, si aggiungono i ricavi per quei giocatori per i quali il Cagliari ha guadagnato dal prestito come per esempio Senna Miangue, con i belgi dell’Eupen che hanno versato nelle casse rossoblù 380 mila euro, o Bradaric, per il quale sono arrivati 285 mila euro dagli arabi dell’Al Ain e 50 mila dai croati dell’Hajduk. A questi vanno aggiunti i 200 mila euro pagati dal Lecce per Diego Farias, i 47 mila circa dal Valencia per Oliva e infine in 5 mila dallo Sturm Graz per Despodov.

E lo stadio?

Tra le note finali che seguono i dettagli economici e sportivi, trova spazio anche un cenno alla questione stadio. Due righe che pongono un obiettivo nero su bianco che però appare, ormai, di difficile realizzazione. “È tuttora in corso la progettazione definitiva, che si prevede di concludere entro il mese di febbraio 2022”, questo quanto scritto nel bilancio 2020/21 a pagina 70 nell’informativa sull’andamento della gestione e analisi della stagione sportiva 2020/21.  Nulla di più, per un tema che sembrerebbe finito ai margini almeno per il momento. Nonostante l’importanza di una nuova struttura per i conti economici di un club di calcio, le sole due righe dedicate alla nuova casa del Cagliari – con l’ammissione di un progetto definitivo non ancora ultimato – sono un segnale che non induce all’ottimismo. Anche se la nuova apertura da parte delle Regione Sardegna a un importante finanziamento pubblico in aiuto del club per la realizzazione dell’opera tiene accesa la speranza di vedere nelle prossime settimane o mesi il tanto atteso passo avanti da parte del Cagliari Calcio con la presentazione del progetto definitivo.

Matteo Zizola

 
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