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L’Analisi Tattica | Pazienza e Zortea, il Cagliari di Nicola passa l’esame Monza

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Una vittoria meno scontata di quanto si potesse pensare prima del calcio d’inizio, con un 3-0 netto nel punteggio, ma che non lo è stato altrettanto nello sviluppo del risultato. Per oltre un’ora il Cagliari di Davide Nicola non ha avuto vita facile contro il Monza di Alessandro Nesta, poi il raddoppio firmato su punizione da Gaetano ha messo in discesa una gara fino a quel momento abbastanza equilibrata. Per i rossoblù una spinta forte in chiave salvezza e una conferma del percorso intrapreso dal punto di vista tattico a prescindere dagli interpreti in campo.

Strategia
Zortea cambia e trasforma il nostro modo di difendere in funzione dell’avversario”. Le parole di Nicola nella conferenza stampa post partita spiegano perfettamente la strategia del Cagliari tra le due fasi, quella di possesso e quella di non possesso. L’allenatore rossoblù ha optato contro il Monza per l’ormai consolidato sistema fluido, con il “sacrificio” di Palomino nel doppio ruolo di braccetto di destra abile nel diventare terzino in costruzione e con la mediana tornata a due dopo il passaggio a tre nella trasferta dell’Olimpico.

Al contrario di quanto accaduto nella maggior parte delle partite di questo campionato, il Cagliari ha sì sviluppato una doppia strategia tattica nelle due fasi, ma senza quel cambio netto tra possesso e non possesso. Se spesso e volentieri durante la stagione i rossoblù sono passati da una linea a quattro in costruzione a una retroguardia a cinque senza palla, contro il Monza il lavoro di Zortea – complice anche la presenza di Felici e Viola come uomini offensivi a supporto di Piccoli – è stato differente. Per l’esterno ex Atalanta, infatti, il punto di riferimento dato da Kyriakopoulos ha aiutato nel mantenere una posizione più ibrida nella fase di non possesso, riuscendo a restare più alto e mantenendo di fatto la linea quasi a quattro più che trasformarla a cinque.

Sul lato opposto Felici, non propriamente portato a diventare mezzala a supporto di Prati e Adopo, rimaneva in una posizione “asimmetrica”, lasciando quasi immutato il 4-4-1-1 visto quando il Cagliari ha sviluppato il gioco. Un Cagliari che dunque in non possesso puntava a mantenere i riferimenti uno contro uno, senza che l’ex Feralpisalò fosse costretto a ripiegare in posizione più centrale o che Viola si trasformasse in esterno a destra per compensare l’abbassamento di Zortea. Una strategia tattica che ha permesso ai rossoblù di ripartire senza che Piccoli restasse solo, ma già supportato preventivamente dal duo di trequartisti (inteso come giocatori su tutta la zona di rifinitura) pronti a dargli manforte nei capovolgimenti rapidi come avvenuto, d’altronde, nella prima occasione fallita di testa da Viola.

La conferma di Palomino, senza forzare nemmeno in corsa il rientro di Zappa, è stata una delle note positive della vittoria contro il Monza. L’argentino, nell’ormai non più inedita posizione di braccetto destro e soprattutto di terzino, ha giocato in maniera più “gasperiniana” del solito, seguendo i dettami appresi nel suo passato all’Atalanta e sfruttando l’abilità nella marcatura a tutto campo per tenere a bada sia Keita che Mota. Alcune sbavature in impostazione, dovute soprattutto dalla posizione a piede invertito, non hanno comunque inficiato una prestazione difensiva di assoluto livello, aiutato anche dal lavoro già citato di Zortea che andava a coprire eventuali spazi sulla sua destra.

Una volta passato in vantaggio, il Cagliari ha trovato maggiori possibilità di giocare sulle proprie caratteristiche migliori. Quelle dell’attenzione in fase di non possesso, dei duelli uomo su uomo e degli smarcamenti preventivi per favorire le ripartenze rapide. Anche grazie a cambi che hanno portato alla squadra delle caratteristiche più congeniali a un 5-4-1 in non possesso che potesse sfruttare le qualità di Luvumbo e Gaetano. Non più Viola vicino a Piccoli e centrale, non più felici largo con il doppio lavoro di Zortea, ma l’angolano sul centrodestra e l’ex Napoli sul centrosinistra a non dare punti di riferimento agli avversari e, allo stesso tempo, a contenere le possibili azioni sulle catene laterali del Monza.

Gol
Dopo un primo tempo fatto di pazienza e intelligenza tattica, la prima forse persino eccessiva, il Cagliari ha alzato i giri del motore portando molti più uomini nella trequarti del Monza e cercando così di portarsi avanti per mettere in discesa una gara più complicata delle attese.

 

L’espressione perfetta del nuovo quadro tattico è arrivata proprio con la rete del vantaggio firmata da Viola. Un’azione nata da una gestione da parte di Piccoli di un pallone sporco, fino al duello vinto sull’avversario diretto appena dentro l’area dei brianzoli. In questa occasione il centravanti rossoblù non ha cercato di puntare verso la porta, ma è intelligentemente ripartito con un passaggio all’indietro verso Augello sulla fascia sinistra. Questo tempo di gioco apparentemente perso ha permesso ai compagni di andare a riempire l’area del Monza, con Zortea sul lato opposto e Adopo centralmente ad attaccare i sedici metri partendo dalla trequarti, mentre Viola andava a occupare lo spazio lasciato libero da Piccoli, Felici spostava parte dell’attenzione dando un’opzione di scambio ad Augello e Prati restava al limite dell’area per un’eventuale seconda palla. Il resto lo hanno fatto la capacità balistica del mancino ex Sampdoria – sempre abile nei cross dalla trequarti – e il tempismo nello stacco di Viola.

La rete del raddoppio è arrivata su punizione di Gaetano, mentre è interessante andare a vedere quanto accaduto in occasione del terzo gol. Con un Monza sì ormai quasi rassegnato, ma con l’abilità dei giocatori offensivi del Cagliari nel trovare la combinazione giusta per chiudere definitivamente il match. L’azione nasce da un rilancio dalle retrovie che trova l’ottima gestione di Pavoletti, bravo ad appoggiare corto su Gaetano. Da notare soprattutto la posizione preventiva di Luvumbo, con uno smarcamento nella propria metà campo – così da evitare il fuorigioco – che chiama il pallone verticale del compagno con il numero 70 altrettanto abile a servirlo in campo aperto con un lancio perfetto. Una combinazione che si aggiunge ad altre viste nel corso dei novanta minuti e che sottolinea come il Cagliari possa essere maggiormente pericoloso quando riesce a chiudere e ripartire in maniera pulita. E proprio la pulizia nella fase offensiva è il dettaglio da migliorare maggiormente in questa fase finale di campionato, a partire dalla trasferta di Empoli. I recuperi di Gaetano e Luvumbo uniti a una condizione che è apparsa in crescita sembrano poter essere le chiavi per un’ultima parte di campionato che vada oltre la salvezza, ma puntino a una chiusura di Serie A più tranquilla e che possa fungere da costruzione per il futuro.

Matteo Zizola

 

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