Le nostre valutazioni sul Cagliari di Fabio Pisacane dopo la finale di Coppa Italia Primavera, che ha visto i giovani rossoblù trionfare per la prima volta nella storia nella competizione con un successo netto e schiacciante per 3-0 sui pari età del Milan (clicca qui per la cronaca completa del match)
Iliev 8– Non sappiamo se Velizar in bulgaro voglia dire certezza, ma sicuramente questo ragazzo lo è per questa squadra e forse per il futuro anche della prima squadra come eventuale alternativa. Nel primo tempo quando i suoi soffrono un pochino lui ci mette i guantoni e la sua intelligenza anche di leader per tenere solidissimo un grande Cagliari. Nella ripresa si concede anche una grandissima parata nel finale di gara.
Cogoni 8,5 – Un muretto a secco rossoblù. Spigoloso, pratico, sempre attaccato all’avversario. Fa una signora finale, giusto completamento di un’ottima stagione da guida del reparto di Pisacane.
Pintus 8,5 – Con le buone e con le cattive maniere, nella buona e nella cattiva sorte. Lui c’è sempre e in ogni caso è un porto sicuro per questa squadra. Anche quando il Milan prova a prenderlo in pressione alta e con i lanci lunghi sbanda ma non crolla, anzi alla fine esce lui vincitore dei duelli.
Franke 8,5 – Franke è il nome di un armadio a quattro ante dell’Ikea che gli attaccanti del Milan non riescono a montare. Lui in compenso prende avversario uno per uno e li smonta nella testa e nei duelli con il passare dei minuti.
Arba 7 – Causa il rigore che Bonomi spara sulla traversa, ma mette anche in mezzo la palla per la rete di Bolzan. Nel complesso deve badare spesso al sodo ma si rimbocca le maniche e lotta, anche quando il Milan sul suo lato carica a testa bassa (dal 58′ Langella 7 – Entra con una fame da vendere, mangia letteralmente il campo e dà il giusto brio quando serve).
Balde 7,5 – Ha il dono di essere in più zone del campo per gran parte della partita. Vero, ogni tanto esagera quando ha la palla tra i piedi ma il suo dinamismo è utile sia quando il Cagliari prova ad alzare il ritmo sia quando lascia il possesso agli avversari per poi pungere in ripartenza (dal 67′ Malfitano 6,5 – Polmoni, corsa e attenzione. Serve questo mix al Cagliari e lui ci mette tutto).
Liteta 7,5 – Prende poco la scena ma c’è sempre. Il classico lottatore silenzioso che ogni allenatore vorrebbe lì in mezzo al campo. Rompe e crea gioco, distrugge e ricompone senza scomporsi. Roba mica da niente.
Marcolini 6,5 – Nel primo tempo fatica un po’ a prendere le misure ma si applica tanto per dare una mano in transizione avversaria. Nella ripresa alza i giri e aiuta in entrambe le fasi. Non una partita da prima pagina per lui ma si applica tanto e tatticamente alla fine risulta più che utile. (dall’82’ Sulev SV – Dentro nel finale per gestire, controllare e poi festeggiare)
Grandu 9 – Dopo Vinciguerra è il migliore in campo dei rossoblù. Grandez come lo chiama Pisacane non avrà origini uruguaiane, ma di garra ne ha più che da vendere. Lotta, difende, riparte e non sbaglia mezza palla. Lancia lui l’azione dell’1-0 di Vinciguerra, ma è solo una delle tante perle di una partita perfetta.
Vinciguerra 9,5 – Veni, vidi, Vinciguerra. Fa una finale più che importante. Segna una splendida rete, molto simile a quella fatta in semifinale contro la Juventus, e aziona con un taglio illuminante il possesso che porta al 2-0 rossoblù. Prestazione matura e volenterosa (dal 58′ Trepy 7,5 – Oh Trepy, Trepy, Trepy. Entra e canta la ninna nanna ai rossoneri. Quando parte non lo tiene nessuno. Entra con tanta fame, quella che ha dimostrato tutta una squadra rossoblù storica.
Bolzan 7 – La prima parte di gara è di sportellate pure e lui si sbatte tanto anche se è isolato lì davanti. Un po’ nervoso in alcuni interventi ma è sempre deciso e non abbandona la nave quando c’è da lottare. Ha l’abilità della punta vera nell’azione che porta al 2-0 dove fa un gol di pura freddezza (dal 58′ Achour 6,5 – Serve battaglia e applicazione per tenere sopra la squadra e lui non si tira indietro, anzi).
Allenatore: Fabio Pisacane 10 – Fa una roba storica in un luogo storico. La Coppa non è solo un titolo che resterà per sempre nella storia di questo club, ma è anche il giusto riconoscimento a un lavoro di anni fatto dal settore giovanile e soprattutto a un percorso perfetto fatto da questa squadra nella competizione. Ha messo la sua fame e la sua capacità di non mollare mai di un centimetro a una squadra che non avrà il talento cristallino di altre annate, ma ha un carattere e degli attributi che raramente si erano visti. Fare di una squadra Primavera una replica a propria immagine e somiglianza è sempre un’impresa complicatissima, lui ci riesce e questa Coppa è un premio più che meritato
dall’inviato a Milano, Roberto Pinna